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4 agosto 2014

L’NSA aiuta Israele nella guerra

L’NSA già al centro del grosso scandalo di due anni fa, è tornata di attualità grazie a nuove rivelazioni in base alle quali l’agenzia americana sosterrebbe concretamente Israele nella guerra a Gaza

Mentre Israele annuncia che sono ricominciati i raid su Gaza: “Abbiamo ripreso le nostre attività contro le strutture terroristiche di Hamas nella Striscia” di Gaza, ha detto il portavoce dell’esercito israeliano Peter Lerner all’ANSA, formalizzando la fine della “tregua umanitaria” di sette ore annunciata in precedenza dallo Stato ebraico, nuove rivelazioni dal rifugiato a Mosca, Edward Snowden, danno nuovi controni al conflitto in essere.

La National Security Agency svolge un ruolo importante a sostegno dell’intelligence israeliana e quindi degli attacchi che Israele sta conducendo a Gaza. È quanto scrive oggi The Intercept, il sito diretto da Gleen Greenwald il giornalista che per primo dalle colonne del Guardian pubblicò le rivelazioni di Edward Snowden, sostenuto da nuovi documenti ottenuti dall’ex analista americano.

I documenti, alcuni risalenti anche al 2013, mostrano, sostiene nell’articolo Greenwald, come gli Stati Uniti abbiano fornito «finanziamenti, dati ed analisi» agli israeliani, in gran parte diretti a contrastare il «terrorismo palestinese». Negli ultimi 10 anni la Nsa ha aumentato in modo significativo l’assistenza per le attività di sorveglianza data alla sua controparte israeliana, la Sigint National Unit, la supersegreta organizzazione di intelligence nota anche come Unit 8200. Gli americani sono sostenuti in questa attività in favore di Israele anche dalle intelligence britanniche e canadesi. In un documento dell’aprile del 2013, la Nsa afferma di «mantenere una relazione ampia a livello tecnico e di analisi con la Sigint national Unit», condividendo informazioni riguardo all’accesso, alle intercettazioni e alle individuazioni dei target.

Secondo Greenwald, questo ed altri documenti «mostrano l’indispensabile e diretto coinvolgimento degli Usa e dei suoi alleati chiave nell’aggressione di Israele contro i suoi vicini. Questo sostegno segreto è evidentemente in contrasto con la posizione di distacco adottato tradizionalmente dai funzionari dell’amministrazione Obama». Uno dei documenti più interessanti indica come tra il 2003 e il 2004 gli Stati Uniti esplorarono «una condivisione nettamente aumentata di intelligence» attraverso un programma chiamato «Gladiator». Ma gli israeliani avrebbero chiesto centinaia di milioni di dollari in cambio del progetto che non sarebbe mai arrivato a compimento, nonostante i file provino che vi sia stato almeno un pagamento di mezzo milione di dollari in contanti agli israeliani.

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