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11 dicembre 2014

L’Ucraina nelle mani degli Stati Uniti e di George Soros
di Andrea Minciaroni

Gli Stati Uniti hanno ottenuto il controllo diretto dell'Ucraina, ancora una volta l'intera organizzazione è stata affidata ad un uomo di fiducia: George Soros.

In questi ultimi mesi l’attenzione mediatica relativa al conflitto tra Ucraina e Russia è notevolmente diminuita, e nessuno sembra più preoccuparsi di quello che sta accadendo in queste ore. A seguito dei diversi eventi che hanno caratterizzato il conflitto fino ad oggi: la deposizione del presidente ucraino Yanukovich, il referendum in Crimea, la sanguinosa battaglia nel Donbass, l’incendio di Odessa, ed infine l’abbattimento del volo MH17 dello scorso Luglio; la svolta che l’Unione Europea e gli Stati Uniti attendevano da lungo tempo si è avverata. Il nuovo governo presieduto dall’oligarca Petro Poroshenko in questi giorni ha gettato la maschera, rendendo palese – a chi non se ne fosse ancora accorto – le reali ragioni che hanno portato all’allontanamento di Kiev da Mosca a seguito della destituzione del presidente Yaunokovich. In questi giorni il parlamento di Kiev ha approvato la nomina di tre nuovi ministri stranieri. Natalia Jaresco: neo ministro delle finanze, statunitense di origine ucraina ed amministratore delegato del fondo Horizon Capital; Aivaras Abromavicius: nuovo ministro dell’economia, ex banchiere lituano a servizio da diversi anni per il dipartimento di Stato Americano; ed infine Alexander Kvitashivili: ex ministro georgiano nel governo di Mikheili Saakaashivili e persona molto vicina agli ambienti NATO. Le tre nomine nascerebbero – secondo le indiscrezioni del Sole24ore – da una selezione ristretta effettuata da due società: la Pederson & Partners, e la Korn Ferry; entrambe sostenute economicamente dalla Fondazione Renaissance, un network internazionale di consulenza politica finanziato nientemeno che da George Soros. Il presidente Poroshenko ha concesso la cittadinanza ucraina ai tre stranieri che compongono oggi la nuova squadra di governo di Kiev.

Quali ragioni hanno portato alla nomina dei nuovi ministri ? Perché ancora una volta compare il nome di George Soros ? La narrazione del conflitto ad opera dei media fino ad oggi si è sempre basata su uno specifico punto, un caposaldo incontrovertibile: la volontà da parte dei cittadini ucraini di raggiungere la democrazia attraverso un progressivo allontanamento da Mosca, stabilendo un contatto diretto con l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La nomina dei nuovi ministri e il lavoro sotterraneo di George Soros sono motivati principalmente dalla recente pressione effettuata da Washington attraverso la figura di Joe Biden e dal Fondo Monetario Internazionale. Poche settimane fa in un visita ufficiale in Ucraina il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto esplicitamente a Poroshenko di formare una nuova squadra di governo. Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di bloccare gli aiuti economici richiesti da Kiev finché il presidente ucraino non avesse esaudito le richieste della Casa Bianca.

A fare il lavoro sporco come sempre ci pensano i soliti noti, coloro che attraverso la propria disponibilità economica e i collegamenti diretti con Washington e la NATO sono in grado di rovesciare governi eletti, piazzare gente di fiducia, insinuarsi nelle reti di governo di paesi stranieri manovrando le sorti di intere nazioni – si pensi a questo proposito alla moltitudine di rivoluzione colorate degli ultimi anni- e comunità. Stiamo parlando di quell’insieme di attività che ormai da anni George Soros organizza per conto terzi. Stavolta è toccata all’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno ottenuto quello che volevano: controllare l’Ucraina non solo indirettamente mantenendo un contatto continuo con uomini di fiducia – il caso di Poroshenko – ma infiltrarsi direttamente nelle compagini di governo, stabilire un controllo diretto, e fare del paese un protettorato strategico per le future mosse contro la Russia e Vladimir Putin.

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