Fonti: Hispan Tv        

Sputnik News

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dic 01, 2015

 

La Russia classifica la Open Society di G. Soros nella lista degli “indesìderabili”

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

La Procura Generale della Russia ha riconosciuto come un pericolo per la sicurezza nazionale del paese euroasiatico la “Fondazione Open Society” e la “Fondazione dell’Istituto Open Society”. “I giudici hanno trovato prove che queste organizzazioni presuppongono una minaccia per i fondamenti del sistema costituzionale della Russia e per la sicurezza dello Stato”, ha dichiarato ieri la portavoce della Procura Generale di Russia, Marina Gridneva, citata dall’agenzia russa Ria Novosti.

 

Dopo la dichiarazione il Ministero delle Giustizia russo includerà entrambe queste organizzazioni nella lista degli organismi esteri indesiderabili, proibendo così ai cittadini i ed associazioni russe di partecipare ai loro progetti e accettare denaro da queste entità.

Entrambi questi oganismi formano parte di una rete di organizzazioni transnazionali creata dal miliardario e speculatore finanziario statunitense George Soros, che sono state indagate dalla Procura Russa in Luglio, nel realizzarsi la lista del “blocco patriotico”, una lista che fu approvata in Giugno dal Senato russo per la definizione delle “organizzazioni indesiderabili” straniere. Si tratta di organismi che, dietro copertura di finalità umanitarie, in realtà si occupano ingerenze esterne e sobillazione, con il pretesto di “difendere i diritti umani” e la “società civile”.

Fino ad ora figuravano in questa lista 12 gruppi, inclusi la “The National Endowment for Democracy “(NED) – finanziata dal Congresso degli Stati Uniti e conosciuta per le sue operazioni di destabilizzazione, soprattutto in America Latina-, nonchè l'”Istituto Internazionale Repubblicano”, L’Istituto Nazionale Democratico, la “Fondazione McArthur” e la “Freedom House”, tra gli altri.

Alla fine di Liglio, gli investigatori russi scoprirono che la NED aveva speso milioni di dollari cercando di seminare dubbi circa la legittimità delle elezioni russe.

Nel riconoscere una organizzazione come indesiderabile, la Procura ordina il congelamento dei suoi beni, la chiusura degli uffici e si proibisce la diffusione del suo materiale, sotto pena di forti sanzioni e di condanne al carcere nei casi gravi e reiterati.

Open Society Fundation

Il miliardario statunitense, ebreo ungherese di origine, aveva annunciato nel 2003 di aver smesso di finanziare “progetti caritativi” in Russia, dopo un processo di espansione nel paese a metà degli anni ’90, iniziato dopo il collasso dell’URSS.

All’inizio del 2015 , Soros si era pronunciato a favore dell’ imporre sanzioni alla Russia e per la creazione di un fondo di 50 milioni di dollari per “contrastare l’espansionismo nazionalista russo”.

Di recente, Soros aveva attaccato, mediante una serie di dichiarazioni, il presidente ungherese Viktor Orban perchè favorevole a manterere “buone relazioni” con la Russia, e questi era stato segnalato dalla fondazione di Soros come responsabile della crisi dei rifugiati, nell’ambito di una campagna di diffamazione contro il governo ungherese.

Soros aveva lanciato accuse contro Orban affermando che il leader magiaro, nel suo programma, tratta la protezione delle frontiere nazionali come il suo obiettivo di interesse nazionale e vede l’invasione dei rifugiati (sospinta dall’esterno) come un ostacolo alla sua politica.

Da notare che Soros e le sue fondazioni hanno finanziato e sviluppato campagne mediatiche per l’abolizione delle frontiere e per la realizzazione di un “ordine sovranazionale” con l’esaltazione della società aperta e multiculturale, criticando ogni forma di difesa delle indentità culturali dei paesi europei.

In particolare le fondazioni si Soros sono state al centro delle campagne che hanno creato i fenomeni di massa come le “rivoluzioni arancioni” e le “primavere arabe” nei paesi del Medio Oriente, sempre con l’obiettivo di sobillazione dall’interno e destabilizzazione dei paesi non conformi alle direttive del Congresso USA.

Questo spiega la messa in stato d’accusa da parte delle autorità russe di questi organismi giudicati un pericolo per la sicurezza nazionale.