Una versione di questo articolo è stato pubblicato sul Washington Post

Fonte: The Guardian
http://znetitaly.altervista.org
17 febbraio 2014

Quello che succede in Siria è un abominio
di Stephen Hawking
Traduzione di Maria Chiara Starace

Dobbiamo usare la nostra intelligenza umana per porre fine a questa guerra. Come padre, guardo la sofferenza dei bambini e dico: basta

Il filosofo greco Aristotele credeva che l’universo esistesse da sempre. La ragione per cui l’umanità non si era sviluppata di più, era che inondazioni o altri disastri naturali riportavano ripetutamente la civiltà ai suoi inizi.

Oggi gli esseri umani si sviluppano ancora più in fretta. La nostra conoscenza sta crescendo in modo esponenziale e, con questa, la nostra tecnologia. Ma gli essere umani hanno ancora gli istinti, e in particolare gli impulsi aggressivi, che avevamo al tempo degli uomini delle caverne. L’aggressività ha avuto  precisi   vantaggi per la sopravvivenza, ma quando la moderna tecnologia incontra l’antica aggressività , l’intera razza umana e gran parte del resto della vita sulla terra è a rischio.

Oggi in Siria vediamo la tecnologia moderna sotto forma di bombe, sostanze chimiche, e altre armi che sono usate per incoraggiare io cosiddetti fini politici intelligenti. Non sembra, però, una cosa intelligente guardare come sono uccise più di 100.000 persone o mentre i bambini sono presi come bersagli. Sembra assolutamente stupido, e anche peggio, impedire che gli aiuti umanitari  arrivino agli ambulatori dove, come Save the Children documenterà in un rapporto imminente, ai bambini sono state amputate gli arti per mancanza di  strutture  mediche  essenziali e i neonati muoiono nelle incubatrici per mancanza di energia elettrica.

Quello che succede in Siria è un abominio che il mondo osserva freddamente da lontano. Dove è la nostra intelligenza emotiva, il nostro senso di giustizia collettiva?

Quando discuto della vita intelligente nell’universo, penso che questo comprenda la razza umana, anche se gran parte del suo comportamento in tutta la storia non sembra essere stato calcolato per aiutare la sopravvivenza della specie. E mentre non è chiaro che, a differenza dell’aggressività, abbia qualche valore di sopravvivenza a lungo termine, proprio il nostro tipo di intelligenza denota un’abilità di ragionare e pianificare non soltanto per il nostro personale, ma anche per i nostri futuri collettivi.

Dobbiamo lavorare insieme per porre fine a questa guerra e per proteggere i bambini della Siria. La comunità internazionale ha guardato in maniera passiva per tre anni mentre infuria questo conflitto che travolge ogni speranza. Come padre e come nonno osservo la sofferenza dei bambini e dico: basta.

Spesso mi chiedo come dobbiamo sembrare agli altri esseri che osservano dallo spazio profondo. Quando guardiamo all’universo, guardiamo indietro nel tempo, perché la luce che lascia gli oggetti distanti, ci raggiunge molto, molto più tardi. Che cosa mostra la luce che emana oggi dalla terra? Quando la gente vede il nostro passato, saremo orgogliosi di ciò che viene loro mostrato – del modo in cui noi, come fratelli, ci trattiamo reciprocamente? Di come permettiamo ai nostri fratelli di trattare i nostri figli?

Sappiamo che Aristotele si sbagliava: l’universo non esiste da sempre. E’ cominciato circa 14 miliardi di anni fa. Ma aveva ragione a dire che i grandi disastri rappresentano passi importanti all’indietro per la civiltà. La guerra in Siria forse non rappresenta la fine dell’umanità, ma ogni ingiustizia commessa è una scheggia nella superficie di ciò che ci tiene insieme. Il principio universale di giustizia forse non è radicato nella fisica, ma non è meno fondamentale per la nostra esistenza. Infatti senza di essa, tra breve, gli esseri umani finiranno sicuramente di esistere.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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