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23 dic 2014

Ma Prodi in Russia che ci è andato a fare?
di Aldo Giannuli

Il toto Quirinale impazza e vengono fuori i nomi più strampalati: Pinotti, Lanzillotta, Piano, Muti… intendiamoci: Muti è un grandissimo direttore d’orchestra che ammiro moltissimo, ma cosa c’entra con il Quirinale? Ed, infatti, essendo una persona seria, ha smentito lui stesso questa candidatura. E’ probabile che questi nomi siano in parte frutto di autocandidature o, più modestamente, di tentativi di guadagnare un lampo di celebrità, ed in parte frutto del “metodo Gentiloni”: far circolare una raffica di nomi da mandare allo sbaraglio, per coprire il nome del vero candidato da tirare fuori dopo aver fatto cadere gli altri.

E qui il nodo ha un solo nome: Prodi. Sulla carta è il candidato ideale del fronte anti Nazareno, ma con i voti dei nemici del Nazareno (ammesso e non concesso che si coalizzino tutti, da Salvini a Civati, da Vendola alla Meloni, da Grillo ed i suoi ex a Fitto ecc.) non ce la farebbe mai (si vedano i conti che abbiamo fatto). E lui, invece, ci pensa molto seriamente, a quanto pare. Diversamente non ripeterebbe ogni due per tre “Non sono candidato”.

Ed allora qui le ipotesi sono due:

- o Renzi sta pensando di sbarazzare il campo dal suo più pericoloso sfidante, per aprire la strada ad un Gentiloni o a una Pinotti;

- oppure si sta veramente valutando di eleggere “la mortadella dal volto umano” al Quirinale.

Per farlo fuori potrebbero esserci due sistemi: o candidarlo e bruciarlo per poi puntare sul nome vero (come abbiamo ipotizzato in un articolo precedente), oppure convincerlo a farsi da parte, magari con la promessa di un grande incarico internazionale (Presidenza dell’Assemblea Generale Onu?). Anche la seconda ipotesi potrebbe avere qualche fondamento perché a Prodi un posto così prestigioso potrebbe garbare molto. Il guaio è che Renzi può solo garantirgli di candidarlo, ma dato il credito internazionale di cui gode (praticamente zero), sarebbe come essere candidati da Scaramacai. Quindi dovremmo scartare a prima vista questa ipotesi. Ma, c’è sempre un ma, forse le cose non sono così semplici.

Proviamo ad esaminare questa strana visita di Prodi a Putin sotto il profilo delle due ipotesi considerate a cominciare da quella Onu. Prodi è sempre stato tanto amico dei tedeschi, poi dei cinesi, ma anche dei russi. In fondo, l’affare Gazprom partì quando lui era presidente del Consiglio e molti ricordano la sede moscovita della Nomisma (d’accordo, pagata dal Sismi, ma questo conta fino ad un certo punto) che dava autorevoli pareri al Cremlino. Dunque, Renzi candida Prodi (ed è ovvio che la candidatura parta dal paese di appartenenza del candidato), però poi si aggiunge un autorevolissimo appoggio di Russi, tedeschi e (perché no?) cinesi. Col che la candidatura all’Ag dell’Onu prenderebbe decisamente corpo. Per cui, la gita russa di Prodi andrebbe letta come il sondaggio della disponibilità di Putin a sostenerlo. Vedremo se i pellegrinaggi continueranno anche a Berlino, Pechino, magari Washington…

Seconda ipotesi: Prodi sta realmente puntando a succedere a Napolitano: con il fronte anti nazareno non ce la può fare. L’abbiamo già detto. Ma non ce la farebbe neppure con un cartello Pd- Sel, M5s perché i margini sarebbero troppo ristretti ed il solito plotone di esecuzione del Pd lo falcerebbe. Ci vorrebbero anche i centristi, ma, peraltro la questione è stata risolta da Grillo che ha già detto di no.

Resta una sola possibilità di riuscita: il voto compatto dei 440 grandi elettori del Pd, più i centristi e Forza Italia (e magari con l’aggiunta anche di Sel ed ex M5s). Così i numeri sarebbero decisamente abbondanti anche nel caso di defezione di parte di Fi.

Già, ma come convincere il Cavaliere a votare quello che certamente odia di più? Be, a pensarci bene, Putin è tanto amico del Cavaliere che può anche chiedergli un favore, magari assicurandogli la tanto sospirata grazia. In fondo, l’eventuale ripresa dei progetti Gazprom dovrebbe stare molto a cuore anche al Cavaliere. E poi, magari, Prodi potrebbe godere l’appoggio della Ue. Infatti uomo di sicura fede europeista (tradotto: farebbe benissimo il ruolo di commissario Ue in Italia, garantendo il debito anche a costo di impiccare uno per uno gli italiani per pagare gli interessi. E, in fondo, potrebbe essere sopportato anche dagli americani o, quantomeno, dall’attuale amministrazione Usa.

Certo, a Berlusconi, Gazprom sta a cuore, ma potrebbe non bastare per convincerlo. Ed allora, potrebbe esserci lo zuccherino finale: la grazia. Chi meglio di Prodi potrebbe dargliela? Già sento i commenti: “Con la grazia al Cavaliere, da parte del suo storico avversario, si chiudono venti anni di guerra civile”… “E’ una svolta epocale, solo Prodi poteva farlo”.

Oppure, la variante, è che, ottenuta l’assicurazione del voto al bolognese, la grazia all’uomo di Arcore la dà il vecchio Presidente uscente, per lasciare un paese pacificato. Insomma un mega inciucio, un super Nazareno che ingoia e digerisce la fragile opposizione interna al Pd (come potrebbero non votare Prodi?). Vedremo, però una cosa possiamo dirla da adesso: mai vista una elezione del Presidente con giochi coperti ed intrighi come questa. E siamo solo agli inizi…

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