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24 marzo 2014

La Russia propone alla Polonia
«Spartiamoci insieme l'Ucraina»

Il Ministero degli Affari Esteri polacco dice di aver ricevuto una lettera ufficiale da parte della Duma di Stato russa, che contiene una proposta per spartire il territorio attuale dell'Ucraina. Secondo quanto reso noto dall'edizione polacca Gazeta.pl con riferimento al canale internazionale della televisione polacca pubblica TVP (Telewizja Polska).

Al Ministero degli Affari Esteri della Polonia si propone di concentrare gli sforzi per indire un referendum sull'adesione alla Polonia di cinque regioni occidentali dell'Ucraina: Volyn, Lvov, Ivano-Frankovsk, Ternopoli e Rovenskoj. «La proposta risulta talmente particolare che nessuno la prende sul serio», dice il portavoce Marcin Wojciechowski del ministero degli Esteri di Varsavia, confermando che esiste effettivamente una tale lettera della Duma.

Il Vice Presidente della Duma di Stato e leader del Partito Liberal Democratico di Russia, il nazionalista Vladimir Zhirinovsky ha già detto che la Polonia dovrebbe seguire le orme della Russia e pretendere i territori più vicini a Varsavia.

Inoltre, come riportato da TVP, «suggerimenti» simili da rappresentanti russi sarebbero giunti all'Ungheria e alla Romania, su una possibile annessione di Zacarpatii e Cherniv. Qualcosa che più di una proposta sembra una provocazione che riecheggia il Molotov - Von Ribbentrop del '39, Patto di non aggressione tra la Germania e l'Unione Sovietica che prevedeva la spartizione della Polonia.

Molto netto il giudizio dell'aiutante presidenziale polacco per gli Affari Umanitari Tomasz Nalecz: ha detto chiaramente che la lettera giunta dalla Russia sarebbe «il frutto di una fantasia malata».

Dell'Ucraina, secondo il piano di Zhirinovsky dovrebbe rimanere solo la parte centrale. «Riceveranno una risposta gentile, senza alcun riferimento al contenuto della lettera», hanno detto dal ministero degli Esteri polacco.

Intanto, la Crimea è sempre più lontana da Kiev: Mosca ha accelerato l'integrazione politica ed economica della penisola, in cui da oggi il rublo diventa la valuta principale, mentre il governo ucraino ha ordinato il ritiro di tutti i militari rimasti fedeli alle proprie forze armate. Stamane truppe russe hanno preso il controllo di una base navale a Feodosia e portato via, con le mani legate, 60-70 militari ucraini che non si erano arresi.

Poco dopo, il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchynov, ha reso noto di aver dato ordine a tutti i militari di Kiev di ritirarsi dalla Crimea, una decisione presa alla luce delle minacce per «la sicurezza e l'incolumità» del personale di stanza nella penisola e delle famiglie.

Intanto il rublo è entrato ufficialmente in circolazione e sarà la valuta di pagamento di stipendi pubblici e pensioni mentre la Banca di Crimea si occuperà del passaggio alla nuova valuta e del ritiro graduale della grivna ucraina. Il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, è giunto in visita a Sebastopoli per ispezionare la Flotta del Mar Nero, che ha preso il controllo di quasi tutte le unità militari nella penisola. Shoigu ha anche nominato l'ex comandante della marina militare ucraina, il filo-russo Denis Berezovski, vice comandante della flotta.

Adesso gli occhi sono puntati sull'Aja, dove nel pomeriggio si terrà il G7 voluto da Barack Obama per fare il punto sulla crisi ucraina. Parlando ad Amsterdam, Obama ha assicurato che Usa e Ue sono uniti a fianco di Kiev e ha avvertito che «crescenti sanzioni» contro Mosca avrebbero «conseguenze significative per l'economia russa». Grande assente dal summit sul nucleare che fa da sfondo all'incontro, è il presidente Vladimit Putin. Al suo posto ha inviato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, che incontrerà il segretario di Stato americano, John Kerry.

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