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giovedì 23 ottobre 201

Guai in vista per Rohani?
di Ali Izadi



Un oscuro chierico passa a miglior vita: è un falco, ma Rohani lo piange. Forse perché al suo posto, cruciale nel potere iraniano, sta arrivando l'ayatollah più estremista.

Dopo cinque mesi di coma irreversibile l'ayatollah Mohammad Reza Mahdavi Kani alla fine si è spento. E' una notizia importante? 

La sua morte, vista l'età, appare naturale, ma sorprende la reazione del presidente Rohani, che lo piange come il simbolo del clero rivoluzionario e moderato e proclama addirittura due giorni di lutto nazionale. 
Difficile pensare che tanta importanza nel suo decesso il presidente l'abbia scorta nel fatto che l'ayatollah Mhadavi Kani 5 mesi fa, subito dopo aver partecipato alla cerimonia per il 25esimo anniversario della morte di Khomeini, ha avuto un infarto entrando in coma.
Mhadavi Kani nel periodo postrivoluzionario ha avuto senza dubbio un ruolo molto importante per stabilizzare e regolare il potere nella repubblica islamica, è stato il primo capo del Komitte islami (i membri militari che crearono i famosissimi Sepah pasdaran) è stato ministro dell' interno, ha fondato la famosa università Imam Sadeq, con i suoi corsi sull'Islam basati su una visione conservatrice e forse un po' fondamentalista ...

Poi il suo potere, almeno simbolicamente, è aumentato moltissimo 5 anni fa, quando Khamenei gli ha assegnato le chiavi del cruciale Consiglio degli Esperti, da dove per tanti anni Rafsanjani aveva imposto il suo ruolo di uomo cardine del regime. 
Ma Rafsanjani negli ultimi tempi si era avvicinato troppo ai riformisti, aveva protestato per la rielezione di Ahmadinejad, si era dichiarato a favore di Karrubi e Musawi, sua figlia si era permessa parole critiche, tanto da finire in galera. Così Mahdavi kani, per quanto costretto su una sedia a rotelle, ha preso la guida di questa struttura decisiva per gli equilibri nel sistema dei mullah. 

Il ruolo vero del Consiglio degli Esperti è sorvegliare il leader supremo e garantire la sostituzione del Rahbar (leader) nel caso di suo impedimento o malattia grave: con Mahdavi tutto questo si è tradotto molto semplicemente nel togliere dal fianco di Khamenei la spina-Rafsnajani e restituire al leader un amico alla guida del solo organismo che poteva preoccuparlo. 

Ma allora, se così stanno le cose, perché è Rohani a piangere per la sua morte e non Khamenei e i falchi amici suoi, che hanno avuto in Mahdavi un alleato così prezioso nel tempo e soprattutto in questi ultimi, turbolenti anni? 

Forse perché Rohani percepisce che ora le cose possono mettersi male, che alla guida del Consiglio degli Esperti può arrivare un ayatollah importantissimo come Ahmad Jannati, attuale segretario del Consiglio, quello che due giorni fa in televisione ha detto che solo la misericordia islamica ha impedito l'esecuzione della pena capitale nei confronti dei traditori Karrubi e Musawi, i due leader del movimento verde.

Ecco forse il motivo per cui Rohani vede in Mahdavi kani un eroe della rivoluzione, mentre nessun iraniano se n'è accorto, se non per dire "beh, uno in meno, pace all'anima sua".

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