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Sabato 02 Maggio 2015

 

Baltimora, dopo 12 giorni di proteste arrestati gli agenti che uccisero Freddie Gray

 

Il dodicesimo giorno di proteste ininterrotte nella città di Baltimora ha prodotto un primo significativo successo: i sei agenti colpevoli di avere ucciso di botte il giovane afroamericano Freddie Gray durante un fermo di polizia sono stati denunciati e in seguito arrestati con l'accusa di omicidio in seguito ad un arresto illegittimo.

 

A sostenere l'accusa è l'avvocato di Stato Marilyn Mosby, il quale ieri mattina ha annunciato di avere formulato le accuse penali in relazione al caso Gray. Tutti i sei ufficiali coinvolti nell'omicidio sono accusati di crimini multipli e Mosby ha annunciato una serie di accuse che riguardano sia la messa in custodia che il trasporto sul mezzo della polizia durante la mattina del 12 aprile scorso. Le accuse variano per ogni agente, ma comprendono aggressione, omicidio colposo, cattiva condotta e arresto ingiustificato. L'accusa più grave è l'omicidio di secondo grado, per il quale è stato rilasciato un mandato d'arresto a carico dell'ufficiale di polizia Cesare Goodson.

 

La notizia è stata accolta con gioia da tutta la comunità afroamericana di Baltimora – che non si aspettava un risultato così rapido e deciso, visti i numerosi precedenti -  e in particolare modo dai famigliari di Freddie Gray, che nel pomeriggio hanno tenuto una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche Sybrina Fulton, la madre di Trayvon Martin, il 17enne ucciso da una guardia giurata nel 2012. Nelle stesse ore, Donta Allen, il giovane che si trovava in stato di arresto sullo stesso furgone in cui venne trasportato Freddie Gray il giorno dell'omicidio, ha dichiarato a diversi quotidiani di essere stato minacciato dalla polizia affinché dichiarasse il falso. Secondo il rapporto degli agenti, infatti, Allen avrebbe detto che Gray "sbatteva la testa contro il muro", e credeva che stesse "volutamente cercando di danneggiare se stesso"; ieri però ha rigettato la ricostruzione delle forze dell'ordine sostenendo di avere agito così "cercando soltanto di sopravvivere" mentre veniva interrogato dagli investigatori della omicidi.

 

Nel corso della giornata oltre mille persone si sono quindi riversate in strada per festeggiare, mentre la città rimaneva militarizzata e il sindaco di Baltimora decideva di mantenere ugualmente il coprifuoco per le giornate di ieri e di oggi. Dopo avere bloccato il centro cittadino per oltre tre ore, il corteo si è diretto verso il municipio per poi passare davanti al carcere, dove diversi detenuti hanno incitato i manifestanti e risposto ai cori che venivano cantati.

 

Nel corso della serata almeno 53 persone sono state arrestate per avere violato il coprifuoco dopo che la polizia – evidentemente nervosa in seguito ai provvedimenti presi nei confronti dei sei agenti – aveva negato anche le autorizzazioni notturne ai consulenti legali dei manifestanti e agli attivisti per i diritti umani presenti per monitorare l'andamento delle proteste. I fermati si sommano ai 235 degli scorsi giorni, con cauzioni che in media si aggirano intorno ai 100.000$ a testa: in questo senso molta polemica sta suscitando il caso dei manifestanti accusati di avere danneggiato le volanti della polizia negli scorsi giorni, le cui cauzioni ammontano a mezzo milione di dollari a fronte della cauzioni degli agenti arrestati per l'omicidio di Gray che si attestano intorno ai 250.000$.

 

Un caso raro quello di Baltimora, che dimostra però come una lotta prolungata e conflittuale riesca a mettere in estrema difficoltà gli establishment locali e nazionali degli USA nei confronti di un movimento che da otto mesi a questa parte non accenna a scemare ma, al contrario, si radicalizza sempre di più costringendo la controparte a cedere di fronte alle sue rivendicazioni.

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