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31 maggio 2014

Nelle strade di Istanbul
di Oriana Baldasso

ISTANBUL – Scrivere di un’altra attesa della brutalità della polizia? Era stato detto già giorni fa che sarebbero stati brutali contro la manifestazione del 31 maggio in ricordo delle vittime delle proteste dello scorso anno. Che toccheranno tutte le città della Turchia. Brutali… non mancano le loro promesse. Oggi pure è stato detto che chiunque manifestasse sarebbe stato arrestato.

No, non è democrazia. È Erdoğan-crazia. “Se mi fai buuuu ti becchi una sberla” ha detto in persona a un minatore di Soma, quando si è presentato lì dopo la tragedia nella miniera in cui sono morte… quante? 700 persone? Ha poi aggredito in un  supermercato una ragazza che non voleva che entrasse lì per sfuggire alla folla, perchè lo considerava corresponsabile della tragedia.

Indignarsi è un lusso. Internet è pure lento… rischi di non sapere in che ginepraio ti metti, finire in mezzo agli scontri. D’altronde, lui ci ha consigliato di non farci troppo coinvolgere dal mondo virtuale di Twitter, Facebook e Youtube, ieri… lui che ancora non ne ha riaperti due, di questi siti, nonostante una sentenza obblighi a farlo.

Dal pomeriggio la polizia staziona anche nel nostro quartiere. C’è da stupirsi… non ci hanno rinchiuso dentro bloccando con delle reti di ferro tutte le vie laterali, come il primo maggio. Hanno solo provveduto a recintare il Gezi Park ieri notte. Oggi la polizia è perlopiù in borghese, ci sono quelli che sembrano nonni-vigile paciosi, negli angoli delle strade, e non sanno come fare passare il tempo… la protesta è prevista per le 7 di sera.

Quando si avvicinano le 17 la tensione è alta, a Taksim, ma si stanno trattenendo. Il “Gaz Festivali 2″ ha un orario di inizio obbligatorio. Nell’attesa, si arresta qualcuno che canta slogan ed un giornalista della CNN che fa un servizio, in diretta, tanto per far capire alle tv internazionali l’aria che tira.

Pochi minuti dopo le 19, ecco che in Istiklal cominciano a sparare gas lacrimogeno. Ce lo fa sapere qualcuno su Twitter, perchè di andarci non se parla. Verso le  venti arriva la notizia che la polizia ha colpito con i cannoni ad acqua uno dei carrettini di simit che stanno in Istiklal ed il vetro è esploso ferendo parecchi manifestanti.

Inoltre, sembra che stiano bloccando tutti gli accessi a Taksim ma che lo shuttle per l’aereoporto, utile ai turisti, stia ancora operando, da lì, dentro la piazza. Il problema è riuscire ad arrivarci senza che ti arrestino…

Dopo poco arriva la notizia che i manifestanti da Besiktas stanno risalendo attraverso Tesvikiye e Nisantasi, i quartieri bene, fino a qui, dove viviamo noi, Osmanbey, per raggiungere piazza Taksim evitando il blocco della polizia sulla via principale, letteralmente riempita di autobus e forze di polizia. In ogni caso devono attraversarla, quella via, per venire qui. Ah, si comunica in Twitter pure che la polizia avrebbe usato proiettili di plastica contro i manifestanti, qui vicino.

Quando esco dopo le 20 incrocio in una viuzza pedonale qui vicino un gruppo di ragazzi che camminano quieti, con ampi zainetti, che, stranita, mi sembrano turisti di quelli che amano camminare in montagna. L’unico dettaglio che stona è che in mano ognuno ha una maschera antigas.

Alle 21, come non succedeva da metà marzo quando è morto Berkin Elvan, la gente di Pangalti comincia il cacerolazo, il concerto di protesta con le pentole. Lo stanno facendo anche Ortakoy e Mecediyekoy, vengo a sapere dagli amici.

Sono uscita, per vedere e sentire meglio il “concerto”, ma ovviamente ha il suo motivo contingente. Gli fanno eco gli applausi dei manifestanti sulla via principale del quartiere e poi partono i loro slogan. In ciabatte, vado a vedere. Guarda a sinistra: vicino al cimitero cattolico, uno sparuto gruppo di persone. Guarda a destra: un TOMA con i lampeggianti. Un TOMA è un cannone ad acqua. Sta immobile, a distanza di 200 metri dal gruppo. Ma aspetta solo poco… poi avanza… dietro ci sono molti poliziotti in tenuta antisommossa, con le armi. La mia ripresa col cellulare fa pena, mi spostavo per allontanarmi, quando ho visto i poliziotti guardare verso la nostra via, cercando anfratti dei palazzi per non essere presa di mira per sbaglio…  Beh, voi pensate che sia il caso di scriverne ancora? Gli scontri sembra vadano avanti nei quartieri limitrofi, Kurtulus e Dolapdere, quartieri poveri e quindi rivoltosi, con lancio di gas lacrimogeno che stavolta non arriva fino a qui.

Non so cosa succederà dopo… ceno e poi magari aggiornerò.

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