http://www.notiziegeopolitiche.net
set 3rd, 2014

Pechino non molla, il governatore di Hong Kong deve essere ‘patriottico’.

Nonostante ieri abbia dimostrato un certo pessimismo circa la possibilità che Pechino cambi la sua politica in materia di amministrazione di Hong Kong, Benny Tai, uno dei leader delle proteste e tra i fondatori di Occupy Central, ha fatto sapere oggi che il movimento pro-democratico di Hong Kong non si fermerà e non tornerà sui propri passi rispetto alla decisione di occupare pacificamente il distretto finanziario dell’isola.
Nei giorni scorsi Pechino ha comunicato l’intenzione di non cedere alle richieste del movimento democratico e di voler mantenere l’opzione di dire la sua su chi deve amministrare l’ex enclave britannica. Il Comitato permanente del Congresso del Popolo nazionale (Npc) ha così comunicato di aver preso la decisione secondo cui nel 2017 saranno i cittadini a scegliere il responsabile esecutivo, però fra due o tre candidati scelti fra una rosa di nomi approvati da Pechino, ovvero “patriottici”.
Di fatto viene preclusa ogni sorta di opposizione, per cui gli attivisti di Occupy Central insistono nel proposito di organizzare corpose manifestazioni dei cittadini che chiedono una maggiore democrazia.
Attualmente metà dei deputati locali vengono eletti dal popolo, mentre il governatore viene scelto da 1.200 esponenti del mondo imprenditoriale, sociale e finanziario, con comprovata fede nei confronti della Repubblica popolare cinese.
Da Washington la portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, ha reso noto che gli Stati Uniti “danno il loro supporto al suffragio universale a Hong Kong in linea con le aspirazioni del popolo di Hong Kong e la Basic Law”, la legge costituzionale approvata ancora in era britannica.
La Gran Bretagna ha reso ieri noto l’istituzione di una commissione di inchiesta sullo stato della democrazia a Hong Kong, cosa appellata da Pechino come atto “altamente inappropriato”, per cui il ministero degli Esteri cinese ha ribadito la posizione del governo sull’isola, considerata come un affare interno, avvertendo che non avrebbe apprezzato interferenze.
Sostegno alla causa dei manifestanti è arrivato anche da Taiwan, dove il presidente Ma Ying-jeou ha manifestato vicinanza al movimento pro-democratico nel perseguire “democrazia e stato di diritto per il popolo di Hong Kong” e ha auspicato che il governo cinese e quello di Hong Kong aprano un dialogo che tenga conto dell’opinione della maggioranza del popolo dell’isola.
Divenuta colonia britannica dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), Hong Kong si espanse nel 1898 fino a comprendere il perimetro della penisola di Kowloon. In base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato.
Amministrata come provincia speciale, Hong Kong è sede di uno dei principali centri finanziari internazionali. Conta 7 mln di abitanti.

top