CORPI E INTERVENTI CIVILI DI PACE

Nell’ottica di costruire alternative all’uso della forza in particolare durante le crisi internazionali, sosteniamo l’urgenza di organizzare Interventi Civili di Pace in zone di conflitto, tramite Corpi di volontari e operatori professionali. Questi sostengono, in qualità di terze parti, gli attori locali nella prevenzione e

trasformazione dei conflitti. L'obiettivo degli interventi è la promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza ma anche come affermazione di diritti umani e benessere sociale.

Chiediamo alle istituzioni il riconoscimento dell’impegno civile e la valorizzazione del patrimonio di esperienze maturato dalla società civile italiana in questo campo soprattutto dagli anni 90 durante le guerre nei Balcani e in Medioriente. I risultati prodotti sul campo dagli operatori di pace, pur in assenza di una formazione strutturata per mancanza di risorse, hanno evidenziato come si possano proteggere efficacemente vita e sicurezza dei civili senza imbracciare armi.

Proprio la scelta nonviolenta e la netta distinzione dai contingenti militari rendono credibile l’indipendenza e la non-partigianeria dei Corpi Civili di Pace (CCP), e consentono loro di declinare la costruzione della pace in una ampia gamma di attività, da attuarsi non solo nella fase di prevenzione ma anche durante e dopo lo scoppio del conflitto: monitoraggio dei diritti umani e denuncia delle violazioni, monitoraggio elettorale, sostegno ai processi di pace e riconciliazione, mediazione, facilitazione e costruzione della fiducia tra le parti, interposizione non armata, accompagnamento nonviolento di difensori dei diritti umani e attivisti per la pace, educazione alla pace, formazione e sostegno alla società civile locale che lavora per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, lavoro di pace nell'aiuto umanitario.

Il Tavolo Interventi Civili di Pace, col sostegno e in collaborazione con le reti promotrici di “un passo di pace”, si impegna a lavorare in rete con società civile, mondo della ricerca e istituzioni per rendere gli interventi sempre più efficaci e sostenibili, e implementare questa proposta anche a livello europeo.

Chiediamo alle istituzioni i seguenti passi di pace:

·      Avviare quanto prima la sperimentazione di Corpi Civili di Pace tramite il Servizio Civile Italiano, come approvato in legge finanziaria già a dicembre 2013

·      Accogliere la proposta della Campagna Difesa Civile, che prevede l’istituzione di Corpi Civili di Pace in un apposito dipartimento, assieme a un Istituto Nazionale di Ricerche su Pace e Disarmo che orienti gli interventi e la formazione dei CCP

·      Ammettere il peacebuilding civile tra le attività proprie della cooperazione allo sviluppo, come da linee guida OECD-DAC, modificando in tal senso la nuova legge della cooperazione

·      Incoraggiare sperimentazioni di CCP a livello europeo, similarmente a quanto fatto in campo umanitario con i nuovi European Voluntary Humanitarian Aid Corps, in base alle esperienze sviluppate e raccolte nell’ambito della rete EN-CPI (European Network of Civil Peace Interventions)

·      Promuovere nell’Unione Europea la dimensione civile della Politica di Sicurezza e Difesa Comune, valorizzando il ruolo della società civile, affinchè la sicurezza umana dei cittadini europei non dipenda esclusivamente dal progetto di un esercito unico. Tale sviluppo dovrebbe tenere in debito conto le raccomandazioni proposte dallo European Peacebuiling Liaison Office

·      Lanciare un programma formativo nazionale di educazione alla pace e alla nonviolenza, come parte integrante delle attività curricolari per la cittadinanza attiva e la convivenza civile. Eliminare tutte le forme di promozione delle attività militari all'interno delle scuole di ogni ordine e grado.

Top