Free Arabs
20/06/2014

Le tattiche vincenti di Bashar
Prima regola: trincerarsi

Traduzione e sintesi di Laila Zuhra.

Dopo tre anni di guerra, durante i quali ha ridotto in cenere il suo Paese, distruttone l’economia e costretto metà della popolazione a fuggire, Bashar al-Assad continua a rimanere aggrappato al potere dando prova di essere il più tenace di tutti i dittatori arabi. È sopravvissuto non grazie al suo genio politico, bensì perché ha rispettato sei semplici principi che si sono rivelati vincenti. Eccoli, dal sesto al primo:

6. Vivere nel Paese. Non si può occupare un Paese se non ci si vive: dal piccolo villaggio di Qirdaha, gli Assad sono arrivati ai vertici di Damasco e si sono ancorati saldamente al potere, perché chi controlla Damasco, controlla la Siria.

5. Coerenza. Nel caso di Bashar significa mentire spudoratamente di fronte a ogni evidenza. Per diffondere il suo messaggio ha utilizzato una rete di canali di propaganda, adescando opinionisti e giornalisti con l’offerta di un accesso esclusivo a scoop interni. Ma soprattutto, organizza il suo racconto in blocchi regolarmente aggiornati che poi, attraverso la sua rete di cattiva informazione, passano dai media tradizionali direttamente agli utenti di Facebook e Twitter.

4. Scelta accurata degli amici. Assad padre è riuscito a crearsi una rete di legami nazionali e internazionali strategici: ha coltivato rapporti con la classe economica e politica sunnita, con l’Iran e Hezbollah, con l’iracheno anti-Saddam al-Maliki, con l’Unione Sovietica e la Corea del Nord. Ancora oggi il regime poggia su questi pilastri, che gli hanno garantito la copertura diplomatica e militare necessaria per rimanere in piedi nonostante le crisi.

3. Scegliere una squadra vincente. Assad potrà essere il coordinatore principale del proprio regime, ma è sempre stato attento ad avere la persona giusta al posto giusto, lavorando con cura e attenzione per scegliere il candidato ideale per ogni ruolo.

2. Nessuno è insostituibile. Tranne Bashar stesso e la sua famiglia, nessuno è insostituibile nell’apparato del regime. Il dittatore ha perso suo cognato, suo fratello, una sfilza di generali, ministri, ufficiali e agenti dei servizi segreti, che, però, sono stati sempre prontamente rimpiazzati. Assad sa bene chi ha accanto e di cosa è capace.

1. Trincerarsi. È forse la regola più importante. Assad non cede mai. Si trincererà e aspetterà finché l’attacco non sarà finito, finché i suoi oppositori internazionali non verranno destituiti, finché l’opinione pubblica non si sarà stancata e rivolgerà le sue attenzioni altrove. Aspetterà finché i rifugiati non moriranno di fame e di freddo, finché gli oppositori interni non si annienteranno a vicenda. Lui non si arrende mai.

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