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2 aprile 2015

 

Coltivare la capacità di sognare

di Alain Goussot

 

Oggi come oggi tutti vi dicono che bisogna essere realisti. Manifestare, indignarsi, criticare il conformismo del pensiero unico dilagante, opporsi ai poteri forti (quelli veri della finanza), pensare che sia possibile un altro mondo più giusto e umano, rigettare il carrierismo degli opportunisti della professione o dell’accademia, schierarsi con i vinti e gli ultimi, amare, essere solidale con i sofferenti, dare senza chiedere nulla in cambio, mettere i principi etici al centro dell’azione umana e politica, sarebbe vecchio e non adeguato al mondo moderno della competitività e della competenza tecnica.

Sembra che l’utopia e la speranza in una rivoluzione culturale delle coscienze per cambiare le strutture d’ingiustizia in strutture di giustizia sia qualcosa d’irrealistico e fuori dalla storia che non avrebbe più un futuro se non quello della società attuale con la trasformazione degli esseri umani in nuovi schiavi.

Eppure più forte di tutte le strutture e di tutti i fatalismi c’è l’anima dell’uomo e il suo potere d’immaginazione, la sua capacità di sognare e di continuare a fare vivere lo spirito d’utopia, quello spirito che sorprende sempre i governanti e i potenti; lo spirito d’utopia che vive nell’infanzia, nell’adolescente che rinasce e scopre le grandi passioni, nello sfruttato che si mette in piedi, negli innamorati, nella solidarietà tra le persone, nel malato che combatte per la sua dignità, nell’educatore che crede ancora che l’educazione è emancipazione e non sono tecnica.

L’epoca del cinismo pragmatico è il mondo morto dei morti vivi che tentano di addormentarci, sta a noi ascoltare dentro di noi e tra di noi lo spirito d’utopia e farlo vivere in ogni momento!

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