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16 dicembre 2014

Nel 2014 uccisi 128 giornalisti

In cima alla classifica il Medio Oriente con 46 inviati assassinati. Con 16 vittime, è Gaza il luogo più pericoloso al mondo per chi fa informazione.

Roma, 16 dicembre 2014, Nena News –

Almeno 128 giornalisti sono stati uccisi finora nel mondo nel 2014. A renderlo noto è il rapporto annuale della Press Emblem Campaign (PEC). Il Medio Oriente guida la classifica con 46 vittime. Seguono l’Asia con 31, il sud America con 27, l’Africa sub-sahriana con 14 e l’Europa con 10.

La Striscia di Gaza è quest’anno il luogo più pericoloso in cui fare informazione: durante l’offensiva israeliana di questa estate (“Margine Protettivo”) sono stati ammazzati 16 giornalisti. La Siria segue con 13 morti, ben 70 secondo la Commissione per Proteggere i giornalisti (CPJ) se si considerano i quasi quattro anni di guerra in Siria.

L’Iraq si classifica al quarto posto con 10 giornalisti morti (dietro al Pakistan che ne registra 12 ) molti dei quali uccisi per mano dello Stato islamico di Iraq e Siria (Isis). Il dato più inquietante che emerge dal rapporto del PEC è che circa la metà dei giornalisti assassinati nel 2014 sono stati “target intenzionali” di miliziani o forze del governo.

Secondo lo studio della Press Emblem Campaign, negli ultimi cinque anni sono stati uccisi 614 giornalisti (in media 123 all’anno, 2,3 a settimana) con Siria, Pakistan, Messico, Iraq e Somalia in cima alla classifica dei paesi più pericolosi. Secondo il Segretario Generale del PEC, Blaise Lempen, molti organi di stampa hanno deciso di non mandare più i loro inviati nelle zone di guerra a cause degli alti rischi aggiungendo con amarezza, però, che una minore copertura dei conflitti influisce negativamente sulla loro risoluzione e può limitare gli aiuti finanziari.

Lempen ha lodato gli sforzi compiuti da molti governi e dalle Ond per aver garantito protezione ai giornalisti attuando o invitando ad attivare le risoluzione delle Nazioni Unite. Nena News

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