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Prison Planet.com

June 17, 2014

Gli Usa hanno Ignorato la minaccia ISIS per promuovere una campagna senza fine della guerra al terrore
di Kurt Nimmo

I media corporativi hanno spinto la guerra infinita al terrore per oltre un decennio.

I media corporativi, prendendo spunto in parte da Foreign Policy, rivista precedentemente di proprietà della Carnegie Endowment for International Peace (nome falso), insiste sul fatto che le vittorie di ISIS in Iraq ha preso l’establishment di sorpresa.

Daveed Gartenstein-Ross, descritto come analista del terrorismo e senior fellow presso la Fondazione per la Difesa delle Democrazie, che presumibilmente studia ISIS e altri gruppi legati ad al Qaeda, ha detto alla rivista la scorsa settimana: "Presi alla sprovvista". Gartenstein-Ross sostiene che l'intelligence Usa non aveva idea che "ISIS stava per montare una grande offensiva per prendere più città contemporaneamente".

Shane Harris ha scritto per FP: "L’incapacità Le agenzie di intelligence a predire l'ultima crisi in Iraq rischia di alimentare le critiche alla gestione dell'amministrazione Obama di altre crisi globali, come in Siria e in Ucraina,".

Anche l'ex segretario di Stato Hillary Clinton insiste che non aveva idea della minaccia di ISIS. Apparendo alla chiassosa festa del Council on Foreign Relations, la Clinton ha detto che non era a conoscenza che l’ISIS potesse essere efficace nel conquistare intere città in Iraq, e cercasse di cancellare i confini per creare uno stato islamico.

Questa ignoranza gioca a destra nel piano neocon per mantenere la guerra al terrore a tempo indeterminato. La Fondazione per la Difesa delle Democrazie è un think tank neocon di spicco, proprio loro, con l'American Enterprise Institute e l'Hudson Institute, sono le organizzazioni che hanno promosso con entusiasmo i fallimenti dell'intelligence con bugie e invenzioni, in vista dell'invasione statunitense e conseguente occupazione dell'Iraq da parte di Bush e mantenuta successivamente da Obama.

Tutto ciò, ci dice, Gartenstein-Ross, deve essere assunto con un grande pezzo di sale. Egli è l'autore di due libri che promuovono la fabbricazione della guerra al terrore. L'eredità di Bin Laden: stiamo ancora perdendo la guerra al terrorismo e i terroristi crescono negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Peter Bergen, che ha scritto La guerra più lunga: Il conflitto duraturo tra l'America e Al Qaeda, insiste "Daveed Gartenstein-Ross ha scritto un’acuta e fluida analisi su al Qaeda e i suoi affiliati nell'era post-Bin Laden. Una lettura sobria ed essenziale che fa riflettere "soprattutto per i neocon interessati a mantenere la guerra al terrorismo e i suoi miti caracollare a lungo.

Ignorato, in mezzo a tutta questa ignoranza simulata, è il fatto che l’ISIS mantiene libri come un ragioniere di ritenzione anale. Nel mese di marzo, l'organizzazione ha pubblicato al-Naba, la sua relazione annuale. "Il rapporto in lingua araba, con oltre 400 pagine, è stato pubblicato dalla Media Foundation I'tisaam, principale braccio mediatico di ISIS, e poi ripubblicate on-line da fonti secondarie"

Alex Bilger scrive per l'Istituto per lo Studio della guerra. "Questo rapporto è la seconda nota relazione di ISIS che fa conoscere i risultati della loro campagna militare in Iraq."

La pubblicazione ripetuta di relazioni annuali consecutive indica che il comando militare di ISIS in Iraq ha esercitato il comando e il controllo di un teatro nazionale, almeno dall'inizio del 2012. ISIS in Iraq è disposto e in grado di organizzare le procedure di reporting centralizzate e di pubblicare i risultati della sua prestazione per ottenere effetti organizzativi. Tali effetti organizzativi potrebbero includere attirare l'attenzione dei potenziali donatori e mostrar loro un’organizzazione sempre più strutturata in grado di fare molto di più che attaccare a casaccio.

Nonostante il presunto stordimento, Hillary Clinton e le agenzie di intelligence statunitensi che masticano miliardi di dollari ogni anno nello sforzo che dovrebbe essere mirato a proteggere il popolo americano dai cattivi Qaedisti, il rapporto descrive la sua campagna per Nineve come lo sforzo principale.

Ninive, e dla provincia di Ninive, è dove l’ISIS ha iniziato il suo tentativo di ritagliarsi un califfato all'inizio di questo mese.

Come statista anziano e potenziale futuro presidente, una traduzione del rapporto ISIS avrebbe dovuto stare sul comodino della Clinton. Avrebbe dovuto inoltre atterrare su di una scrivania CIA entro pochi giorni dalla pubblicazione.

Ma non l’ha fatto, e per una buona ragione. Gli Stati Uniti avevano anticipato i progressi militari di ISIS, avrebbero potuto rinforzare i militari iracheni, tristemente impreparati. Invece, hanno deciso di essere colti alla sprovvista e sorprendere.

