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24 gennaio 2015

Ucraina, offensiva separatista a Mariupol. Razzi centrano mercato: decine di morti

Colpi d'artiglieria su un quartiere dell'ultimo bastione di Kiev nella regione di Donetsk. Case distrutte e auto in fiamme. Tra i morti otto minorenni. Poroshenko interrompe viaggio in Arabia Saudita. Mogherini: "Mosca smetta di appoggiare i separatisti o conseguenze disastrose"

La violenza strisciante in Ucraina torna a trasformarsi in strage: razzi Grad sono piovuti su un quartiere orientale di Mariupol, città industriale di 500.000 abitanti affacciata sul Mare di Azov, l'ultima grande città sotto il controllo ucraino nella regione di Donetsk. Il bilancio ufficiale parla di 30 morti e 93 feriti. Fra i morti ci sono anche un bambino di cinque anni e altri sette minorenni.

È l'inizio dell'offensiva separatista, all'indomani dell'annuncio dei separatisti di non voler riprendere i negoziati con Kiev. La municipalità di Mariupol ha invitato la cittadinanza a non cedere al panico, e testimoni riferiscono di una città sotto shock, con black-out della telefonia mobile e impossibilità di raggiungere il quartiere bombardato per verificare che i parenti stiano bene.

Le foto che circolano sui circuiti internazionali fanno rabbrividire: si vedono cadaveri abbandonati nelle strade, coperti con giacche o lenzuoli, con la gente costretta a passargli vicino come se niente fosse, tornando con le buste della spesa.

Dopo aver negato inizialmente ogni responsabilità nella strage di Mariupol, i separatisti ne hanno poi rivendicato implicitamente la paternità attraverso le parole del presidente dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko: "Oggi è iniziata l'offensiva su Mariupol, sarà il miglior monumento a tutti i nostri caduti". Il ministero della Difesa dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk citato dall'agenzia Interfax, ha poi affermato che i primi reparti dei miliziani separatisti sono entrati nella periferia di Mariupol, ma non ci sono conferme indipendenti.

Alle parole di Zakharcenko, il presidente ucraino Petro Poroshenko, che è rientrato in anticipo dal suo viaggio in Arabia Saudita per i funerali di re Abdullah, ha risposto affermando che "l'Ucraina si batterà fino alla vittoria". "Noi - si legge in un comunicato della presidenza - siamo per la pace, ma rileviamo la sfida del nemico. Difenderemo la nostra patria da veri patrioti". Poroshenko ha definito quanto accaduto a Mariupol un "atto di terrorismo" e un "crimine contro l'umanità, i cui colpevoli devono essere giudicati all'Aia" dalla Corte penale internazionale.

Dopo le dichiarazioni, il presidente ucraino ha annunciato la convocazione per domani di una riunione d'urgenza del Consiglio della sicurezza nazionale e di difesa "per mettere in opera misure supplementari vista la brusca degradazione della situazione nell'est". Mentre il ministero degli Esteri si è scagliato contro Mosca: "La Russia - si legge in una nota -, che continua a sostenere le azioni terroristiche nel Donbass e i cui soldati stanno partecipando ai combattimenti contro l'Ucraina, è pienamente responsabile per le vittime innocenti di Volnovakha, Debaltseve, Donetsk, Mariupol e di molte altre città e villaggi".

Mariupol è collocata lungo la strategica arteria che collega le regioni orientali controllate dai ribelli alla penisola di Crimea, annessa dalla Russia a marzo. La sua conquista da parte dei separatisti creerebbe un autentico ponte tra Crimea e Russia. Ad agosto l'esercito ucraino aveva faticato a respingere l'offensiva dei ribelli su Mariupol e le molte vittime avevano indotto il presidente Poroshenko ad acconsentire alla tregua firmata il 5 settembre.

Il bombardamento di un quartiere densamente popolato a Mariupol segue l'abbandono da parte dell'esercito regolare ucraino dell'aeroporto di Donetsk e la strage a una fermata dell'autobus provocata da colpi di mortaio, in cui sono morte almeno 13 persone. Strage di cui Kiev e i separatisti si accusano reciprocamente.

L'Osce ha annunciato di aver inviato propri osservatori a Mariupol per indagare su un bombardamento definito "temerario, indiscriminato e vergognoso". "Questa pericolosa situazione non può andare avanti. Serve un immediato cessate il fuoco" ha dichiarato il capo degli osservatori in Ucraina, Ertugrul Apakan.

Condanna anche dall'Unione europea, che attraverso il capo della sua diplomazia, Federica Mogherini, avverte: questa escalation rischia di deteriorare gravemente le relazioni con Mosca. "Chiedo alla Russia - ha aggiunto Mogherini in un comunicato - di usare la sua considerevole influenza e di interrompere ogni sostegno militare, politico e finanziario ai dirigenti separatisti per evitare conseguenze disastrose". L'Unione europea potrebbe approvare nuove sanzioni contro Mosca, ma al momento di ufficiale c'è solo che a marzo i capi di Stato e di governo dell'Unione dovranno decidere se rinnovare quelle decretate all'inizio della crisi ucraina. Da Bruxelles trapela che i ministri degli esteri dei paesi membri potrebbero mettere in agenda una riunione per i prossimi giorni.

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