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01.10.2014

Cina-Hong Kong: storia di una relazione che va avanti da oltre due millenni
di Stefano Consiglio

Quando si pensa alla relazione esistente tra Cina e Hong Kong si tende a considerare il 1997 come lo spartiacque tra la "dominazione" coloniale britannica e il trasferimento della sovranità sull'isola alla Repubblica popolare cinese. In realtà la relazione esistente tra questa superpotenza asiatica e la piccola isola di Hong Kong risale alla dinastia Qui, che incorporò questo territorio nell'impero cinese durante gli ultimi due decenni del III secolo a.c. Nei secoli successivi Hong Kong si sviluppo come un importante porto commerciale e militare dell'impero cinese, fungendo anche da rifugio durante l'invasione dei mongoli iniziata nella seconda metà del XIII secolo d.c.

La cessione di Hong Kong al Regno Unito risale al 1842, quando venne stipulato un trattato che pose fine alla così detta prima guerra dell'oppio. Essa ebbe origine a causa delle controversie tra Regno Unito e Cina in materia di politica commerciale. A partire dal XVI secolo la colonizzazione portoghese di Goa e Macao, rispettivamente in India e Cina, permise l'apertura di un canale di traffico delle merci alternativo alla via della seta. Gli imperatori cinesi cercarono immediatamente di limitare questi scambi, dal momento che avrebbero perso le ingenti quantità di denaro ottenute dai dazi imposti sulla rotta tradizionale. Nel XVIII secolo l'Inghilterra importava un'enorme quantità di prodotti cinesi, specialmente seta, porcellana e tè. Le merci esportate, al contrario, erano alquanto limitate a causa delle limitazioni imposte dalla dinastia Qing. Al fine di contrastare questo deficit commerciale l'Inghilterra iniziò a esportare in Cina l'oppio, considerato legale dal sistema britannico e coltivato in grandi quantità nei territori indiani. Questa decisione del Governo inglese portò alla prima guerra dell'oppio che si concluse con la sconfitta della Cina la quale fu costretta a cedere la sovranità di Hong Kong al Regno Unito.

Nel periodo dell'occupazione britannica vi furono alcuni tentativi di ribellione contro la potenza occupante ma nel complesso Hong Kong fu caratterizzata da un periodo di sviluppo dal punto di vista commerciale, industriale ed economico. Diverse strutture per la diffusione della cultura vennero costruite, tra cui la stessa università di Hong Kong. Questo periodo di prosperità e modernizzazione si interruppe il 23 dicembre 1941 quando il Giappone, circa due settimane dopo l'attacco contro Pearl Harbor, decise di occupare l'isola di Hong Kong. Questo periodo fu caratterizzato da un'iperinflazione e da un razionamento degli alimenti. I militari giapponesi controllarono l'isola con il pugno di ferro, imponendo lo Yen al posto della valuta locale e giustiziando ogni persona sospettata di dissidenza. Secondo diversi studi migliaia di donne vennero violentate nei 3 anni e 8 mesi in cui il Giappone occupo l'isola di Hong Kong.

L'occupazione giapponese terminò ufficialmente il 15 agosto 1945, quando Hong Kong venne definitivamente liberata grazie all'intervento congiunto di forze cinesi e britanniche. La popolazione locale, che prima della guerra aveva raggiunto quota 1,6 milioni, era scesa ad "appena" 600 mila abitanti. Negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale il Regno Unito continuò a esercitare il controllo sull'isola di Hong Kong allo scopo di mantenere una stabile presenza in Asia. Questa strategia è una chiara evidenza dell'inizio della Guerra Fredda, caratterizzata da una contrapposizione tra il blocco occidentale e i paesi accomunati da un'ideologia comunista. Questa scelta della Gran Bretagna di mantenere la sovranità sull'isola di Hong Kong divenne ancora più urgente quando nel 1949 il partito comunista guidato da Mao Tse-tung sconfisse l'esercito della repubblica di Cina imponendosi quale nuovo Governo della Cina continentale.

Le relazioni diplomatiche tra Cina e Gran Bretagna rimasero tese per diversi anni ma trovarono nuova linfa nei continui traffici commerciali tra le due nazioni. Nel 1984, dopo una serie di incontri tra i leader britannici e quelli cinesi, venne siglata una dichiarazione congiunta con la quale si disponeva il trasferimento della sovranità sull'isola di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina. Questa cessione si realizzò solamente nel 1997 e sotto un'importante condizione: che per i successivi 50 anni Hong Kong sarebbe stata governata come una regione amministrativa speciale, capace di adottare le proprie leggi e di esercitare un alto grado di autonomia rispetto al Governo centrale.

La libertà politica che il Governo cinese dovrebbe garantire agli abitanti di Hong Kong è alla base della protesta cominciata tra la fine di agosto e i primi di settembre. La popolazione locale, infatti, rivendica il diritto di scegliere liberamente i propri candidati durante le prossime elezioni che si terranno nel 2017. Stando al progetto attuale, infatti, benché gli abitanti di Hong Kong abbiano il diritto di votare liberamente, la rosa di candidati è sottoposta ad una preventiva approvazione da parte del Governo cinese. Ciò che chiedono i manifestanti, essenzialmente, è l'implementazione dell'accordo raggiunto con la Gran Bretagna nel 1984, attraverso la piena realizzazione di quell'autonomia politica e legislativa rispetto alla quale la Cina ha dato il proprio consenso. Libere elezioni senza interferenze esterne e dimissioni dell'attuale Governo sono le due richieste gridate a gran voce dalle migliaia di manifestanti che stanno occupando da giorni le strade e le piazze di Hong Kong.

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