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5 settembre 2014

Il regista russo che discute la democrazia

La democrazia è un’illusione degli europei che pensano che porti sempre qualcosa di buono. Parole di Andrei Konchalovsky, regista “reazionario” russo

Si definisce «un reazionario» Andrei Konchalovsky e sono destinate a far discutere le parole che il regista russo spende dalla Mostra di Venezia sulla questione ucraina: “Non so se sono favorevole oppure no all’intervento e credo sia ridicolo rispondere. Chi può farlo? C’è forse qualcuno di noi che sa veramente per che cosa ci stiamo scontrando, che cosa c’è in ballo?”. E allargando il discorso, aggiunge: “Non è facile per nessuno capire quale sarà il futuro del mondo. È sempre stato così. Qualcuno poteva prevedere l’avvento di Hitler o di Mussolini o di Stalin nel ventesimo secolo? Non sappiamo immaginare il futuro. Per gli europei, in particolare, è difficile cogliere il nuovo paradigma mondiale”. Quindi la stoccata: «L’Ucraina è un pericolo per la Russia, ma l’eurocentrismo impedisce di vederlo come tale. L’illusione nella mente degli europei è che la democrazia sia qualcosa di positivo comunque. Non vedono i suoi effetti nei paesi poveri, in Sud Africa, Iraq, Libia, Egitto, Tunisia, dove le elezioni hanno portato al potere dei dittatori. Vengo considerato un reazionario ma sono tranquillo”.

“La verità -prosegue il cineasta- arriva sempre all’umanità in tre fasi. Prima viene ridicolizzata, poi ci si oppone a essa con forza, infine viene accettata come una cosa banale. Oggi ci troviamo nella fase due, in cui si è ferocemente contrari all’idea che la democrazia possa portare alla dittatura. Ma staremo vedere. C’è dappertutto un grande cambiamento. Si stanno sviluppando tensioni crescenti tra mondo arabo e cristiano che potrebbero esplodere e portare a un conflitto. Inoltre si parla sempre di rispetto dei diritti umani ma si dimentica che il diritto primario dell’essere umano è l’acqua. Ecco, l’acqua sarà la ragione scatenante delle future guerre».

Andrei Konchalovsky si trova al Lido per presentare il suo nuovo film, The Postman’s White Nights («Le notti bianche di un postino»), con cui punta al Leone. Girato nel Nord della Russia, nella regione di Arcangelo, nei villaggi che si trovano sul territorio del Parco Nazionale di Kenozero, The Postman’s White Nights racconta la vita di una piccola comunità che vive isolata dal mondo esterno, se non fosse per la presenza di un postino (Aleksey Tryapitsyn), unico tramite con le città.

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