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Venerdì, 24 Ottobre 2014

Libano, una polveriera pronta ad esplodere
di Fabio Polese

Non è certo un segreto che la situazione in Libano si sia evoluta in conformità con gli sviluppi della crisi siriana, ma negli ultimi tempi gli scontri a fuoco si sono allargati e, secondo fonti dell’intelligence libanese citate dal quotidiano “The Daily Star”, alcune cellule terroristiche dormienti presenti nel Paese dei Cedri si starebbero organizzando per sostenere l’Isis - lo Stato islamico guidato dal califfo Abu Bakr Al-Baghdadi – e per creare sacche di resistenza nel nord e nel sud del Libano.

Hezbollah al fianco dell’esercito libanese.

Dopo i ripetuti attacchi arrivati dalla vicina Siria nelle ultime settimane Hezbollah, l’organizzazione sciita libanese fedele alleato del presidente siriano Bashar Assad, è pronta a coordinarsi con le forze armate del Paese per proteggere i confini del Libano dalla minaccia jihadista. Sayyed Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, durante una recente visita nella regione orientale della Valle della Bekaa, ha dichiarato che il suo movimento è forte ed è determinato a sconfiggere i terroristi. E ha aggiunto: “Siamo pronti a fermare ogni aggressione contro il Libano e la sua gente”.

I qaedisti di Jabhat al-Nusra aumentano gli attacchi.

Nello scorso agosto l’esercito libanese, guidato dal generale Jean Kahwagi, è stato impegnato per cinque giorni in feroci scontri contro i miliziani qaedisti di Jabhat al-Nusra – gruppo alleato in Siria dello Stato Islamico – ad Arsal, una cittadina sulla Bekaa occidentale a maggioranza sunnita da dove, negli ultimi due anni, sono partiti uomini ed armi per sostenere i diversi gruppi estremisti siriani anti Bashar Assad. Gli scontri a fuoco hanno causando la morte di 19 soldati e circa un centinaio di jihadisti. Durante il massiccio attacco i militanti di Al-Nusra hanno sequestrato più di trenta militari libanesi, 27 dei quali ancora nelle loro mani.

Il ventuno settembre, vicino a Baalbek, sempre nella Valle della Bekaa, un kamikaze si è fatto saltare in aria ad un posto di blocco di Hezbollah, causando la morte di tre militanti sciiti. All’inizio di ottobre un attacco missilistico ha colpito la cittadina libanese di Brital, sempre vicino al confine con la Siria. L’attacco è stato rivendicato dai sunniti di Jabhat al-Nusra per ritorsione contro Hezbollah e il suo coinvolgimento al fianco del presidente siriano.

Scontri anche a Tripoli, roccaforte sunnita.

La situazione non sembra migliorare neanche nella città di Tripoli - la seconda città libanese situata nel nord del Paese e roccaforte dei i musulmani sunniti – dove gli attacchi provenienti dal quartiere sunnita Bab al-Tabbaneh verso l’esercito libanese sono all’ordine del giorno. La situazione in Libano si fa dunque sempre più incandescente e l’incubo di una nuova guerra civile è sempre più concreto.

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