Tratto da La Jornada

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18 marzo 2015

 

La Cina appoggia pienamente la posizione russa sull’Ucraina

di Alfredo Jalife-Rahme

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

Lasciando da parte il riscatto finanziario fatto dalla Cina a metà Dicembre per impedire il collasso del rublo russo dagli inferni finanziari anglosassoni di Wall Street e della City, come denuncia il britannico Alastair Crooke in “ConflictForum“, adesso la diplomazia cinese esce totalmente allo scoperto in forma inusuale per puntellare lo zar Vladimir Putin nella sua posizione sull’Ucraina.

Con sorprendente chiaroveggenza, Qu Xing, ambasciatore della Cina in Belgio- sede della NATO e dell’Unione Europea-, nel corso di una intervista con l’agenzia ufficiale Xinhua, ha affermato che la natura e le origini della crisi in Ucraina si devono ai giochi strategici tra la Russia e le potenze occidentali, incluso gli Stati Uniti e la UE. Vedi: : Chinese diplomat calls powers’ game root cause of Ukraine crisis.

 

La sua dichiarazione disseppelisce il classico grande gioco geopolitico della Gran Bretagna contro la Russia in Afghanistan /Asia Centrale, con il fine di impedire a Mosca il suo sbocco verso i mari caldi.

In forma subliminale sottolinea le funeste previsioni di Brzezinski – ex assessore alla sicurezza nazionale di Carter ed intimo di Obama- attraverso il suo concetto super bellico dei Balcani euroasiatici, il quale  ha plasmato il suo anacronistico libro di circa 19 anni fa, “La Grande Scacchiera Mondiale”. Vedi: “La grande scacchiera secondo Brzezinski

Non è lo stesso culmine del momento di egemonia  unipolare degli Stati Uniti -che non hanno saputo approfittare-di quello che è l’attuale  momento multipolare, a mio giudizio,che definirei  tripolare geostrategico, che condividono gli USA, la Russia e la Cina in un G-3, di cui non ci si azzarda a pronunciare il suo nome.

Sarà l’Ucraina la nuova trappola che la coppia Brzezinski/Obama ha teso alla Russia per farla impantanare miserabilmente, come le era successo in Afganistan nella decade degli anni ’80 del XX secolo?

Qu Xing sottolinea quello che già è risaputo: le regioni occidentale ed orientali dell’Ucraina differiscono come cultura, gruppi etnici, comprensione della Storia e dello sviluppo economico e sociale. Quella situazione  che hanno seminato forze estranee che alimentano la sua forte corruzione ed hanno deteriorato la sua debole economia.

Qu Xing segnala che la Russia si sente minacciata dalla NATO e dall’Occidente per la possibilità che venga assediata nel suo spazio geografico per l’espansione della NATO verso i paesi dell’est Europa, inclusa l’Ucraina.

Basta leggere le malauguranti minacce di Strobe Talbott- sottosegretario di Stato con Bill Clinton, che attuò la balcanizzazone della Jugoslavia- e dell’israelita statunitense George Friedman, direttore del polemico Stratfor- considerato la CIA della geopolitica degli USA-, i quali predicono  sull’ imminente balcanizzazione della Russia e del suo prossimo cambiamento di regime.

Brzezinski, Obama e Leo Panetta – ex direttore sfortunato e malvagio della CIA- tramano il rovesciamento di Putin e la sua possibile sostituzione con  Medvediev per migliorare le relazioni con l’Occidente (“whatever that means”).

A giudizio dell’ambasciatore Qu Xing, il coinvolgimento degli Stati Uniti nella crisi dell’Ucraina si può interpretare come una “distrazione” della loro politica estera, incluso della loro strategia di riequilibrio, quando Washington non desidera vedere la propria presenza debilitata in qualsiasi parte del mondo e le sue risorse sono limitate (supersic!), motivo per cui sarà molto difficile ad un certo punto che riesca a mantenere la sua influenza nelle questioni esterne.

L’ambasciatore cinese ha la condiscendenza di considerare la UE tra le grandi potenze-si riferisce, inoltre agli Stati Uniti, alla Russia ed alla propria Cina-, a cui si appella per far riconsiderare i loro concetti nelle questioni globali con una mentalità nuova del guadagnare- in sostituzione di una somma zero in sicurezza,- come lezione della crisi dell’Ucraina.

