Middleeastmonitor - Wednesday, 15 October 2014 - L'esercito israeliano continua a stringere l'assedio intorno al complesso di Al Aqsa. Durante la festa ebraica settimana di Sukkot, che termina Mercoledì sera, centinaia di ebrei di destra hanno visitato il cortile causando numerosi scontri con i fedeli palestinesi. Secondo il Ministero dell’informazione palestinese gli attacchi sono iniziati sei mesi fa, in seguito all’evacuazione di 300 giovani palestinesi dalla moschea, in modo che i coloni ebrei potessero entrarvi. Le pretese ebree su Al-Aqsa stanno alimentando le tensioni. La moschea è il terzo luogo santo dell'Islam ed è situato nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme Est, occupata da Israele nel 1967. Gli ebrei sostengono che la moschea sorge sul sito del Monte del Tempio, il luogo più sacro del giudaismo, tuttavia molti Rabbini, tra cui il capo del Gran rabbinato di Israele, credono che entrare in Al-Aqsa sia una violazione della legge ebraica.

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Mercoledì 22 ottobre 2014

 

Una legge israeliana per dividere Al-Aqsa farà esplodere l'intera regione

Il Consiglio rivoluzionario del movimento Fatah ha avvertito Israele Lunedi contro l'emissione di qualsiasi legge che vorrebbe dividere Al-Aqsa, minacciando che "questo, se dovesse accadere, potrebbe far divampare disordini in tutta la regione" news Arabs48.

Citando una dichiarazione del Consiglio rivoluzionario, il sito segnalato da Fatah per aver scritto che: "Ogni legge israeliana che proponga di dividere la Moschea di Al-Aqsa, sia spazialmente che temporalmente, non è valida secondo il diritto internazionale, ed è un passo che farà saltare in aria l'intera regione"

A conclusione dell'ultima riunione del consiglio, durata per tre giorni a Ramallah, nella West Bank occupata, alla presenza del presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, il Consiglio ha sottolineato che: "La decisione della Palestina di unirsi alle istituzioni internazionali, tra cui la Corte penale internazionale, è una decisione sovrana palestinese e tutte le sue procedure devono continuare, ed essere completata entro la fine di quest'anno".

Il Consiglio ha anche espresso "il suo sostegno agli sforzi politici del Presidente Abbas, che sono stati approvati dall’OLP e dal movimento Fatah, per porre fine all'occupazione israeliana e raggiungere l'indipendenza nazionale palestinese."

Il Consiglio ha ribadito che "andare alle Nazioni Unite attraverso il Consiglio di Sicurezza è un diritto palestinese che non è soggetto a interpretazione o contrattazione, in quanto mette alla prova la capacità del Consiglio di garantire la pace e la sicurezza regionale", aggiungendo che "la creazione di uno Stato palestinese è un test cruciale per questo mandato".

Il consiglio ha anche avvertito che "qualsiasi fallimento del Consiglio di sicurezza nello svolgere i suoi doveri verso la fine dell'occupazione israeliana aprirà la strada ad una dichiarazione della fine del processo di pace".

Nel frattempo, "il Consiglio ha ora autorizzato il Comitato Centrale di Fatah di prendere tutte le decisioni che possono essere prese, tra cui la cessazione di qualsiasi rapporto formale con Israele, con tutti gli obblighi che hanno portato dall'accordo di Oslo."

Il Consiglio rivoluzionario, che comprende 130 persone, è considerato il vertice del movimento Fatah. Tiene incontri con il Comitato Centrale quattro volte l'anno, mentre il Comitato centrale ha il ruolo di leadership giorno per giorno ed è composto da 23 membri.

Secondo Arabs48, la dichiarazione del Consiglio ha sottolineato che, "I negoziati sono diventati un obiettivo per il governo dell'occupazione israeliana di prolungare la sua occupazione e gestire il conflitto, invece di porvi fine", aggiungendo che "i negoziati sono solo uno dei mezzi palestinesi per raggiungere l'indipendenza nazionale, quella a cui ci siamo sempre dedicati e lo sforzo di cui ha bisogno, così come tutte le opportunità, per renderlo un successo."

Il Consiglio ha quindi sottolineato che qualsiasi futura ripresa di tali negoziati deve essere legata "ad arrestare tutte la costruzioni degli insediamenti, compresa Gerusalemme, fermare l'invasione della Moschea di Al-Aqsa e riconoscere i confini dello stato palestinese, oltre a preparare la fine dell’occupazione e del conflitto arabo-israeliano ".

Fatah ha chiesto ai paesi arabi e islamici di difendere Al-Aqsa e Gerusalemme, e sostenere attivamente la fermezza dei palestinesi nella città occupata, mettendo fine allo stato di indifferenza o all'emissione di condanne solo verbali.


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Wednesday, 22 October 2014

Fatah: Any Israeli law to split Al-Aqsa will blow up the whole region

The Revolutionary Council of the Fatah movement warned Israel on Monday against issuing any law that would divide Al-Aqsa Mosque, threatening that "this would blow up the whole region if it were to happen," Arabs48 news website reported.

Quoting a statement by the Revolutionary Council, the website reported Fatah as saying that: "Any proposed Israeli law to divide Al-Aqsa Mosque, either spatially or temporally, is invalid under international law, and is a step that will blow up the whole region."

At the conclusion of the council's latest meeting, which lasted for three days in Ramallah, the occupied West Bank, in the presence of Palestinian Authority President Mahmoud Abbas, the council stressed that: "The decision to have Palestine join the international institutions, including the International Criminal Court, is a Palestinian sovereign decision and all its procedures must continue to be completed before the end of this year."

The council also expressed "its support for the political efforts of President Abbas, which have been approved by the PLO and the Fatah movement, to end the Israeli occupation and achieve Palestinian national independence."

It reiterated that "going to the United Nations through the Security Council is a Palestinian right that is not subject to interpretation or bargaining, as it tests the council's ability to ensure regional peace and security," adding that, "the establishment of a Palestinian state is a crucial test for that mandate."

The council also warned that any "failure of the Security Council to carry out its duties towards ending the Israeli occupation will pave the way for the declaration of the end of the peace process".

Meanwhile, the council has now authorised Fatah's Central Committee "to take any decisions that could be taken, including the cessation of any formal relationship with Israel, with all its obligations that have resulted from the Oslo agreement."

The Revolutionary Council, which includes 130 people, is considered the Fatah movement's top leadership. It holds meetings with the Central Committee four times a year, while the Central Council plays the day-to-day leadership role and consists of 23 members.

According to Arabs48, the council's statement pointed out that, "The negotiations have become a goal for the government of the Israeli occupation to prolong its occupation and manage the conflict, rather than ending it," adding that the negotiations "are only one of the Palestinian means to achieve national independence, one which we have given all the time and effort it needs, as well as any opportunity, to make it a success."

The council then stressed that any future resumption of these negotiations must be linked "to halting all settlement construction, including in Jerusalem, stopping the encroachment on Al-Aqsa Mosque and acknowledging the borders of the Palestinian state, in addition to preparing for ending the Israeli occupation".

Fatah demanded for the Arab and Islamic countries to champion Al-Aqsa and Jerusalem, and to actively support the steadfastness of the Palestinians in the occupied city, bringing an end to the state of indifference or the issuing of verbal condemnations alone.

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