Il Fatto Quotidiano
28 febbraio 2014

Ucraina, russi “invadono” la Crimea.
Turcinov a Putin: “Aggressione”.
Obama: “Conseguenze”

"Mi rivolgo personalmente al presidente Putin - ha detto il numero uno ucraino ad interim in un messaggio alla televisione - per chiedergli di fermare immediatamente la sua aggressione non dissimulata e di ritirare i suoi militari in Crimea. Secondo il presidente ad interim, si tratta di una provocazione di Mosca: "Si provoca il conflitto e poi si annette il territorio". Sale la tensione nonostante i primi accenni di dialogo diplomatico. Il presidente degli Usa: "Siamo molto preoccupati, sarebbe una grave ingerenza"

Sale la tensione in Crimea. L’Ucraina denuncia la violazione dello spazio aereo da parte dei aerei militari hanno e l’invasione da parte di 2mila paracadutisti russi. Il ministero degli Esteri di Kiev ha trasmesso a Mosca un comunicato con cui si invitano le autorità a “far rientrare immediatamente le truppe e i loro veicoli (in Crimea) alle loro basi”. All’aeroporto militare di Gvardiiski,vicino alla capitale della Crimea, Sinferopoli, secondo il rappresentante permanente del presidente ucraino in Crimea, Serghiei Kunitsin, sono atterrati 13 aerei militari russi ognuno con a bordo 150 paracadutisti per un totale di 2.000 soldati. 

Il presidente ucraino ad interim, Aleksandr Turcinov, ha chiesto al leader russo Vladimir Putin di far cessare la “aggressione non dissimulata. Mi rivolgo personalmente al presidente Putin – ha detto Turcinov in un messaggio alla televisione – per chiedergli di fermare immediatamente la sua aggressione non dissimulata e di ritirare i suoi militari in Crimea. Secondo il presidente ad interim, si tratta di una provocazione di Mosca: “Si provoca il conflitto e poi si annette il territorio”, ha detto. Turcinov ha anche affermato che “l’esercito ucraino non sta rispondendo” alle provocazioni.

“Il popolo ucraino deve avere l’opportunità di determinare il proprio il futuro, devono cessare le violenze”. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama parla della preoccupazione dell’Occidente rispetto ai movimenti militari russi che gli Stati Uniti “vedono”. “Ho parlato con il presidente Putin e le autorità ucraine. Siamo molto preoccupati per i movimenti militari – prosegue il numero uno della Casa Bianca sottolineando i legami culturali ed economici della Russia con l’Ucraina -. Ogni violazione della sovranità ucraina sarebbe destabilizzante e non è nell’interesse dell’Ucraina, dell’Unione Europea e della Russia. La situazione è fluida; abbiamo contatti continui con le autorità russe. Sarebbe una grave ingerenza, una violazione degli impegni russi”. Obama parla anche di “conseguenze per queste azioni” contro il popolo ucraino “che ci ha ricordato che gli esseri umani hanno il diritto di determinare il proprio futuro”.  L’intervento viene definito da Obama “potenzialmente pericoloso”.

In Crimea soffiano pericolosi venti di guerra, malgrado c’erano stati nella giornata di venerdì primi accenni di dialogo diplomatico fra Russia e Occidente.. Uomini armati presidiano da venerdì mattina due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Il Foreign Office invita ad evitare qualsiasi viaggio verso la penisola di Crimea e consiglia ai britannici che si trovano sul posto di lasciare la zona. 

Non era ben chiaro se gli autori di questi blitz – sulle cui mimetiche non c’è alcun segno distintivo – fossero paramilitari filorussi o delle truppe regolari di Mosca. La flotta del Mar Nero ha escluso il coinvolgimento di propri militari nell’occupazione dell’aeroporto di Belbek, ma i media locali hanno continuato per tutti il giorno a riportare notizie di movimenti di soldati russi e di sconfinamenti russi dello spazio aereo ucraino. Già venerdì mattina il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva del resto accusato Mosca di “invasione armata”.

La tensione nella russofona Crimea è altissima, e sembra sempre più evidente che le autorità ucraine non hanno la situazione sotto controllo. Per esaminare, e si spera risolvere, la crisi in atto, è stato convocato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ma sul terreno i moniti e i tentativi di rassicurazione della diplomazia non hanno trovato per ora ossigeno. Dopo una serie di telefonate con il premier britannico David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Ue, Herman Van Rompuy, è stato comunque lo stesso presidente Vladimir Putin, rompendo giorni di gelido silenzio, a invitare alla calma per evitare “un’ulteriore escalation della violenza”. Ma poi sul suolo di Crimea sono arrivati uomini e mezzi di Mosca.

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