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25 febbraio 2015

 

Nel Donbass le milizie studiano quello che hanno trovato a Debaltsevo

 

Il vice comandante delle forze della Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, ha tenuto un briefing nel corso del quale ha informato che in questo momento gli specialisti delle milizie stanno studiando le armi leggere di fabbricazione occidentale, trovate in mezzo alle macerie a Debaltsevo.

Ha inoltre detto che sulle principali direttrici, controllate dalle forze ucraine, sono stati avvistati dei mezzi che portavano munizioni, e ha smentito i rappresentanti dell’OSCE secondo cui le milizie si sarebbero rifiutate di mettere a loro disposizione gli schemi del ritiro delle armi.

Nelle ultime 24 ore, ha detto Basurin, le milizie hanno ritirato dalla linea di contatto 5 reparti d’artiglieria e 1 batteria. Sempre nelle ultime 24 ore, a Uglegorsk e Debaltsevo, due città che si erano trovate al centro dei combattimenti, i reparti del genio hanno scoperto una grande quantità di materiale esplosivo che è stato neutralizzato. In particolare, nei pressi della “sacca” di Debaltsevo sono state trovate più di 170 bombe da mortaio, 200 proiettili d’artiglieria, 18 mine antiuomo TM-62 e più di 70 kg di polvere da sparo. Tutti gli oggetti pericolosi sono stati portati fuori dei centri abitati e liquidati.

Nel corso della giornata di ieri dalla “sacca” di Debaltsevo sono stati evacuati e mandati in officina per riparazioni 9 carri armati, 14 autoblindo, 11 pezzi d’artiglieria di vario calibro e 7 camion con munizioni, lasciati dalle forze ucraine. Dopo le riparazioni tutti questi armamenti saranno passati all’esercito della Repubblica popolare di Donetsk.

In parallelo, i miliziani stanno fornendo alle amministrazioni locali ogni aiuto per normalizzare la vita nelle zone martoriate dalla guerra. Soltanto nelle ultime 24 ore i miliziani sono riusciti a riparare 11 sottostazioni elettriche e a rimettere in moto, anche se a potenza rodotta, più di 50 centrali termiche.

Il ritiro delle armi dalla linea di separazione fissata negli accordi del 19 settembre 2014 è stato iniziato dalle milizie già il 24 febbraio. Smentiscono quindi i rappresentanti dell’OSCE secondo cui i miliziani non avrebbero messo a loro disposizone gli schemi del ritiro. In particolare, il capo della missione speciale di monitoragio Ertugrul Apakan ha scritto la notte scorsa su Facebook che le parti non hanno finora consegnato i dati dei loro armamenti pesanti e gli schemi del ritiro.

Eduard Basurin ha informato che la lettera con l’elenco delle armi e i percorsi del ritiro è stata spedita all’OSCE parecchio tempo fa, aggiungendo che le milizie avevano più volte invitato l’OSCE ad assistere al ritiro, ma tutte le volte gli osservatori si sono rifiutati “trovando delle scuse sempre nuove”.

“Martedì, per esempio, ci hanno chiesto di indicare il percorso esatto del ritiro dei mezzi d’artiglieria. C’è però da capire che i mezzi pesanti non possono viaggiare sull’asfalto, e viaggiare sui campi per l’OSCE non è interessante”, - ha detto Basurin.

Quando gli è stato chiesto se la parte ucraina stesse già ritirando le sue armi, Basurin ha risposto soltanto di non avere “informazioni che lo confermino”.

Martedì i rappresentanti dell’esercito ucraino hanno dichiarato che al momento il ritiro delle armi rimane sospeso. Il portavoce di Kiev, Andrej Lysenko, ha precisato che l’Ucraina potrà iniziare il ritiro soltanto se per due giorni consecutivi la tregua non sarà interrotta.