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12 giu 2014

15 anni di carcere per il blogger Alaa Abd el-Fattah

Pene simili per altri 24 attivisti. Il loro principale reato è quello di aver violato la legge anti-protesta passata lo scorso anno. Gli avvocati difensori parlano di processo “politicizzato” e pieno di “irregolarità”.

Roma, 12 giugno 2014, Nena News

A tre giorni dalle celebrazioni di al-Sisi come nuovo presidente d’Egitto, fioccano le prime condanne contro le forze rivoluzionarie e i suoi principali oppositori politici. Ieri una corte egiziana ha, infatti, condannato 25 attivisti a 15 anni di prigione.

Tra questi vi è anche il noto blogger egiziano, Alaa Abdel Fattah reo di aver attaccato un ufficiale di polizia e, come gli altri 24, di aver organizzato una “manifestazione illegale” contro la “legge anti-protesta” passata lo scorso novembre. La legge dà al Ministro degli Interni il diritto di vietare qualunque raduno di più di 10 persone in un luogo pubblico.

Secondo l’attivista e sorella di el-Fattah, Mona Seif, Alaa e altri due militanti sono stati condannati in contumacia dopo che è stato impedito loro di entrare nel palazzo di giustizia. I tre sarebbero stati poi arrestati e condotti in prigione dagli stessi ufficiali che non li avevano fatti entrare in tribunale. I condannati hanno ricevuto anche una multa di 100.000 lire egiziane. Una volta rilasciati saranno poi sorvegliati per cinque anni dalla polizia.

I sostenitori di al-Fattah parlano di processo “chiaramente politicizzato” mentre gli avvocati difensori denunciano “irregolarità” in fase processuale. “Il giudice ha violato le procedure del diritto penale e non ha permesso agli avvocati di presentare una completa difesa” ha dichiarato Ahmed Ezzat membro del team difensivo di el-Fattah. “E’ un processo politicizzato e vendicativo” ha poi aggiunto. Il blogger, inoltre, non avrebbe svolto alcun ruolo organizzativo nelle proteste per cui è stato condannato. Per quelle proteste “illegali” è stato già arrestato a novembre e rilasciato su cauzione a marzo.

Abd el-Fattah è stato in prigione anche sotto Mubarak e la giunta militare che lo ha succeduto. Durante la Presidenza Morsi, il blogger non è stato in carcere ma contro di lui era stata aperta una indagine. El-Fattah non è l’unico importante leader rivoluzionario in carcere. Lo scorso mese è stato incarcerato Mahienour el-Masri, protagonista delle manifestazioni contro la violenza della polizia nel 2010. Stesso destino per Ahmed Maher, in prigione dallo scorso novembre. Maher è cofondatore del Movimento “6 Aprile” tra i gruppi più influenti durante le proteste anti-Mubarak.

Da quando è stato rimosso l’islamista Morsi con il colpo militare dello scorso luglio, il governo sostenuto dai militari ha represso brutalmente qualunque forma di dissenso. Ma se è nota alla stampa occidentale la violenta resa dei conti contro i Fratelli Musulmani (organizzazione “terrorista” per il Cairo dallo scorso dicembre) che ha portato all’arresto di tutta la sua dirigenza e di migliaia dei suoi sostenitori (causando più di un migliaio di morti), desta meno scalpore l’altrettanta durissima repressione contro le forze di sinistra e “laiche”. La condanna di ieri di Alaa Abdel-Fattah è l’ennesimo segnale che le forze contro-rivoluzionarie stanno trionfando in Egitto. Nena News

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