Originale: The Indipendent

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21 settembre 2014


La lettera di Assad agli Stati Uniti

di Robert Fisk

Traduzione di Maria Chiara Starace

La Siria ha chiesto a Washington di impegnarsi in una collaborazione militare e di intelligence per sconfiggere il loro comune nemico, l’Isis, invitando i membri del Congresso e i senatori degli Stati Uniti fare una visita a Damasco per discutere di un’azione congiunta contro i jihadisti che minacciano sia l’America che il regime del presidente Bashar al-Assad.
E’ un’offerta che il presidente Barack Obama dovrà rifiutare, ma non senza un certo imbarazzo. Dopo aver deciso di bombardare le forze dell’Isis, che si definisce Stato Islamico, in Siria e anche in Iraq, il Signor Obama a dovuto affrontare l’avvertimento di Vladimir Putin che qualsiasi azione unilaterale di quel genere in Siria sarebbe “un atto di aggressione”.
Il Presidente degli Stati Uniti non dovrà spiegare ancora una volta perché non può collaborare contro i nemici “apocalittici” dell’America con un regime siriano che egli ha anche giurato di rovesciare anche se questo regime sta combattendo esattamente gli stessi nemici.
La lettera alla Camera dei Rappresentanti invita apertamente i membri del Congresso e del Senato che l’anno scorso hanno condannato il governo siriano per gli attacchi chimici nei sobborghi di Damasco – a collaborare per “salvare le vite siriane e americane da un possibile attacco terroristico con bombe in parte radioattive (DDR: Dispositivo di Dispersione Radiologica) da parte dell’Isis, di Jabhat al-Nusra e di altri gruppi.
L’offerta siriana, contenuta in una lettera di ieri da parte del Presidente del mite parlamento siriano, Mohamed Jihad al-Laham, non avrebbe potuto essere scritta senza il sigillo di approvazione del regime, ed è indirizzata, tra gli altri, a John Boehner, il presidente della Camera dei Rappresentanti, e a Nancy Pelosi, la leader della Minoranza della Camera.
Nella lettera si sostiene che l’opposizione siriana “moderata” che gli Stati Unti hanno promesso di aiutare e di addestrare, è identica ai gruppi jihadisti che appoggiano l’Isis (o Isil, come i siriani preferiscono chiamarlo, usando un alto degli acronimi dell’organizzazione).
Quella che veniva chiamata la “opposizione moderata”, scrive il presidente del parlamento di Assad, “ha venduto all’Isil l’innocente giornalista statunitense decapitato. Non c’è nulla che impedisca a questi gruppi di vendere le armi degli Stati Uniti all’Isil come…è loro pratica comune collaudata.” Armare “individui islamici jihadisti non appartenenti a uno stato ,” continua la lettera, “è una chiara violazione della Risoluzione 2170 del Consiglio di sicurezza [dell’ONU]…che ci dovrebbe essere qualsiasi collaborazione tra gli stati membri per combattere il terrorismo”.
La Risoluzione 2170, approvata il mese scorso, chiede agli stati membri di “eliminare il flusso combattenti stranieri, il finanziamento e altri tipi di appoggio ai gruppi islamisti estremisti in Iraq e in Siria” – identificati nel documento con l’Isis e il Jabhat al-Nusra collegato ad al-Qaida – e di “impedire ai combattenti di venir via dalla loro terra per unirsi a quei gruppi.”
Naturalmente la Siria insiste che ora non esiste alcuna opposizione “moderata” nel paese, un’affermazione che ha il marchio della verità, e dice che tutti gli oppositori del governo del Signor Assad erano fin dall’inizio jihadisti sunniti che si ispiravano al movimento Wahhabi, il che di fatto non accadeva. La lettera del Signor Laham accusa l’Arabia Saudita che finanzia i nemici del Signor Assad, di finanziare scuole che stanno “insegnando l’ideologia dell’odio, il ‘takfiri’ [un musulmano che accusa di apostasia un compagno musulmano), e la jihad come dovere sacro”.
Sottolineando di nuovo il suo odio per il regime saudita, la lettera siriana diche che tutti i terroristi sono il prodotto di “questa ideologia Salafita, wahhabita, jihadista – dall’11 settembre, alle bombe di Boston, alla decapitazione dei due giornalisti americani – la decapitazione è una pratica legale governativa in Arabia Saudita.” Il Signor Obama non dovrebbe formare alcuna coalizione al di fuori della Risoluzione dell’ONU 2170, “specialmente con stati che hanno un conflitto di interesse a causa dell’ ideologia che praticano.
La lettera può essere stata influenzata da Khaled Mahjoub, cittadino degli Stati Uniti e uomo di affari siriano che è anche un confidente personale di Bashar al-Assad, perché ripete un’osservazione del Signor Mahjoub che viene spesso citata: che solo la rieducazione di famiglie e di comunità terroriste per mezzo del “dolce Sufismo” può riabilitare coloro che usano la violenza. Il Sufismo, con la sua poesia mistica e il suo desiderio di trovare l’amore divino, è considerato da molti siriani proprio l’opposto del “jihadismo”; i missionari Sufi hanno diffuso l’Islam in Africa e in asia Centrale e anche in India.
Questa è tutta un’altra storia rispetto alla titanica guerra civile in Siria dove le scuole “moderate” di Sufismo sono al terzo posto rispetto agli armamenti pesanti e all’alleanza russo-iraniana nella battaglia del regime contro l’Isis. In verità, gli agenti dei servizi segreti occidentali oramai da molti mesi sono stati in contatto con le loro controparti siriane per assicurare il tipo di collaborazione in segreto che il regime sta ora offrendo in pubblico, senza tuttavia avere – questo va detto – molto successo.
Vieni nel mio salotto, dice il ragno alla mosca. La ragnatela del regime siriano si è dimostrata molto più dura di quanto l’America e l’Europa immaginassero e la mosca principale ha esibito tutte le caratteristiche di debolezza, paura e indecisione che il ragno siriano comprende. Soltanto proprio poco più di un anno fa, gli Stati Uniti stavano progettando di distruggere il regime siriano con bombe e missili – e ora che vogliono distruggere il regime dell’Isis con bombe e missili, la Siria pretenderà un prezzo per qualsiasi tipo di assistenza che Washington cerca.



Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
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Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/assad-s-letter-to-the-us


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