Apporta come prova, l’alta sensibilità della propria sicurezza occidentale, nonostante il suo enorme potere militare, quando gli Stati Uniti dispongono di un sistema poco trasparente di revisione di sicurezza nazionale per le megafusioni degli investimenti estranei, mentre dispiega sistemi missilistici balistici di difesa in tutto il pianeta che non garantiscono la sua sicurezza assoluta.

La mia domanda è stupida: come possono gli Stati Uniti, tanto ultrasensibili nella propria sicurezza nazionale, essere tanto insensibili alla insicurezza degli altri?

Con una mentalità unilaterale non sarà possibile risolvere la crisi dell’Ucraina, perchè una cosa è la legittima sicurezza degli USA , sempre e quando non entri in collisione con le grandi potenze, e altra è la sicurezza propriamente detta dell’Europa, con tutta la sua storia specifica, tralasciando poi di parlare  dell’intera  Asia.

Qu Xing espressa il suo postulato fondamentale: l’Occidente deve prendere in considerazione le preoccupazioni reali della sicurezza della Russia. E se no?

Quindi che non si preoccupi tanto Qu Xing, che Putin aggiusterà le cose in modo che prendano in conto la sicurezza nazionale della Russia nell’era del dopo Crimea, con l’unico linguaggio dissuasivo che, per disgrazia, sembra che sia il solo che comprendano  gli Stati Uniti: quello militare.

Tutto lo spettro politico della Francia-unica potenza nucleare continentale in Europa con la sua “force de frappe” (potere dissuasivo)-, che ha recuperato in modo spettacolare il mandato gollista, se comprende la portata di una guerra tra gli Stati Uniti e la Russia per l’Ucraina; la Germania, in minor misura, dopo del breve disguido della cancelliera Merkel nella sua filippica tenuta in Australia.

In una forma indovinata, Qu Xing avverte che la UE e gli Stati Uniti hanno la stessa strategia rispetto all’Ucraina, tuttavia si differenziano quanto a la loro dissimile tattica, già che anche la geopolitica si differenzia, per questo la UE ha adottato una impostazione più prammatica.

Quello che è ovvio: gli Stati Uniti si trovano lontani dall’Ucraina, mentre che la Russia e l’Ucraina, con le loro virtù /difetti, formano parte dello spazio geografico europeo.

Qu Xing commenta definitivamente che il caos in Ucraina causerà instabilità in Europa, inoltre ricorda che l’Unione Europea dipende energeticamente dalla Russia.

Neppure si può sottovalutare la portata della guerra geofinanziaria israel-anglosassone, perchè forse agli Stati Uniti potrebbe convenire incendiare tutta l’Europa per accedere i sigaro del dollaro che si è rivalutato mentre il rublo e l’euro si sono affossati.

Qu Xing contempla uno scenario in cui la Francia e la Germania si potrebbero scusare del proprio impegno preso a Minsk 2 con l’Ucraina e la Russia con il pretesto che gli Stati Uniti non hanno partecipato ai negoziati.

La Cina si pronuncia per i principi di non interferenza, rispetto alla sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina, paese di cui è stata amica, per quello che si appella ad una uscita politica che prenda in conto la sicurezza nazionale della Russia.

Leggere: la sua finlandizzazione, che significa, la sua neutralità- nè la NATO nè il gruppo di Shanghai nè la UE nè l’Unione Euroasiatica-, mediante una federazione con ampia autonomia per le regioni russofone della Novorussia (Ucraina orientale).

La valutazione dell’agenzia britannica Reuters sulle dichiarazioni di Qu Xing è originale: “una impostazione della Cina aperta ed inusualmente franca di appoggio alla posizione di Mosca nella crisi dell’Ucraina”.

Non andrei tanto lontano come Zero Hedge per affermare che l’appoggio esplicito o implicito della Cina a qualsiasi campo farebbe tutta la differenza, senza menzionare l’asse più formidabile del mondo, quando il trionfatore è risultato l’ambasciatore della Cina in Belgio: Qu Xing.

Adesso di comprende- nello stesso giorno dell’accordo di Minsk-2- l’invito fatto da Obama al mandarino XI di venire a Washington in Settembre.

In definitiva le sanzioni degli Stati Uniti e della UE contro la Russia possono finire in Cina, il cui appoggio finanziario risulta decisivo.