Questa posizione permette al governo di montare una campagna di pubbliche relazioni che caratterizzano ISIS come una minaccia che richiede una rinnovata enfasi della guerra al terrore e supplementari spese per migliaia di miliardi di dollari. Fornendo innumerevoli ore di copertura mediatica complete di foto sensazionali, di omicidi di massa e centinaia di migliaia di profughi disersi e spaventati.

I Senatori Lindsey Graham e John McCain, insieme al repubblicano Peter King e agli altri stanno ora strillando allarmi belligeranti che, se il popolo americano non si sveglia dal sonno per sostenere la guerra al terrorismo, i terroristi ISIS si impegneranno in una jihad omicida in patria.


Prison Planet.com

June 17, 2014

U.S. Ignored ISIS Threat to Hype Endless War On Terror
By Kurt Nimmo


The corporate media has pushed the forever terror war for over a decade.

The corporate media, taking its cues in part from Foreign Policy, a magazine formerly owned by the misnamed Carnegie Endowment for International Peace, insists the gains of ISIS in Iraq took the establishment by surprise.

“We got caught flat-footed. Period,” Daveed Gartenstein-Ross, described as a terrorism analyst and senior fellow at the Foundation for Defense of Democracies, who supposedly studies ISIS and other al Qaeda-linked groups, told the magazine last week. Gartenstein-Ross claims U.S. intelligence had no idea “ISIS was about to mount a major offensive to take over two more cities simultaneously.”

“The intelligence agencies’ inability to predict the latest crisis in Iraq is likely to fuel critics of the Obama administration’s management of other global crises, including in Syria and Ukraine,” Shane Harris writes for FP.

Even former Secretary of State Hillary Clinton insists she had no idea of the ISIS threat. Appearing at a Council on Foreign Relations shindig, Clinton said she was unaware of “the extent to which ISIS could be effective in seizing cities in Iraq and trying to erase boundaries to create an Islamic state.”

This ignorance plays right into the neocon plan to keep the war on terror going indefinitely. The Foundation for Defense of Democracies is a prominent neocon think tank right up there with the American Enterprise Institute and the Hudson Institute, organizations that enthusiastically promoted “intelligence failures” (lies and fabrications) ahead of the U.S. invasion and occupation of Iraq by the Bush regime and subsequently maintained by Obama.

Anything Gartenstein-Ross tells us should be taken with a large chunk of salt. He is the author of two books hyping the war on manufactured terror – Bin Laden’s Legacy: Why We’re Still Losing the War on Terror and Homegrown Terrorists in the U.S. and U.K.

Peter Bergen, who penned The Longest War: The Enduring Conflict between America and Al Qaeda, insists “Daveed Gartenstein-Ross has written an analytically sharp, fluidly written account of al Qaeda and its affiliates in the post-bin Laden era. It makes for sobering and essential reading,” especially for neocons interested in keeping the war on terror and its myths chugging along.

Ignored amidst all this feigned ignorance is the fact ISIS keeps books like an anal-retentive accountant. In March, the organization published al-Naba, its annual report. “The Arabic language report, over 400 pages long, was first published by the I’tisaam Media Foundation, ISIS’s main media arm, and then re-posted online by secondary sources,”Alex Bilger writes for the Institute for the Study of War. “This report is the second known ISIS report publicizing the results of their military campaign in Iraq.”

The repeated publication of consecutive annual reports indicates that the ISIS military command in Iraq has exercised command and control over a national theater since at least early 2012. ISIS in Iraq is willing and able to organize centralized reporting procedures and to publish the results of its performance to achieve organizational effects. Such organizational effects might include attracting the attention of potential donors to ISIS’s cause and also showing off an increasingly structured organization capable of more than just attacking haphazardly.

Despite the supposed befuddlement of Hillary Clinton and U.S. intelligence agencies chewing through billions of dollars per year in the supposed effort to protect the American people from al-Qaeda bad guys, the report “describes its campaign for Ninewa as a main effort.”

Ninewa, or the Nineveh Province, is where ISIS began its effort to carve out a caliphate earlier this month.

As an elder statesperson and potential future president, a translation of the ISIS report should have been bedside reading for Clinton. It should have also landed on a CIA station desk within days of publication.

But it didn’t – and for good reason. Had the United States anticipated the military advances of ISIS, it could have beefed up a woefully unprepared Iraqi military. Instead, it decided to be “flat-footed” and caught by surprise.

This posture allows the government to mount a public relations campaign characterizing ISIS as a threat requiring renewed war on terror emphasis (and expenditure of trillions of additional dollars). It provides countless hours of media coverage complete with lurid photos of mass murder and hundreds of thousands of frightened refugees.

Sen Lindsey Graham, Sen. John McCain, Rep. Peter King and others are now warning in shrill and belligerent tones that if the American people do not wake from their slumber and get behind the war on terror, ISIS terrorists will engage in a murderous jihad in the homeland.

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