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15 luglio 2015

 

Dopo gli accordi di Vienna Israele muove a tutto campo la campagna per demonizzare l’Iran

di  Luciano Lago

 

Si sono mobilitate tutte le associazioni sioniste, i media controllati, gli opinion leader ed esperti di ogni genere per sostenere le tesi di Israele: “l’Iran è’ un paese pericoloso, questo accordo e’una resa, un disastro e soprattutto un pericolo per il Medio Oriente, per l’Europa e per il mondo”.

Un nuovo  filone professionale sta emergendo nel panorama della comunicazione: gli “esperti” al servizio delle tesi e della propaganda di Israele.

Con questo accordo, sostengono tali esperti di matrice sionista, l’Iran si rafforzerà’ finanziariamente, economicamente  e manderà’avanti i suoi programmi “aggressivi”. Sono queste esattamente le tesi di Netanyahu che era andato personalmente ad esporle al  Congresso degli Stati Uniti.

In questo momento l’AIPAC, la maggiore associazione sionista in USA ,sta  investendo parecchi milioni di dollari tra pubblicità’ ed interventi vari.Questo per convincere l’opinione pubblica USA sulla negativita’ dell’accordo sul nucleare  con l’Iran ed  in particolare sta ricattando parecechi membri del Congresso minacciando di non finanziare  la loro rielezione se non provvederanno a votare negativamente sulla ratifica dell’accordo. Anche in Europa è’ partita in tromba la campagna per criticare l’accordo sul nucleare e diffamare l’Iran.

Sono stati arruolati vari opinionisti e sedicenti esperti; fare l’esperto al servizio dei sionisti è’ certamente un bel mestiere: si ottengono buoni stipendi, inviti in molte trasmissioni e possibilità’ di carriera, visto che i grandi media sono tutti controllati da loro. Si rischia pero’ ogni tanto di avere le allucinazioni e di spararla troppo grossa.  Uno di questi, parlando da una radio nazionale, ha sentenziato  sicuro che l’accordo sul nucleare con l’Iran produrrà’ una alterazione degli equilibri nella regione, mettendo a rischio i paesi moderati  della regione fra cui l’esperto  ha incluso l’Arabia Saudita. Quindi secondo l’esperto, l’Arabia S. Che da anni fomenta  le guerre nella regione e che ispira e finanzia i gruppi terroristi  wahabiti e salafiti, in Siria come in Iraq,  sarebbe uno dei paesi “moderati” a differenza dell’Iran.

Israele e le centrali sioniste dei media stanno conducendo una vera e propria campagna terroristica per diffamare e demonizzare l’Iran, senza risparmiare le  menzogne più’ evidenti. Sul quotidiano La Stampa  troviamo ad esempio un sedicente esperto politologo, Daniel Pipes, il quale definisce l’accordo come “indegno è molto pericoloso”.  Naturalmente accusa gli americani di aver ceduto ignominosamente su tutto  e più’ avanti aggiunge: ” uscendo l’Iran dal negoziato, piu’ rafforzato  finanziariamente e militarmente, tutto ciò’ inasprirà’ ancora di più’ le ostilità’  in Siria, in Iraq e nello Yemen ed anche in Libia….”

Puo’ sembrare incredibile: Israele, alleata dell’Arabia Saudita e degli altri paesi che hanno provocato il conflitto in Siria, che dura da più’ di 4 anni,  che ha elaborato il piano di spartizione dell’Iraq (a cui gli USA stanno lavorando grazie all’ISIS),  Israele che aiuta e sostiene i terroristi di Al Nusra (come documentato ) in funzione anti Assad, ci viene ad indicare l’Iran come lo stato che fomenta le ostilità’  in Medio Oriente. l’esperto si guarda bene  dal menzionare l’aggressione che l’Arabia Saudita sta conducendo  contro lo Yemen  con la collaborazione attiva di Israele e degli USA. Naturalmente tutte le colpe sono dellIran, un paese che, al contrario di Israele, non ha mai aggredito nessuno.

Da questo e da decine di altri interventi simili,  tutti basati su illazioni e semplici falsificazioni della realtà’, si può’ dedurre che è’ iniziata a tutto campo la campagna di menzogne e di falsificazione  condotta da Israele contro l’Iran.

La propaganda di Israele tende a rovesciare le situazioni  reali e ricalca il solito schema di sempre:  da una parte “l’asse del male”, dei paesi ostili ad Israele ed all’Occidente, dall’altra “l’asse del bene” con gli esportatori della democrazia in prima fila.  Niente di nuovo sotto il sole.