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23 agosto 2014

Italiane rapite, la mappa dei poteri nell’area in cui sono scomparse
di Lorenzo Trombetta

 Tutti e nessuno controllano a pieno titolo la regione nel nord-ovest della Siria dove all’inizio di agosto sono state rapite le due italiane, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, avvistate l’ultima volta ad Abimzu, località tra il confine turco e Aleppo.

Abimzu dista pochi chilometri da Atareb, il principale centro urbano della regione rurale che collega il valico frontaliero turco di Bab al Hawa con la martoriata metropoli siriana del nord. In questo fazzoletto di terra, dal 2012 non più controllato dalle forze governative, si contano diversi gruppi armati locali che affermano di combattere contro il regime siriano. Ma ci sono anche milizie che usano retorica “rivoluzionaria” per imporre la propria autorità spesso a scapito delle comunità locali.

Per un breve periodo, dal novembre 2013 al gennaio 2014, l’area di Atareb era stata sottomessa alle milizie jihadiste dello Stato islamico (Isis), che dal nord-est siriano all’ovest iracheno controllano ormai un territorio esteso quanto l’Ungheria. L’Isis conta decine di migliaia di uomini, ben addestrati, ben armati e inquadrati in una struttura poco permeabile a infiltrazioni e meno esposta di altre a diserzioni.

All’inizio di quest’anno lo Stato islamico è stato però espulso dai ribelli locali dalla regione di Atareb. Ed è stato costretto a ripiegare nella regione rurale a est di Aleppo, dove nessun altro gruppo armato sembra poter mettere in discussione la sua presenza. Da lì, in questi giorni i jihadisti tentano di riportarsi verso ovest, passando però a nord della seconda città siriana.

Da mesi dunque, l’area attorno ad Abizmu è in mano ad alcuni gruppi armati che, in alcuni casi, si alleano tra loro e, in altri, si danno battaglia. Come raccontano fonti ben informate ad Atareb, la presenza di queste milizie, composte in larghissima parte da giovani siriani originari della zona, impedisce in ogni caso alle eventuali “cellule dormienti” dello Stato islamico di operare in piena libertà e di organizzare operazioni complesse, come sequestri e detenzioni di prigionieri, che richiedono una radicata presenza sul territorio.

Le fonti, raggiunte via Skype da Beirut, affermano che tra le milizie locali si contano i battaglioni Norandino (Kata’ib Nur ad Din Zengi), il Movimento della Fermezza (Harakat Hazm) e l’Esercito dei combattenti per il jihad (Jaysh al Mujahidin) che appartengono alla galassia di quel che rimane dell’Esercito libero (Esl), quell’ombrello di miliziani, da più parti definiti “moderati” e che per circa due anni hanno tentato di combattere contro le forze lealiste, ottenendo anche aiuti da Paesi occidentali.

Negli ultimi mesi, ad esempio, diversi rapporti di stampa occidentali e arabi hanno riferito di aiuti militari fatti arrivare dagli Stati Uniti, tramite l’Arabia Saudita e la Giordania, ai miliziani del movimento della Fermezza. Questo gruppo, presente nel nord e nel nord-est ma anche nella regione meridionale di Daraa, non sembra però avere le capacità né di imporsi su altre sigle né di sfidare in maniera determinante il fronte lealista.

Gli altri gruppi che controllano la zona di Atareb e Abizmu sono i Liberi della Siria (Ahrar ash Sham), i qaedisti del Fronte della Salvezza (Jabhat an Nusra) e il Raggruppamento dei compagni del califfato (Tajammu Ansar al Khilafa), che compongono invece il variegato fronte di gruppi salafiti e jihadisti, in parte finanziate da entità istituzionali e private del Golfo arabo.

Secondo la stampa panaraba, gli Ahrar ash Sham hanno catturato nei giorni scorsi uno dei rapitori delle due ragazze italiane nei pressi di Sarmada, a ridosso del confine con la Turchia. Sarmada si trova nella regione di Idlib confinante con quella di Aleppo, anche se tra le due aree la frontiera amministrativa è stata di fatto cancellata da una ripartizione in aree di influenza tra i diversi gruppi.

Tra una località e l’altra ci sono numerosi posti di blocco gestiti dalle varie milizie. Tra al Abizmu e Atareb, a esempio, un civile incorre nel controllo degli Hazm e in quello degli uomini della sicurezza di Atareb. Tra Sarmada e Atareb invece, i posti di blocco sono tre e sono controllati rispettivamente dai qaedisti della Nusra, dall’Esercito dei mujahidin e dal movimento Hazm.

Ciascuna località ha poi un proprio “consiglio rivoluzionario” che si è di fatto sostituito al consiglio comunale legato al regime. E ogni consiglio rivoluzionario ha spesso una propria milizia incaricata ufficialmente di svolgere il compito di polizia contro i numerosi criminali comuni e banditi.

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