http://www.maannews.net
23/06/2014

Gli obiettivi impliciti della rinnovata aggressione israeliana
di Nasser Lahham
Editore capo di Ma'an News Agency.

Diversi principali agenzie di stampa, la scorsa settimana, hanno ripetuto numerose volte quello che il governo israeliano ha annunciato come obiettivi dell'operazione militare in corso in tutta la Cisgiordania.

Gli israeliani sostengono che l'operazione principale è destinata a raggiungere tre obiettivi: trovare rapiti e rapitori, indebolire Hamas, e contrastare il governo di unità nazionale palestinese.

Non credo in questi obiettivi annunciati, ma credo che il governo Netanyahu abbia approfittato della scomparsa di tre coloni adolescenti in circostanze ancora poco chiare, per attuare una politica militare e una campagna mediatica il cui target, adesso, non può ancora essere capito chiaramente.

Tuttavia, in base a ciò che le forze israeliane hanno fatto finora in Cisgiordania, possiamo dedurre una serie di chiari obiettivi, anche se non ancora annunciati, dietro la repressione in corso.

Un obiettivo importante è quello di indebolire l'Autorità palestinese in modo da garantire che uno stato palestinese non possa emergere. Israele, tuttavia, non permette un crollo completo della PA, perché ne ha ancora bisogno per più servizi.

Israele sta anche cercando di istigare una grave crisi, al fine di usarla come pretesto per aprire un canale di contatto con l'Egitto e il suo neo eletto presidente Abdul Fattah al-Sisi. Il leader volutamente non ha invitato alcun funzionario israeliano per la sua elaborata cerimonia di inaugurazione, ma i funzionari israeliano sperano di riaffermare la loro poco chiara amicizia con l'Egitto.

Il governo israeliano ha usato il rapimento come una scusa per ridistribuire le truppe lungo il fiume Giordano e, adducendo motivi di sicurezza e le procedure preventive per impedire il trasferimento dei tre rapiti in Giordania, come pure per proteggere i confini contro possibili infiltrazioni di combattenti da lo Stato islamico in Iraq e il Levante.

Inoltre, il sequestro dei tre coloni è servito come un buon strumento da usare contro la campagna internazionale di boicottaggio e disinvestimento, che sta crescendo nei confronti dei prodotti degli insediamenti. Si tratta di un'opportuna occasione per attirare l'attenzione e la simpatia del mondo per i coloni mostrandoli come vittime, nonostante il fatto che vivono su terre palestinesi rubate.

Un altro chiaro obiettivo dell'operazione militare israeliana in corso è stato quello di influenzare le percezioni della nuova generazione di palestinesi che sono cresciuti nel decennio dalla fine delle grandi operazioni militari della Seconda Intifada, e per sventare il riconoscimento delle Nazioni Unite di uno stato palestinese. In altre parole, ogni bambino palestinese ora sa che è Israele che controlla i campi profughi della Cisgiordania, e non le forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese.

Indebolire Hamas in Cisgiordania e mantenere il controllo di Hamas a Gaza è un altro obiettivo della campagna israeliana, che cerca anche di mantenere il controllo di Fatah in Cisgiordania. Queste doppie mosse, che il governo di unità nazionale aveva potenzialmente sconvolto, lavorano per prolungare uno status quo a favore di Israele.

La campagna fornisce inoltre Israele di una copertura per continuare l'assedio paralizzante imposto alla Striscia di Gaza, al fine di evitare la stabilità, la tranquillità, la costruzione e la pianificazione futura.

Infine, la campagna mostra che Israele vuole isolare le città della West Bank le une dalle altre, al fine di mantenere il decentramento e l'isolamento dei palestinesi e giustificare il contatto diretto tra l'amministrazione civile israeliana e i singoli consigli comunali palestinesi con il pretesto di offrire servizi ai residenti.

Tali obiettivi, come ancora non annunciato esplicitamente dalle forze israeliane, vengono realizzate sul campo mentre parliamo.


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23/06/2014

The implicit goals of renewed Israeli aggression
By Nasser Lahham
editor-in-chief of Ma'an News Agency.

Several major news outlets have in the last week repeated numerous times what the Israeli government has announced as goals of the ongoing military operation across the West Bank.

The Israelis claim that the major operation is meant to achieve three goals: finding the abductees and abductors, weakening Hamas, and thwarting the Palestinian national consensus government.

I do not believe these announced Israeli goals, but instead think that the Netanyahu government has taken advantage of the disappearance of three teenage settlers in still-unclear circumstances to implement a major political, military, and media campaign whose targets cannot clearly be understood now.

However, based on what the Israeli forces have done so far in the West Bank, we can deduce a number of clear, but as-of-yet unannounced, goals behind the ongoing crackdown.

One important goal is to weaken the Palestinian Authority so as to ensure that a Palestinian state cannot emerge. Israel will not, however, allow a full collapse of the PA -- because Israel still needs it for more services.

Israel is also seeking to instigate a major crisis in order to use it as a pretext to open a channel for contact with Egypt and its newly elected president Abdul-Fattah al-Sisi. The leader pointedly did not invite any Israeli official to his elaborate inauguration ceremony, and Israeli officials hope to re-affirm their somewhat unclear friendship with Egypt.

The Israeli government has used the kidnapping as an excuse to redeploy troops along the Jordan River as well, citing security reasons and preemptive procedures to prevent the transfer of the three abductees to Jordan, as well as to protect the borders against possible infiltration of fighters from the Islamic State in Iraq and the Levant.

Furthermore, the kidnapping of three settlers has served as a good tool for Israel to use against the growing international boycott and divestment campaign against settlement products. It is an appropriate occasion to draw the world's attention and sympathy to the settlers by showing them as victims, despite the fact that they live on stolen Palestinian lands.

Another clear goal of the ongoing Israeli military operation has been to affect the perceptions of the new generation of Palestinians who have grown up in the decade since the end of the major military operations of the Second Intifada, and to foil UN recognition of Palestinian statehood. In other words, each Palestinian child knows now that it is Israel who controls the West Bank refugee camps, and not the PA security forces.

Weakening Hamas in the West Bank and keeping Hamas' control in Gaza is another goal of the Israeli campaign, which also seeks to maintain Fatah control in the West Bank. These dual moves, which the unity government had potentially unsettled, work to prolong a status quo that works for Israel.

The campaign is also providing Israel a cover to continue the crippling siege imposed on the Gaza Strip in order to prevent any stability, quiet, construction, and future planning.

Finally, the campaign shows that Israel wants to isolate the West Bank cities from each other in order to maintain the decentralization and isolation of Palestinians and to justify direct contact between the Israeli Civil Administration and individual Palestinian municipal councils under the pretext of offering services to residents.

These goals, as of yet not announced explicitly by Israeli forces, are being fulfilled on the ground as we speak.

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