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21 gennaio 2014

Mia nota
di Marco Ramazzotti

 Ieri sera, domenica, nella trasmissione "Che tempo che fa" é stata presentato un libro della figlia del giudice Chinnici, ucciso dalla mafia. Desidero fare alcune mie considerazioni, collegando lotta alla mafia e quel che é successo alla sinagoga / centro ebraico di via Balbo a Roma. 

 Come ogni ragazzo ebreo, ho dovuto pensare e ripensare, assaporare il sapore di morte e l' orrore dell'Olocausto. Nel silenzio, di nascosto. Ogni ebreo vive il suo Olocausto: la sensazione di non avere diritti, non essere una persona, essere un giocattolo nelle mani di persone crudeli e inumane. 

Ho partecipato, nel mio piccolo, alla lotta alla mafia, facendo controlli al mercato della frutta e verdura di Palermo, nel 1973.

Sono convinto che la legalità sia una delle risorse della lotta di classe, a casa nostra, e della lotta internazionalista per l'indipendenza dei popoli e la giustizia nei rapporti internazionali.

Credo nelle istituzioni, anche se possono lavorare più o meno bene. Ma sta a noi cambiarle in meglio.

Sono nato nell'epoca delle indipendenze africane, sono cresciuto in Africa e questa lotta per le indipendenze mi ha profondamente marcato. Anche qui, le posizioni dei coloniali e dei neo-colonizzatori si misuravano e si scontravano con il diritto all'indipendenza e allo sviluppo dei popoli colonizzati e dei neo-indipendenti.

Vivere con gli Africani musulmani mi ha posto immediatamente il problema di scegliere tra una concezione della vita razzista o non razzista. Non potrei mai tradire i miei amici/amiche e compagni/e africani e musulmani: ho condiviso molto con loro e lo farò fino alla fine.

Legalità, lotta contro il razzismo e contro l'apartheid.

Coscienza della propria identità politica - italiano di sinistra, culturale - ebreo.

Tutto questo - per un minimo di coerenza - significa, per me, lottare per i diritti dei Palestinesi e contro ogni Islamofobia.

I Palestinesi hanno avuto negata la loro indipendenza. La legalità internazionale é stata violata infinite volte a danno dei Palestinesi. Vivono da sessanta anni sotto l'attacco di un regime coloniale, razzista, che si regge sull'apartheid e che li vuole liquidare etnicamente. E gli Israeliani? si considerano le vittime del mondo. Tutto si giustifica perché c'é l'anti-semitismo. Ma chi crea anti-semitismo?

I Palestinesi di oggi sono gli ebrei di ieri.

Ho vissuto, per 5 anni in Angola, l'aggressione dei Sud Africani dell'apartheid contro gli Angolani e io ero dalla parte degli Angolani. Ma il Sud Africa aveva il suo più potente appoggio militare in Israele (la bomba atomica, i carri armati, i caccia-bombardieri ....). Combattendo il Sud Africa, combattevo inevitabilmente contro Israele. Ma era anti-semitismo? No, era lotta per il diritto all'indipendenza, contro il militarismo, per una vita pacifica, contro il razzismo. Israele ha avuto e ha politiche disumane. Non é difendibile.

Israele, con le sue politiche disumane, mette in pericolo gli ebrei di tutto il mondo. Combattere le politiche sioniste é anche combattere per una vita vivibile per gli ebrei.

I sionisti della Comunità di Roma si rendono colpevoli di violenza (mi hanno colpito alla testa così forte che sono caduto per terra), di ricatto morale (sei un traditore, sei fuori dalla comunità perché non la pensi come Sharon e Netanyahu), hanno preso la giustizia nelle loro mani, non riescono a dialogare se non con coloro che sono sempre d'accordo con loro. I sionisti tradiscono la cultura ebraica.

Cercherò in tutti i modi di spiegare, nelle mie conferenze, la differenza profonda tra ebraismo e sionismo e la mia vicinanza con le vittime del sionismo.

Continuerò a combattere il sionismo di Israele come quello nostrano.

Se non avessi questo atteggiamento,  dovrei vergognarmi di me stesso.

Marco Ramazzotti Stockel

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