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14 marzo 2014

Ucraina-Crimea-Georgia: l’Occidente e la Russia
di Johan Galtung
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

C’è molto in un nome: Ucraina vuol dire terra di confine.

La posizione dell’Occidente estremo – come i neocon USA – è chiara: far entrare tutti nella NATO, accerchiare, contenere, sconfiggere la Russia. Alcuni in Ucraina e Georgia condividono quell’obiettivo. L’Occidente meno estremista si focalizzerebbe sull’appartenenza all’Unione Europea, essendo entrambi paesi europei. Alcuni di questi, in compenso, potrebbero concentrarsi sui prestiti dato che c’è da fare molti soldi. Così, la Bosnia-Herzegovina aveva 9 miliardi di dollari di debito prima di essere rilevata dall’UE come “alta autorità”; adesso è a 107 miliardi di $, con l’ “austerità” dietro l’angolo.

La posizione della Russia espressa da Putin e Lavrov: neanche per sogno. La Crimea tornerà alla Russia dopo essere stata data all’Ucraina nel 1954 da Khrushov – nato a Kalinovka, in Ucraina nel 1894, con la moglie ucraina – forse più che altro per ragioni economiche, come asserisce suo figlio alla Brown University, Rhode Island, USA.

Comunque, l’Ucraina non è solo una terra di confine ma anche due paesi fra Polonia e Russia. La Comunità polacco -lituana del 1569 e l’Impero austro-ungarico coprivano un tempo gran parte dell’Ucraina; e così pure la Russia zarista e quindi sovietica ai loro tempi d’oro. In modo anche più importante, la linea divisoria dell’Impero romano fin dal 395, confermata dallo scisma fra cristianesimo cattolico e ortodosso nel 1054, si riflette nella storia estremamente complessa dell’Ucraina. Il risultato è inequivocabile: lo spostamento a est della rendita dei pignoramenti cattolici agli ortodossi e di quella ucraina ai russi. Quando la Polonia divenne membro UE e perfino NATO, le ambizioni sull’Ucraina erano manifeste; riportavano alla mente quelle del Primo Maresciallo polacco Pilsudski su Odessa e il Mar Nero dopo la prima guerra mondiale.

Odessa è a ovest, Donets a est, Ucraina a ovest, più russa a est. E Kiev, la capitale – culla della Russia, Rus – nel mezzo. Senza dubbio c’è anche un’Ucraina che unisce le altre due, una terra, non solo un confine; unite anche nella rivolta popolare contro la corruzione ubiqua. Un paese spaccato in due, due uniti in uno: entrambi veri.

Ma attenzione: una cosa è la pandemia della corruzione e disuguaglianza presente a livello mondiale che colpisce l’Ucraina; un’altra sono secoli di storia che si lasciano dietro effetti durevoli. Immaginiamo pure che corruzione e disuguaglianza diminuiscano, ma le linee di faglia riaffiorerebbero, anche con un senso di rivalsa.

Questa la diagnosi. Prognosi:  la Crimea torna alla Russia; l’Ucraina sotto l’egemonia di Washington-Bruxellles; la guerra civile incombe. Anti-semitismo, islamismo. Ma senza arrivare a una guerra mondiale: la NATO è forte; anche di più la SCO-Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, Russia-Cina & altri. Però, il bilancio del terrore non è pace, allora qual è la possibile terapia?

Ma prima la Georgia, anch’essa profondamente divisa dall’Ossezia del Sud e l’Abkhazia di lingua russa e ortodosse entro i confini del 1921 dove Stalin – il georgiano Dzhugashvili – ebbe un ruolo fondamentale (Gamsakhardia, presidente indipendente nel 1991, riasserì l’egemonia georgiana; adesso più disputata).

Il centro del potere sovietico era a Mosca, ma si annaffiavano i non-russi con doni di vario genere, perfino terre. Le due storie sono analoghe, con truppe russe in Abkhazia-Ossezia del Sud e incontri militari. Sicché, la Georgia attaccò l’Ossezia del Sud nel 2008, evidentemente sperando di provocare la Russia a provocare la NATO – ma la trama fu rivelata (tra gli altri dalla BBC-4: i carri armati russi T72 erano fatti di cartone).

La Georgia del 2003 e l’Ucraina del 2004 ebbero “rivoluzioni colorate” rosa-arancio; ora gli USA usano dimostrazioni più intense aiutate anche da OTPOR!-?????! Resistenza!, il gruppo studentesco di Belgrado che combatté Milosevic – per installare governi [graditi]. L’Europa è più sensibile a conflitti fra nazioni, rendendo improbabile un consenso NATO (Victoria Nuland del dipartimento di Stato: “Fotti l’EU”).

Durante la guerra fredda, l’Europa sperimentò che una fascia neutrale-nonallineata fra Est e Ovest è utile; i ruoli di Finlandia e Svezia, Austria e Svizzera, Jugoslavia. Per Washington essi erano dei mezzi traditori, che “equiparavano” ovest e est, e dovevano essere persuasi, addirittura costretti. Ma una terra di confine non-allineata fra le odierne Polonia-Lituania – paesi NATO – e la Russia, e la Turchia – paese NATO – e la Russia, potrebbe anch’essa essere utile un giorno.

La scelta per l’Ucraina non è fra uno stato unitario diretto da Kiev, e due stati diretti da, poniamo, Odessa e Donets. Ci sono tre intermedi.

Primo, c’è una devoluzione, un decentramento, già in funzione, con parlamenti regionali che riflettano le profonde differenze. Ma essi sono parenti lontani di Kiev, figuriamoci di Washington-Mosca.

Secondo, una federazione; la Repubblica Federale d’Ucraina, con un ampio livello d’autonomia affinché le due parti costitutive esprimano il proprio carattere, ma con politiche estera, di sicurezza (neutrale!), finanziaria e logistica condivise.

Terzo, una confederazione, la Comunità Ucraina, due paesi indipendenti partner principali reciproci economicamente e politicamente.

Esempi delle tre configurazioni: il Regno Unito, il Belgio, i paesi Nordici; con affinità e differenze. Così, il Regno Unito si sta ora allentando ed eventualmente spaccando nonostante una lingua e una storia condivise. Cosa diverrà il Belgio, lo mostrerà la storia. I paesi Nordici se la cavano bene pur con maggiori differenze di quante ce ne siano in Ucraina e non essendo neppure contigui.

L’Occidente e la Russia competono con offerte economiche, ma è probabilmente più importante l’identità. L’Ucraina-ovest si sente occidentale, l’Ucraina-est si sente russa; unite storicamente, divise culturalmente. Potrebbe una stare nell’UE e l’altra nella federazione russa, godendosi entrambe le carote offerte? – in una Comunità Ucraina con confini aperti? Troppo controversa.

Nessuna delle tre ipotesi è perfetta, ma la federazione può essere la miglior via d’uscita. C’è unità e diversità. L’Ucraina, membro fondatore delle Nazioni Unite, è ancora un paese, ma le diverse identità sono pienamente rispettate. Essendo accorti, non potrebbe una tal federazione essere perfino sia un membro associato dell’UE sia della federazione russa?

Per la Georgia, una federazione è una soluzione in gran ritardo; anche per Adjar, l’enclave musulmana. Incassate in una Comunità Caucasica, tutte e tre con forti legami UE in quanto europee. Ma si tengano fuori la NATO e la SCO.

Predizione: entro 5 anni avremo tutte e due le federazioni — e la crisi sarà finita.

Titolo originale: Ukraine-Crimea-Georgia–the West and Russia

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