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feb 26th, 2015

 

Anastasiadis da Putin: navi e aerei russi a Cipro. E’ una linea che interessa Crimea, Siria ed Egitto

di Enrico Oliari

E’ stato firmato oggi l’accordo fra la Russia e Cipro per l’utilizzo dei porti dell’isola del Mediterraneo, come da caparbio disegno del ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, annunciato lo scorso 9 febbraio da fonti diplomatiche: l’occasione è stata la visita del presidente Nikos Anastasiadis al Cremlino, dove lo ha accolto Vladimir Putin per discutere, oltre dell’impiego delle strutture per le navi e dell’aeroporto di Paphos, anche delle tensioni fra Mosca e Bruxelles e della crisi ucraina.

Le navi russe potranno quindi attraccare a Cipro ufficialmente per missioni di carattere umanitario, per la lotta al terrorismo e anti-pirateria, cosa che già stanno facendo le navi di altri paesi (la Gran Bretagna ha lì basi presso i propri territori d’oltremare di Akrotiri e Dhekelia), e gli aerei saranno fissi negli hangar dell’aeroporto militare, dove già sono alloggiati quelli di Germania e la Francia.

Fino ad oggi le navi russe potevano solo rifornirsi di carburante presso il porto di Limisso.

Gli Usa e la Nato hanno sempre espresso perplessità e critiche verso la disponibilità di Nicosia a tali aperture, anche perché se oggi i paesi che vanno dal Marocco al Kirghizistan, con le sole esclusioni di Iran e Siria, ospitano basi statunitensi secondo quella che potremmo dire una linea orizzontale, la Russia negli ultimi tempi ha disegnato la propria chiara linea verticale, un tracciato che vede basi, oltre che nel proprio territorio, anche in Crimea (Sebastopoli), in Siria (Tartus) ed a Alessandria d’Egitto.

Non sempre citata dai media, quest’ultima base è ancora in fase di costruzione dopo che un anno fa la politica estera Usa ha scoperto il fianco a Mosca, che ha saputo proporsi ad Abdel Fatah al-Sisi dopo che Washington, alleato di ferro del Qatar, gli aveva negato i tradizionali finanziamenti e le forniture di armi a causa della deposizione del Fratello Musulmano Mohammed Morsi.

La Repubblica di Cipro, per quanto aderente all’Unione Europea, certamente non è tenuta a rispondere a Jens Stoltenberg, proprio perché il paese non fa parte dell’Alleanza Atlantica, mentre per gli oligarchi e le aziende russe rappresenta una sorta di paradiso fiscale a tiro di schioppo: secondo la Moody Investor Services, nelle banche Cipriote sono depositati almeno 30 miliardi di dollari provenienti da individui e imprese russe. Una consuetudine non molto elegante per un paese, la Russia, oggi dato in recessione, con l’’inflazione all’11,5%, il crollo del rublo e soprattutto la perdita di 150 miliardi all’anno a causa dell’abbassamento del costo del petrolio e delle sanzioni.

L’incontro fra Putin e Anastasiadis ha dimostrato, come se ce ne fosse bisogno, ancora una volta che i legami da l’isola e la Russia sono più forti che mai. D’altronde Putin aveva saputo investire bene il denaro russo già un anno fa, quando aveva accettato di ristrutturare il prestito da 2,5 miliardi di euro concesso a Cipro nel 2011, dopo la grave crisi economica che aveva colpito Nicosia.

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