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01/04/2014

Egidia Berretta Arrigoni in Sicilia con il suo messaggio di pace e solidarietà

«Questo figlio perduto, ma così vivo come forse non lo è stato mai, che, come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi».


Augusta, Niscemi e Cinisi le tappe della madre di Vittorio Arrigoni

Era il 13 aprile 2011 quando, nel pomeriggio di una bella giornata primaverile, arrivò la notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni, Vik, attivista umanitario.  Vittorio era a Gaza dove  risiedeva stabilmente condividendo la quotidianità fatta di miseria, sacrifici e resistenza dei Palestinesi. Raccontava tutto della Palestina e soprattutto di Gaza, una delle città più martoriate e povere,  dalla pagina  del suo blog Guerrilla Radio che gli permetteva di far conoscere eventi di guerra e momenti di vita normale a tutti coloro che lo seguivano da ogni parte del mondo. L’ Operazione Piombo Fuso, con i suoi particolari e scene di violenza raccapricciante, con le immagini allucinanti di corpi di bambini mutilati e straziati da armi forse sperimentate per la prima volta in quella terra abbandonata da tutti, senza Vittorio e senza Guerrilla Radio molto probabilmente  sarebbe rimasta sconosciuta al mondo intero. Dal suo blog arrivavano anche immagini molto belle di bambini  con gli occhi grandi e aperti su un mondo ostile e cieco, immagini di barche che solcano le acque di quel Mediterraneo che Vik voleva mare di pace, di campi e raccolti che i palestinesi proteggono, anche a costo della vita, da chi li ha condannati a fame e morte. Due giorni dopo Vittorio fu ucciso. Ma il suo blog esiste ancora. Stay Human, Rimaniamo Umani, la sua esortazione di cui abbiamo sempre più bisogno.

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