L'Huffington Post
22/01/2014 10:08

55mila immagini mostrano corpi martoriati e senza occhi
di Antonia Laterza

La tortura dei prigionieri da parte del regime di Assad nelle immagini fornite da un ex poliziotto scappato

La polizia militare del regime di Bashar al Assad avrebbe torturato e ucciso "sistematicamente" almeno 11mila giovani prigionieri 'politici' negli ultimi 34 mesi di guerra in Siria. È quanto affermato in un report ottenuto dal quotidiano The Guardian e dal network Cnn, opera di tre illustri avvocati internazionali, a capo dei tribunali per crimini di guerra in Sierra Leone e in Yugoslavia. Se valido, costituirebbe una prova dei crimini di guerra di cui sarebbe imputabile il regime e in ultimo il Presidente Assad.

Secondo il documento, è così forse che finivano le migliaia di uomini fatti 'scomparire' dal regime, come ha denunciato un mese fa l'Onu. I 55mila file in questione vanno dal marzo 2011 allo scorso agosto e sono stati ottenuti da una fonte siriana: un ex poliziotto militare (scappato) incaricato di fotografare i detenuti trasportati dal carcere all'ospedale militare. L'uomo, che per proteggere la propria identità si fa chiamare solamente 'Ceasar', sostiene di essere passato dalla parte dei ribelli e di aver trafugato le immagini, copiandole su una chiavetta USB e consegnandole a un esponente della coalizione nazionale siriana.

Le foto mostrano corpi di uomini tra i 20 e i 40 anni, emaciati, ridotti a pelle ed ossa, con diversi segni di tortura, alcuni di strangolamento o di elettroshock mentre altri sono privi degli occhi. Le foto venivano scattate in presenza di un medico e di un ufficiale giudiziario una volta che i corpi arrivavano - senza vita - all'ospedale militare e servivano come conferma per produrre un certificato di morte senza che le famiglie potessero visionare i corpi e verificare le cause reali del decesso. Le motivazioni ufficiali, comunicate ai familiari, erano solitamente "infarto" e "problemi legati alla respirazione".

"I corpi potevano essere anche 50 al giorno e ogni corpo richiedeva dai 15 ai 30 minuti di lavoro", si legge sul rapporto di 31 pagine. L'analisi, formulata da un'associazione legale inglese, è stata commissionata dal governo del Qatar, il quale è uno dei maggiori sostenitori dei gruppi di ribelli che combattono il regime siriano.

"Quando i corpi venivano portati all'ospedale miliare gli veniva assegnato un numero così da documentare che la morte - cosa falsa - era avvenuta nell'ospedale. Una volta finito di fotografarli, i corpi venivano trasportati in una zona rurale per la sepoltura", testimonia Ceasar nel rapporto.

Il team di esperti è formato da Sir Desmond de Silva QC, ex pubblico ministero della corte speciale per il Sierra Leone, Sir Geoffrey Nice QC, pubblico ministero del tribunale internazionale che ha giudicato l'ex presidente yugoslavo Milosevic e il professore David Crane, pubblico ministero nel tribunale contro il Presidente della Liberia Charles Taylor alla corte speciale del Sierra Leone.

Il gruppo di avvocati sostiene si tratti di "chiare prove - che otterrebbero validità in un tribunale durante un procedimento legale - di tortura sistematica e omicidio di individui detenuti da agenti del governo siriano. Questo rinforza le prove dei crimini contro l'umanità e potrebbe anche convalidare quelle di crimini di guerra a carico dell'attuale regime siriano". Non esiste una prova che Assad, e gli alti ranghi dell'esercito siriano, fossero a conoscenza delle pratiche di tortura e violenze mostrati nel rapporto ma, secondo uno degli avvocati, si può presumere che vista la scala della vicenda, il tribunale dell'Aia lo darebbe per scontato.

Detto questo, la Siria non fa attualmente parte dei membri della corte criminale internazionale ed è probabile che la Russia, uno dei principali alleati del regime, si opporrebbe ad un processo contro il capo di stato che in questi anni ha protetto e difeso strenuamente.

Il direttore di Human Rights Watch per l'area del Medio Oriente e del Nord Africa, Nadim Houry, ha ricordato che l'autenticità delle immagini non è stata ancora verificata dalla propria organizzazione - che pure "ha documentato più volte come i servizi di sicurezza siriani utilizzano la tortura regolarmente con i detenuti, talvolta con risultati letali". Houry ha però aggiunto che "se autentiche, le foto suggeriscono la vastità del raccapricciante uso della tortura fatto nelle famigerate prigioni siriane".

C'è un solo modo per appurare una volta per tutte, l'estensione dei crimini di guerra compiuti dal regime siriano - che, come si sospetta ormai da più parti, non è certo il solo tra le tante parti coinvolte ad aver utilizzato la violenza in questo lungo e sanguinoso conflitto-: l'accesso ai centri di detenzione del regime. Accesso che, dopo questo rapporto, si spera venga valutato dal governo siriano in occasione della conferenza di Ginevra 2.

top