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mag 14th, 2014

Proteste in Vietnam per la piattaforma di Pechino alle Paracell: 15 le fabbriche cinesi incendiate
di Daniele Priori

Forti proteste in Vietnam dove i manifestanti nazionalisti hanno preso d’assalto, saccheggiato e incendiato una quindicina di fabbriche cinesi: a scatenare la rabbia popolare, inusuale nel paese retto dal regime totalitario comunista che vede come presidente della Repubblica Truong Tan Sang e come premier Nguyen Tan Dung, è stata la decisione di Pechino di costruire una piattaforma petrolifera al largo delle isole contese di Paracel.
Da quanto si è appreso circa 20mila persone si sono riversate nelle strade nel comprensorio industriale della provincia de Binh Duong, nel sud del Paese, in cui operano fabbriche tessili e di calzature cinesi, taiwanesi e sudcoreane.
Stando a quanto ha reso noto il portale ufficiale VNExpress, che è statale, sarebbero almeno 15 le fabbriche incendiate, mentre molte altre sono state chiuse per evitare l’aggravarsi dei disordini.
Le isole Paracel e Spratly sono contese dai due paesi ed in particolare queste ultime (reclamate anche da Malesia, Filippine e Taiwan) un anno fa sono state oggetto di un’azione dimostrativa della Marina cinese, che aveva inviato navi: Huang Wenhui, che dirige l’ufficio cinese per la pesca presso il Dipartimento per l’oceano e la pesca nella provincia di Hainan, aveva allora dichiarato che “Stiamo esplorando i modi per sfruttare le risorse del mare in maniera sistematica: l’obiettivo finale di questa operazione è che i pescatori possano pescare intorno alle isole Nansha (le Spratly) su base regolare”.
Anche le Paracel (che i cinesi chiamano Xisha), come le Spratly, sono ricche di acque pescose e di petrolio e sono contese, oltre che da Cina e Vietnam, anche Taiwan, che le considera parte della provincia di Kaohsiung.
Il governo di Hanoi ha oggi bollato come “illegale” l’iniziativa cinese, ma Pechino ha già disposto che nessuna imbarcazione, compreso quelle straniere, navighi a meno di tre miglia dalla piattaforma.
Nel 1974 nelle acque delle Paracell si combatté una vera e propria battaglia fra navi cinesi e sudvietnamite: nei pressi del “Crescent Group” dell’arcipelago, dove le navi di entrambi i paesi erano di supporto alle truppe sbarcate, le forze cinesi affondarono una corvetta sudvietnamita e danneggiarono altre tre unità, obbligando gli avversari a ritirarsi; la Cina ebbe 4 corvette danneggiate. I morti furono 53 per i sudvietnamiti e 18 per i cinesi; come conseguenza dello scontro, Pechino estese il controllo militare a tutte le principali isole dell’arcipelago, scacciandone le guarnigioni sudvietnamite.
Amministrate de facto oggi dalla Cina, che le ha incluse nella provincia di Sansha, le isole sono in realtà l’insieme di una trentina di scogli e di atolli disabitati.

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