La Voce della Russia
21 marzo, 2014

Politica ed economia, molti paralleli tra il 1914 ed il 2014

Nel 2014 ricorrono cento anni dall’inizio della Prima guerra mondiale. Molti esperti rilevano la somiglianza tra l’odierna situazione e quel periodo, e non solo in economia ma anche sul piano politico. Ecco solo alcuni degli esistenti paralleli.

La Prima guerra mondiale era maturata nel corso di decenni. Al Congresso di Berlino del 1878 si disgregò di fatto l’ ”unione dei tre impertatori”: russo, tedesco ed austro-ungarico. Negli anni ’90 del XIX secolo il mondo era diviso tra le “vecchie” potenze europee, ossia tra Inghilterra, Francia, Portogallo, Olanda e Belgio. Un’altra grande potenza, la Russia, era impegnata nella valorizzazione dell’oriente, mentre gli americani conquistavano il Wild West. Solo la Germania rimase emarginata e i tedeschi, scontenti di tale stato delle cose, cominciarono a parlare apertamente di una nuova spartizione del mondo, il che portò in seguito alla guerra.

Il riorientamento negli anni 1890 dell’attività in politica estera della Russia verso l’Estremo Oriente e le pressioni economico-politiche della Germania indebolirono le posizioni russe in Europa e nel Medio Oriente. Nel 1904 nell’Estemo Oriente scoppiò la guerra russo-giapponese. Dietro il Giappone stavano i governi degli USA e dell’Inghilterra, le cui banche finanziavano i preparativi militari di Tokyo. Dopo la sconfitta in quella guerra la Russia attivizzò la propria politica estera in Europa. La Gran Bretagna, che aspirava all’egemonia in Europa, cercava di essere l’arbitro negli affari internazionali.

Oggigiorno sono stati gli USA, al posto della Gran Bretagna, ad assumersi il ruolo di arbitro internazionale, mentre la Germania, sebbene sia diventata un colosso economico europeo, non è sufficientemente indioendente nella sfera politica. Come anche 100 anni fa, la Germania non ha un proprio posto determinato sulla scacchiera mondiale. Ciò si è manifestato in modo particolarmente palese nella dichiarazione del premier polacco Donald Tusk, il quale ha fatto una paternale alla Germania per i suoi legami con la Russia nel settore dell’energia: “Bisogna correggere la strategia nel campo dell’energia e conseguire l’indipendenza dalla Russia affinché mosta non possa influire mediante le risorse energetiche sulla politica dell’Unione Europea”. Nessun politico polacco avrebbe osato parlare in tale maniera con il cancelliere tedesco se dietro le sue spalle non ci fossero stati gli USA. L’Europarlamento ha vietato del tutto all’ex cancelliere Schröder di fare dichiarazioni pubbliche sulla Russia. Ma quanto a lungo riusciranno gli USA a tenere la Germania nella propria sfera di influenza? La Germania non è infatti la Polonia, né la Romania o Albania.

Nel ХХ1 sono comparsi nuovi giocatori. Sono i paesi BRICS, tra cui la Russia. Dopo il 2000 Mosca è ritornata sull’arena internazionale. Puntando sulla formazione di un nuovo ordinamento mondiale Mosca ha dimostrato, sull’esempio della Siria, che la sicurezza nel mondo può essere gatantita solo insieme con la Russia. Ma non tutti gradiscono l’idea, proposta dalla Russia, di creare uno spazio economico e umanitario unico dall’Atlantico al Pacifico. Nel suo messaggio al Consiglio della Federazione (Camera alta) Vladimir Putin ha sottolineato: "La presunta politica di contenimento della Russia continua anche adesso, ci cercano continuamente di mettere tra l’uscio e il muro".

Già nel 1898 l’imperatore russo Nicola II invitò i governi a convocare una conferenza internazionale per discutere i progmeni del disarmo globale. Tale conferenza si tenne nel 1899 all’Aia e vi fu adottata la convenzione sui metodi pacifici di soluzione delle controversie internazionali. Ma in merito alla questione fondamentale ossia sulla riduzione delle forze armate, la conferenza non ha deciso niente a causa dei contrasti esistenti tra le potenze. L’idea del disarmo risultà essere un’utopia.

Nel XXI la corsa agli armamenti in forma diretta o indiretta non è cessata. Esiste, è vero, il trattato sulla riduzione degli armamenti strategici offensivi, ma sono più numerose le domande su come lo stesso viene rispettato.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, bisogna ricordare che la crisi finanziaria colpì gli USA nel 1907, prima dell’inizio della guerra mondiale. Crollò il mercato fondiario di New York, il paese entrò in recessione. Dagli USA e dall’Inghilterra la crisi si estese alla Francia, Italia ed altri paesi. Anche l’attuale crisi nell’economia mondiale è iniziata negli USA, nel 2007. Già da 7 anni nessuno è in grado di valutarne la profondità e nessuno sa quando finirà.

È difficile giudicare della validità di tali paralleli. È chiara però una cosa, e cioè nel secolo scorso le crisi internazionali, complicate da contese territoriali, hanno dato una spinta al rafforzamento delle alleanze politico-militari e all’intensificazione della preparazione alla guerra. L’attuale situazione nell’arena mondiale è molto sinile alla situzione di allora. I classici del marxismo sostenavano infatti che la storia si sviluppa seguendo una spirale.

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