Fonte: Histoireetsocietè

Aurorasito

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2 marzo 2015

 

L’assassinio di Nemtsov è una montatura occidentale per l’occidente

di  Danielle Bleitrach

Traduzione di Alessandro Lattanzio

 

L’assassinio di Nemtsov è uno spettacolo montato per l’occidente, secondo il deputato Valerij Fjodorovich Rashkin del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), primo segretario del Comitato Municipale di Mosca del Partito Comunista, recentemente soggetto alle sanzioni europee. In un editoriale adotta un tono che contrasta con la compassione universale che sembra prevalere in tutti i politici ed editorialisti russi.

Ma ciò che dice riflette l’emozione presso i politici, anche della “quinta colonna” che si rende conto che i servizi d’intelligence occidentali sono disposti a sacrificarli se i loro piani di destabilizzazione necessitano di una vittima.

Rashkin non tergiversa e dice: “In politica, Nemtsov era da tempo finito (“Il vecchio cobra ha perso la potenza del suo veleno”, diceva Mowgli di Kipling). Era morto dieci anni fa. Nemtsov è stato ucciso e il suo cadavere politico manipolato a profitto delle provocazioni contro l’attuale governo. L’azione è destinata principalmente al pubblico occidentale, essendo la vittima ben nota in occidente.

 

Nemtsov ebbe alte cariche nel “governo dei riformatori” e una lunga amicizia con Eltsin. L’omicidio è volto a dare un’immagine ai mass media occidentali: nella notte oscura di Mosca, sul grande ponte superiore, sotto le mura del Cremlino e della cattedrale di San Basilio, con la loro illuminazione in contrasto alla notte”. È necessario misurare la popolarità attuale del personaggio. Rashkin rivolgendosi ai concittadini non insiste, sa che presso la stragrande maggioranza dei russi coloro che collaborarono con Eltsin, imponendo il sistema oligarchico, creando caos e danneggiando il tenore di vita, come il crollo del tasso di natalità, sono del tutto impopolari.

Boris Nemtsov fu ministro dell’Energia di Boris Eltsin, venendo regolarmente denunciato dal Cremlino come politico legato agli oligarchi beneficiati delle privatizzazioni degli anni ’90. Basta leggere il libro di Tanja Rakhmanova che accusa Putin, per capire cosa di questo periodo si ricordano i russi. Spiega come Eltsin, in fondo nei sondaggi e Zjuganov pronto all’elezione, fu oggetto di una propaganda tutta basata sulla difesa della “democrazia” contro il ritorno dei comunisti, aggiungendo che i democratici concentratisi a Mosca e San Pietroburgo, come la diaspora russa all’estero, furono truffati perché, infine ebbero Putin (1). La situazione non è cambiata molto, tranne che Putin gode di una popolarità senza precedenti e non è chiaro il motivo per cui avrebbe dovuto accanirsi su un rivale degli anni ’90, i cui scandali ne hanno intensificato il declino. Così Rashkin conclude che l’assassinio di Nemtsov è una grande montatura essenzialmente diretta all’occidente, inscenata dallo stesso occidente, insomma dagli Stati Uniti che non vogliono far rilassare i rapporti tra Europa e Russia. I principali obiettivi dell’omicidio sono semplici:

*”E’ un duro colpo all’autorità del Cremlino presso le élite europee, in un momento di distensione del confronto europeo-russo nel contesto della sconfitta della junta ucraina nel Donbas“. Gli accordi di Minsk avviati dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca, l’elezione di un governo greco molto favorevole alla Russia e numerosi Paesi, come Bulgaria ed Ungheria, che rifiutano il confronto ricercato da Stati Uniti e NATO, rilanciando l’immagine minacciosa di Putin e cercando di sviluppare nei capi polacchi e baltici la paranoia anti-russa, in un contesto generale sfavorevole.

