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https://www.middleeastmonitor.com
Friday, 24 October 2014

Più di un attacco israeliano al giorno, nel mese di settembre a Gaza
di Ben White

Due mesi dal cessate il fuoco che ha concluso i 50 giorni di bombardamento israeliano su Gaza, difensori dei diritti umani hanno accusato Israele di violare sistematicamente i termini dell'accordo che ha posto fine alle ostilità.

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha pubblicato i dati che descrivono i ripetuti attacchi fino a fine settembre, sui civili palestinesi nella cosiddetta zona cuscinetto di Gaza, o Access Restricted Areas (ARA).

Gli attacchi da parte delle forze navali israeliane inclusi 18 casi di sparatorie e altri quattro episodi in cui i pescatori sono stati inseguiti e arrestati. Il 17 settembre, un pescatore di 69 anni, è stato colpito alla gamba mentre stava a 200 metri dalla recinzione del confine costiero, per lavorare con i suoi figli.

Mentre in parte del mese di agosto, durante il cessate il fuoco 26 pescatori palestinesi dovevano essere autorizzati a lavorare fino a 6 miglia nautiche dalla costa (sotto gli accordi di Oslo, la zona marittima di Gaza è stata definita come 20 miglia nautiche). Eppure, secondo PCHR, tutti gli attacchi documentati a settembre "hanno avuto luogo entro la distanza di 6 miglia nautiche."

Proprio questo Mercoledì, le forze navali israeliane hanno arrestato sette pescatori al largo della costa nord di Gaza, sostenendo che erano andati oltre il limite delle sei miglia nautiche imposto dal blocco israeliano. Le forze hanno sparato colpi di avvertimento e proiettili di metallo ricoperti di gomma, ferendone uno.

Secondo il PCHR, oltre agli attacchi in mare, Settembre ha visto anche 13 attacchi da parte delle forze israeliane vicino alla recinzione di confine, tre sparatorie e due incursioni di terra. Il 28 settembre, ad esempio, le forze israeliane hanno sparato e ferito un palestinese nel nord di Beit Lahia.

Israele ha istituito la zona cuscinetto nella Striscia di Gaza dopo il ritorno delle forze armate nel 2005 che ha fatto seguito al disimpegno, istituendo una zona no-go imposta con fuoco di proiettili veri.

Come lo descrive il PCHR: Per prevenire i palestinesi dall’accedere alle loro terre e alle zone di pesca, viola numerose disposizioni del diritto internazionale e dei diritti umani, compreso il diritto al lavoro, il diritto ad un adeguato standard di vita, e il diritto al più alto livello possibile di salute. Far rispettare la zona cuscinetto attraverso l'uso del fuoco vivo si traduce spesso, tra l'altro, nella presa di mira diretta dei civili e/o in attacchi indiscriminati, entrambi le cose costituiscono crimini di guerra.

Le azioni militari israeliane nella recinzione di confine, detta zona cuscinetto, così come quelle off-shore delle coste di Gaza, ammonatano ad un totale di 35 attacchi da parte delle forze israeliane contro i palestinesi solo durante il mese di settembre, con una media di oltre un incidente al giorno.

Dalla fine dell'operazione di Bordo di Protezione, le fazioni palestinesi di Gaza non hanno sparato un solo razzo in due mesi, eccetto un colpo di mortaio sparato da dentro la Striscia di Gaza come riferito arrivato in Israele il 16 settembre. Hamas ha negato di avere qualcosa a che fare con il fuoco di mortaio, e nessun altro gruppo ne ha assunto la responsabilità.

C'è un precedente qui. Nei primi tre mesi dopo l’Operazione Colonna di Nuvola nel novembre 2012, ci sono stati più di 100 episodi di forze israeliane che hanno sparato ai palestinesi, durante incursioni di frontiera, o attaccavano i pescatori. Questi attacchi hanno ucciso 4 persone ferendone 91. Nello stesso periodo, nessun razzo e solo due colpi di mortaio sono stati sparati dalla Striscia di Gaza verso Israele. Ora abbiamo un altra definizione israeliana di un periodo di calma.


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Friday, 24 October 2014

More than one Israeli attack on Gaza per day in September
By Ben White

Two months on from the ceasefire that ended a 50-day Israeli bombardment of Gaza, human rights defenders have accused Israel of routinely violating the terms of the agreement that ended the hostilities.

The Palestinian Centre for Human Rights (PCHR) has published figures detailing repeated attacks throughout September on Palestinian civilians in Gaza's so-called 'buffer zone', or Access Restricted Areas (ARA).

Attacks by Israeli naval forces included 18 shooting incidents and four further incidents when fishermen were chased and arrested. On 17 September, a 69-year-old fisherman was shot in the leg as he stood 200m from the coastal border fence working with his sons.

As part of the 26 August ceasefire agreement, Palestinian fishermen were to be permitted to work up to 6 nautical miles from shore (under the Oslo Accords, Gaza's maritime area was defined as 20 nautical miles). Yet according to PCHR, all the documented attacks through September "took place within the distance of 6 nautical miles."

Just this Wednesday, Israeli naval forces arrested seven fishermen off the coast of northern Gaza, claiming that they had gone beyond the six-nautical mile limit imposed by Israel's blockade. The forces fired warning shots and rubber-coated metal bullets, injuring one.

According to PCHR, in addition to the attacks at sea, September also saw 13 attacks by Israeli forces close to the border fence, including shootings and two ground incursions. On 28 September, for example, Israeli forces shot and injured a Palestinian in northern Beit Lahia.

Israel established the 'buffer zone' in the Gaza Strip after its redeployment of forces in 2005 (the 'disengagement'), establishing a no-go area enforced with live fire. As PCHR describe:

Preventing Palestinians from accessing their lands and fishing areas violates numerous provisions of international human rights law, including the right to work, the right to an adequate standard of living, and the right to the highest attainable standard of health. Enforcing the 'buffer zone' through the use of live fire often results in, inter alia, the direct targeting of civilians and/or indiscriminate attacks, both of which constitute war crimes.

The Israeli military's actions in the border fence 'buffer zone', as well as those off Gaza's shore, make for a total of 35 attacks by Israeli forces on Palestinians during the month of September alone, an average of more than one incident per day.

Since the end of 'Operation Protective Edge', Palestinian factions in Gaza have not fired a single rocket in two months, with one mortar shell fired from inside the Gaza Strip reportedly landing in Israel on 16 September. Hamas denied having anything to do with the mortar fire, and no other group took responsibility.

There is a precedent here. In the first three months after November 2012's 'Operation Pillar of Defense', there were more than 100 incidents of Israeli forces shooting Palestinians, conducting border incursions, or attacking fishermen. These attacks killed 4 and wounded 91. During the same period, no rockets and just two mortar shells were fired from the Gaza Strip into Israel. Now we have yet another example of Israel's definition of a 'period of calm'.

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