hurriyetdailynews – febbraio 26, 2014 - Il 25 febbraio, il Nationalist Movement Party si è unito all'appello del Republican People’s Party chiede le dimissioni del governo, con il suo leader Devlet Bahceli descrivendo le registrazioni come sconvolgenti. E' stato riportato che il primo ministro Erdogan ha chiamato suo figlio Bilal chiedendogli di riunirsi con il fratello Burak, lo zio Mustafa e Berat, il cognato, per sbarazzarsi al più presto di tutti i soldi rubati che erano in casa sua. Resta inteso che il primo ministro urgentemente e insistentemente si riferiva a 2,2 miliardi di Lire turche, di denaro sporco nascosti in diversi indirizzi, che dovevano essere dispersi, ha detto Bahceli durante la riunione del gruppo del suo partito ad Ankara. Se quelle conversazioni sono vere e non è stato aggiunto nulla, allora sarà impossibile parlare di credibilità, ne di umanità e, peggio ancora, di moralità della persona nella posizione di primo ministro, ha aggiunto.

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26/02/2014

Turchia in piazza contro Erdogan

Erdogan chiama il figlio e chiede di nascondere denaro sporco. La telefonata finisce online

Manifestazioni di protesta la notte scorsa in diverse città della Turchia per chiedere le dimissioni di Recep Tayyip Erdogan, dopo la pubblicazione su Internet di telefonate compromettenti fra il premier e il figlio Bilal. Su Youtube sono apparse registrazioni di telefonate nelle quali il premier chiede al figlio di nascondere ingenti quantità di denaro dopo l’esplosione della tangentopoli del Bosforo (Ansa). Proteste contro il premier si sono svolte in almeno 11 città, tra le quali Ankara, Istanbul, Izmir e Antalya.

L’opposizione turca ieri ha chiesto le immediate dimissioni di Erdogan.

I manifestanti sono scesi in piazza di nuovo anche nella giornata di mercoledì 26 febbraio. Migliaia di turchi protestano nella capitale Ankara, nella centrale Piazza Taksim di Istanbul e in altre città del paese, scandendo slogan come «Via i ladri» e «Governo dimettiti». Gran parte delle manifestazioni sono state organizzate dai partiti di opposizione, primo tra tutti il Partito repubblicano popolare (Chp). 


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di Marco Cesario

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