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27 feb 2014

Tre ragioni per rigettare una richiesta senza senso
di Mustafa Barghouti

“Perché i palestinesi non possono accettare di riconoscere Israele come Stato ebraico? Ciò significherebbe abbandonare la propria narrativa, i rifugiati e i palestinesi cittadini israeliani”

Ramallah, 27 febbraio 2014, Nena News – Quando la gente mi chiede perché i palestinesi non possono riconoscere Israele come la patria nazionale del popolo ebraico, rispondo che si tratta di una richiesta artificiale. Tale richiesta, inventata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, non è altro che un ostacolo creato al fine di impedire ogni progresso nei negoziati di pace.

I palestinesi hanno riconosciuto Israele nel 1993, come parte degli Accordi di Oslo. Quello fu un riconoscimento unilaterale: mentre l’OLP riconosceva lo Stato di Israele, l’altra parte non ha mai riconosciuto lo Stato di Palestina.

Se si esamina la questione del riconoscimento palestinese dello Stato ebraico, c’è da tener presente che Israele non ha mai chiesto alla comunità internazionale di essere riconosciuto come tale. Non ha chiesto il riconoscimento egiziano o giordano quando ha firmato i trattati di pace con i due Paesi. La verità è che Israele stesso non si definisce Stato ebraico. Fu David Ben Gurion che decise che il nome del nuovo Stato sarebbe stato Israele.

Sono tre le principali ragioni per cui i palestinesi rifiutano di riconoscere Israele come Stato ebraico. La prima: si tratta di una richiesta impossibile. La richiesta di Netanyahu all’Autorità Palestinese di riconoscere ufficialmente Israele come la patria nazionale del popolo ebraico è l’equivalente di chiedere di abbandonare tutti i propri valori, la propria storia, ovvero di uccidere la narrativa palestinese. Da parte israeliana, si tratta di imperialismo ideologico, qualcosa che i palestinesi non possono accettare. È inconcepibile rigettare tutto il nostro fondamentale credo: dire al mondo intero che riconosciamo la narrativa israeliana e che riconosciamo il fatto che Israele appartenga al popolo ebraico.

La seconda ragione sono i rifugiati. Tutti sanno che ci sono persone ferite sul campo – i palestinesi rifugiati che furono obbligati a lasciare con la forza le loro case a causa di Israele. Netanyahu sparge sale sulle ferite, invece che provare a rimarginarle. Quegli israeliani che chiedono il riconoscimento palestinese di Israele come patria del popolo ebraico stanno solo tentando di complicare una situazione già difficile; non stanno tentando di risolverla. Questo è vero in particolare quando si arriva alla questione dei profughi. La richiesta di Netanyahu è motivata dal desiderio di negare ai rifugiati palestinesi il diritto al ritorno ed è qualcosa che non possiamo accettare. Il diritto al ritorno dei nostri profughi deve essere risolto in modo equo, secondo l’iniziativa di pace della Lega Araba perché solo in questo modo si incoraggerà la pace e la stabilità nella regione.

La terza e ultima ragione è la realtà sul terreno. Definire Israele patria nazionale del popolo ebraico significherebbe ignorare fatti ovvi. Un quinto della popolazione dello Stato di Israele è araba palestinese. Israele sta quindi chiedendo ai palestinesi un aiuto per implementare politiche che discriminano la popolazione araba e sta domandando ai palestinesi che vivono in Israele di accettare di essere cittadini di serie B. Una richiesta illogica, nessuno può aspettarsi da noi l’accettazione di un’istanza che alla fine danneggerà solo noi.

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