Indian Punchline

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Aprile 1, 2015

 

La posta della Cina nello Yemen

di MK Bhadrakumar 

Traduzione di Alessandro Lattanzio

 

L’interesse di Pechino sugli sviluppi nello Yemen è chiaramente assai elevato, com’era prevedibile, probabilmente dato che la Cina dipende dai Paesi del Golfo per metà delle importazioni di petrolio greggio, oltre che per gli ampi rapporti con i Paesi regionali, in costante espansione e approfondimento. L’iniziativa ‘Road and Belt’ hà un’ulteriore dimensione strategica dato che la Via della Seta attraversa il Mar Rosso. In effetti, la Cina faticherà a schierarsi nella divisione regionale, rendendo la Cina ‘parte interessata’, soprattutto quando l’arrivo dello Yemen al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sarà questione di tempo. Xinhua ha riferito oggi la visita della delegazione della difesa pakistana in Arabia Saudita, citando il ministro della Difesa Khawaja Asif secondo cui il Pakistan “fornirà tutte le risorse, in caso di minaccia” all’Arabia Saudita, ma allo stesso tempo anche il Pakistan cerca “la fine dei conflitti nel mondo musulmano“. L’articolo afferma che il premier Nawaz Sharif “starebbe contattando la direzione dei Paesi fratelli” (presumibilmente anche l’Iran), dando l’impressione che il Pakistan adotti una cauta demarcazione tra devozione al benefattore saudita e diffidenza nel parteggiare nel conflitto settario. È interessante notare che, Xinhua riportava ben quattro commenti, tra ieri e oggi, sul conflitto yemenita. Leggendo tra le righe, vi è disapprovazione per l’intervento militare saudita e scetticismo aperto sull’efficacia dell’offensiva di terra dell’alleanza saudita. Ancor più significativo, il ruolo dell’Iran è visto con grande comprensione ed è analizzato positivamente, potando anche influire sulla sua posizione internazionale e, in particolare, rafforzare l’impegno Stati Uniti-Iran. I seguenti passi sono interessanti:

– Secondo gli analisti l’azione dell’Arabia Saudita a sostegno del governo yemenita è motivata dal desiderio di mantenere la sua preminenza in Medio Oriente. Inoltre, essendo una delle principali fonti degli aiuti economici allo Yemen, Riyadh non poteva tollerare alcuna influenza su Sana di Teheran.

– Uno dei motivi per cui Arabia Saudita e Paesi arabi non si risparmiano nel colpire gli huthi è arrestare l’avanzata rapida dei ribelli alla frontiera e sull’Arabia Saudita, bloccando lo strategico stretto di Bab al-Mandab nel Mar Rosso, attraverso cui migliaia di navi passano ogni anno, dicono gli analisti.

– Secondo gli osservatori, le incursioni via terra saranno difficili e sarebbero una grande sfida per la coalizione… Geograficamente, lo Yemen è un terreno accidentato con alte montagne, grotte e gole, quindi sarebbe assai difficile per le truppe penetrarvi.

– L’Iran spera sinceramente nella fine dei bombardamenti sauditi sulle posizioni huthi e in una soluzione politica della crisi, nonostante sia accusato da certi vicini d’ingerenza nel Paese arabo, secondo gli analisti.

– Obiettivo dell’Iran è avere un governo di coalizione nello Yemen con la popolazione sciita adeguatamente rappresentata.

– Gli analisti non vedono l’Iran cercare di dominare lo Yemen, un Paese che necessità molto di liquidità dall’estero, non abbondante a Teheran per le sanzioni. Inoltre, l’Iran è separato dallo Yemen dal mare, mentre l’Arabia Saudita, tradizionalmente influente nello Yemen, è sul suo confine settentrionale.

– Infine, l’Iran non vuole che la crisi dello Yemen confonda ulteriormente i propri sforzi per migliorare i rapporti con i vicini. Il presidente iraniano Hassan Ruhani ha promesso che migliorare i rapporti con i Paesi limitrofi è una priorità del suo governo. Zarif ha anche visitato i Paesi del Golfo con cui gli scambi di alto livello erano rari per le tensioni.

La crisi yemenita è un problema difficile per l’Iran. Tuttavia, se ben gestito, si rivelerà essenziale, per il mondo, il ruolo dell’Iran nella risoluzione dei problemi regionali, soprattutto per gli Stati Uniti.

 

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