* “Rafforzare sordide rivolte dell’opposizione liberale e spargere sangue il più possibile“, soprattutto se in Russia l’opposizione liberale non arriva al 5% a Mosca e San Pietroburgo, dov’è più importante. E’ in queste due città che si trovano i beneficiati della caduta dell’URSS. Qui vi sono i giornali acquisiti dagli oligarchi filo-occidentali e non è un caso che uno di essi abbia pubblicato una pseudo-agenda per provocare nella capitale una “Maidan”. Nelle due manifestazioni, anti-Majdan e pro-Putin del 21 febbraio, vi hanno partecipato più di 35000 persone, e in quella del 23 febbraio dei comunisti oltre 10000. L’opposizione liberale, diciamo di destra dato che dobbiamo chiamare le cose con il loro nome, è attualmente più o meno bastonata. Tra l’altro non si vede l’interesse che avrebbe avuto Putin ad ispirare una protesta contro la sua politica e a favore dell’occidente, che doveva celebrarsi il 1 marzo a Mosca.

* La demoralizzazione dell’élite russa per la scomparsa di “uno di loro”, famoso personaggio della nomenclatura “democratica”. Si noti che su questo punto Rashkin è più complicato da interpretare per i francesi. Rashkin spiega che tale omicidio è un atto di guerra contro l’intera élite russa. Sarebbe ”una dimostrazione del messaggio ‘niente ci fermerà’”, dipingendolo quale “omicidio dell’élite finanziaria transnazionale degli Stati Uniti formata da Hilary Clinton e dai suoi ricchi donatori e sostenitori, democratici e repubblicani, statunitensi e stranieri, pronti ad avere un governo degli USA pronto ad intervenire qualora gli interessi capitalistici lo richiedano” (2).

Rashkin evidenzia anche i legami con l’Ucraina, Paese vicino alla bancarotta, dove dubbi suicidi si sono moltiplicati, tra cui quello del politico di primo piano dell’ex-Partito delle Regioni Mikhail Chechetov, defenestrato. E prima ancora, un altro rappresentante dello stesso partito fu imprigionato. Riguardo al residente della CIA a Kiev, il capo dell’SBU Valentin Nalivajchenko, con la sua tipica spontaneità ucraina ha accusato Vladislav Surkov di aver guidato i cecchini di Majdan l’anno scorso, cioè ha detto a Surkov e ai suoi interlocutori a Kiev: la CIA non vuole i negoziati per porre fine alla guerra civile in Ucraina. Infatti, secondo Rashkin, il gruppo in questione usa la CIA per silurare gli accordi di Minsk, come la ‘spedizione punitiva’ sul campo nel Donbas, direttamente finanziata da oligarchi come Kolomojskij, facendo di tutto per togliere il cessate il fuoco. Quindi con l’omicidio della quinta colonna Nemstov, Rashkin cita direttamente Medvedev, saremo spietati con i tiepidi. Serve la guerra, e conclude: la guerra contro la Russia non è una minaccia, è un fatto, la realtà di oggi. Di nuovo, disordini a Mosca sono possibili, perché non vi è alcuna garanzia che gli assassini di Nemtsov siano un gruppo formato solo da terroristi, a Mosca, con la marcia liberale e l’appello dei capi dell’opposizione a sostenere “personalmente” la manifestazione nel centro della capitale, potrebbero portare a scontri con la polizia, a zuffe di strada e a manifestanti uccisi “da elementi armati sconosciuti”. Poi si filmerebbe il sangue sulle camicette di belle ragazze, creando nel pubblico una buona impressione.

Dopo aver letto questo articolo il cui stile diretto è impressionante, si è colpiti dall’unanimità delle analisi su tale omicidio. È probabile che anche i “liberali” scoprano con tale omicidio che i loro alleati occidentali non gli faranno sconti. Ci sarà probabilmente una grande manifestazione a Mosca per denunciare il crimine, la manifestazione dei liberali in un quartiere periferico di Mosca è stata sostituita da un corteo funebre per denunciare l’omicidio. Erano attese più di 50.000 persone (in realtà sono state 7.000 NdT). E i nostri media occidentali probabilmente ne dedurranno l’immensa popolarità del defunto e dei suoi amici, probabilmente sarà un modo per impedirle di nuocere, e tutti comprenderanno chi sono i mandanti e che cosa ci si può aspettare.

 

Note

 

1) Tanja Rakhmanova Al Cuore del potere russo, indagine sull’impero di Putin, La découverte, Paris 2012

2) Cfr. articolo del Washington Post