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ago 25th, 2015

 

I costi dell’inquinamento dell’aria

di C. Alessandro Mauceri

 

Recentemente alcuni ricercatori hanno confermato i dati relativi all’inquinamento in Cina: anche se le quantità di emissioni aumentano con velocità minore del previsto, si tratta comunque di un trend di crescita preoccupante.

Un inquinamento che, soprattutto nelle grandi città, comincia a manifestare i suoi effetti: secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Berkeley, ogni anno in Cina, circa un milione e 600mila persone muoiono a causa dell’aria inquinata. Vale a dire, mediamente, circa 4.000 persone al giorno.

Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica One della Public Library of Science, afferma che non meno del 38 per cento della popolazione in Cina è esposto a una qualità dell’aria considerata dannosa per la salute. Le aree maggiormente inquinate sono, ovviamente, quelle più densamente abitate e quelle in prossimità di grossi insediamenti industriali, come quelli nella parte orientale del Paese, tra Pechino e Shanghai.

In molte zone il livello del particolato presente nell’aria è così elevato da provocare addirittura un calo della visibilità per giorni e giorni. Una situazione già grave a causa del diffuso ricorso a centrali a carbone, che peggiora in inverno quando cresce esponenzialmente la richiesta di energia e l’utilizzo di combustibili per il riscaldamento.

Recentemente le autorità, allo scopo di sensibilizzare la popolazione e di invitarla a ridurre il ricorso a fonti energetiche inquinanti, ha diffuso un documentario realizzato da Chai Jing, già  reporter per Cctv.

Nel documentario sono riportate le conseguenze dell’inquinamento sulla mortalità per ictus, malattie polmonari e cardiache. Secondo alcuni è proprio per questo motivo che le autorità, in un secondo tempo hanno deciso di censurarlo dalla televisione (ma solo dopo che era diventato virale e avrebbe potuto sollevare proteste da parte dei cittadini).

Che la situazione in Cina sia estremamente grave non è una novità: già lo scorso anno, durante il Climate Summit che si è svolto presso il palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, a New York, i ricercatori avevano mostrato ai 120 leader mondiali intervenuti, la mappa interattiva di Slate. Uno studio che mostra quali sono i Paesi che inquinano di più al mondo, sia in termini assoluti che in termini di evoluzione temporale dal 1888 ad oggi. Ebbene in questa triste graduatoria la Cina occupa il primo posto: da tempo, infatti, ha superato gli Stati Uniti non solo nella classifica in base alla ricchezza prodotta, ma anche in quella dei paesi che emettono maggiori quantità di gas inquinanti. In questa lista è seguita dagli Stati Uniti d’America, dall’India, dalla Russia, dal Giappone, dalla Germania e dalla Corea del Sud. Tutti paesi le cui economie e la cui ricchezza sono cresciute negli ultimi decenni. Ma il costo di questo “sviluppo” è stato il peggioramento delle condizioni dell’aria e dell’inquinamento su tutto il pianeta. Un costo che tutti i paesi del mondo, ora, sono costretti a pagare

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