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22 Feb 2014

Tymoshenko libera, Yanukovich deposto. Ucraina a rischio spaccatura

Il parlamento vota la decadenza del presidente, che in fuga nell'est del paese denuncia: «È un colpo di stato»

Doveva essere un accordo di compromesso, ma gli eventi delle ultime ore sembrano indicare una chiara vittoria delle forze anti-Yanukovich. Il parlamento, ormai controllato dalle opposizioni, ha votato nel pomeriggio di oggi una mozione per la decadenza e l’impeachment del presidente Viktor Yanukovich, convocando nuove elezioni per il 25 maggio. L’accordo raggiunto ieri mattina con la mediazione dell’Europa – che prevedeva elezioni entro la fine dell’anno, ma la permanenza in carica di Yanukovich – è ormai carta straccia.

Il presidente aveva lasciato in mattinata il palazzo presidenziale di Kiev, che è stato invaso dai manifestanti, e ha raggiunto la città di Kharkov, all’estrema periferia orientale dell’Ucraina, capoluogo di una delle regioni più filo-russe del paese: da lì Yanukovich ha parlato di «colpo di stato», accusando l’opposizione di essere in mano a «estremisti armati e pogromisti».

La transizione dei poteri al nuovo governo dovrebbe avvenire entro pochi giorni, ma intanto il parlamento ha eletto Arsen Avakov, uno dei leader dell’opposizione, come nuovo ministro dell’interno. Trentaquattro parlamentari eletti col Partito delle regioni, il partito di Yanukovich, sono passati nelle file dell’opposizione. I capi dei principali corpi di polizia e delle forze armate si sono presentati in parlamento per dichiarare che non opporranno resistenza a nessuna manifestazione di piazza.

Dopo il voto parlamentare di ieri, Yulia Tymoshenko è stata rilasciata: “La dittatura è finita”, ha dichiarato. L’ex premier potrebbe unificare il fronte degli oppositori, dominato da figure di scarso carisma e non riconosciute dalla piazza. Sua figlia Yevgenia è già partita alla volta di Kharkov, dov’era incarcerata la leader della rivoluzione arancione.

Ma nella stessa città di Kharkov si stanno riorganizzando i sostenitori del presidente Yanukovich. Un’assemblea dei governatori delle regioni dell’est dell’Ucraina ha approvato un documento che mette in discussione «la legittimità e la legalità» delle decisioni assunte dal parlamento negli ultimi giorni. «L’opposizione ha già infranto l’accordo raggiunto venerdì mattina», scrivono i lealisti: «I manifestanti non hanno deposto le armi e continuano a occupare edifici ministeriali, a uccidere privati cittadini e forze dell’ordine».

È il nucleo di una spaccatura del paese? Lo stesso documento spiega: «Non ci prepariamo a spaccare il paese, vogliamo salvare la sua unità». Eppure, si legge ancora nel testo, «l’integrità territoriale dell’Ucraina è a rischio».

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