La Voce della Russia
03 maggio, 2014

L'Auschwitz a Odessa

Nella città ucraina di Odessa (Sud del paese, grande porto sul Mar Nero) è stato proclamato il lutto cittadino di 3 giorni per le vittime degli scontri di piazza senza precedenti tra i nazionalisti e i sostenitori della federalizzazione dell'Ucraina.

In seguito ai disordini e l'incendio scoppiato in uno degli edifici nel centro della città sono morte oltre 40 persone e circa 200 hanno chiesto l'assistenza medica. Secondo la valutazione della Russia, per i crimini commessi a Odessa sono responsabili le autorità che difatti operano a Kiev. "Chi ritiene legittimi i golpisti di Kiev diventa un criminale", - ha dichiarato Dmitrij Peskov, addetto stampa del presidente della Russia.

L'incendio nella Casa dei sindacati sulla piazza Kulikovo pole a Odessa scoppiato venerdì scorso è diventato il tragico finale degli scontri che assomigliavano per l'intensità a quelli di Kiev di due mesi fa. Una sfilata per le strade non autorizzata, organizzata dai militanti dei gruppi nazionalisti e dalla tifoseria degli ultras locali con lo slogan "Ucraina unita", è sfociata in una contrapposizione con i sostenitori della federalizzazione del paese che qualche tempo fa avevano allestito una tendopoli provvisoria sulla piazza Kulikovo pole. Secondo la nuova "tradizione rivoluzionaria" ucraina, sono state utilizzate pietre, mazze da baseball e "cocktail Molotov". La polizia ha cercato di separare gli schieramenti contrapposti, agendo tuttavia in modo passivo e indeciso. Alla fine i nazionalisti-oltranzisti del cosiddetto "Settore destro" hanno dato alle fiamme la tendopoli e poi la Casa dei sindacati dove si sono rifugiati gli attivisti contrari alla politica delle attuali autorità del paese. Alcune persone sono state bruciate vive, mentre altre sono morte asfissiate dal fumo. Riparandosi dalle fiamme, la gente saltava dalle finestre. Secondo testimoni oculari i vigili del fuoco sono arrivati soltanto mezz'ora dopo lo scoppio dell'incendio.

Secondo la dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri della Federazione Russa, Mosca ritiene che la tragedia a Odessa sia una manifestazione dell'inazione criminale delle autorità di Kiev, "che favoreggiano nazional-oltranzisti smodatamente sfacciati che lanciano la campagna del terrore fisico contro i sostenitori della federalizzazione e modifiche costituzionali reali all'interno della società ucraina".

Leonid Sluzkij, responsabile del Comitato della Duma di Stato per gli affari della CSI, ha paragonato l'accaduto a Odessa ai crimini nazisti. "E' un nuovo Auschwitz", - ritiene il deputato del Parlamento. Anche il primo vice-premier della Repubblica di Crimea Rustam Timergaliev ha fatto ricordare che "l'ultima volta le persone sono state bruciate vive in Ucraina dai nazisti ai tempi della Grande Guerra Patriottica".

Gli scontri che hanno causato la strage delle persone a Odessa significano che l'Ucraina nel senso proprio della parola si trova sull'orlo di una guerra civile, ritiene Vladimir Zharihin, vice-direttore dell'Istituto dei paesi della CSI. Secondo la sua valutazione, gli oltranzisti della destra ucraini si sentono al margine del processo politico e vogliono attirare una maggiore attenzione verso di sé. Fa comodo a loro che il paese precipiti in una guerra civile. Nello stesso tempo, ne è convinto Zharihin, saranno soltanto contenti per la comparsa nel centro dell'Europa, nelle prossimità dei confini con la Russia, di un "nuovo Somali".

Dal canto suo Dmitrij Peskov, addetto stampa del presidente della Federazione Russa, ha dichiarato che dopo i tragici avvenimenti a Odessa, la Russia – ma anche qualsiasi altro paese – difatti non sarà in grado di convincere a disarmarsi gli abitanti del Sud-Est dell'Ucraina sullo sfondo di una minaccia diretta alle loro vite.

Nello stesso tempo Peskov ha definito assurda la prospettiva di condurre le elezioni presidenziali in Ucraina fissate per il 25 maggio. "Dopo ciò che è avvenuto a Odessa, sullo sfondo di un'impennata della spirale dello scontro nel Sud-Est del paese, noi non capiamo di quali elezioni si parla a Kiev, nelle capitali europee e a Washington", - ha accentuato l'addetto stampa del leader russo.

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