Tratto da Sponda Sud

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28 Marzo 2015

 

Yemen, Assadakah ad Ambasciatore saudita: bombardate gli sciiti ma non i terroristi di Al Qaeda

 

Il Centro Italo Arabo Assadakah ha scritto all’Ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita in Italia, Rayed Khaled a. Krimly, per esprimere ferma condanna per l’operazione militare, denominata “Tempesta Decisiva”, contro le postazioni degli Houti in Yemen.

 

“L’intervento militare, – è scritto nella missiva firmata dal Segretario Generale Assadakah – che vede impegnati tutti gli stati del Golfo, tranne l’Oman, è una chiara guerra “politica” all’interno del mondo musulmano, con i sunniti della penisola arabica che si sono uniti contro i gruppi sciiti”.

 

“Questa azione militare è contro i principi del diritto internazionale e lede in modo inequivocabile la sovranità dello Stato yemenita. L’intervento, fortemente voluto dal Regno Saudita, rischia di far generare conflitti settari in tutta la regione, con effetti imprevedibili”. Il Centro Italo Arabo Assadakah prende atto che mentre si colpiscono gli sciiti nel paese, “nulla è stato fatto per combattere il terrorismo, a partire da quello di Al Qaeda che in Yemen ha un forte radicamento e agisce pressoché indisturbata”.

“L’operazione Tempesta Decisiva, – denuncia il segretario Schiavone – è la dimostrazione palese di come non si voglia abbattere il terrorismo ma solo la presenza sciita nella regione. Per questa ragione chiediamo la cessazione immediata dell’azione militare e l’avvio di un’azione diplomatica con tutti i soggetti in campo affinché si possa raggiungere la pace, attraverso un processo negoziale che abbia come obiettivo principale la lotta al terrorismo”.

 

Per quanto riguarda l’Arabia Saudita, può essere opportuno ricordare quanto scritto da Jean-Charles Brisard, esperto di informazioni economiche presso un grande gruppo internazionale e Guillaume Dasquié, giornalista e specialista nel campo della geopolitica ed informazioni economiche.

Il titolo era “Ben Laden – La vérité interdite”. Edizioni Folio Documents. Il libro descrive la rete finanziaria a supporto di Bin laden e dell’integralismo islamico.

 

Trascrivo un brano da pag. 113: “Come si può constatare, l’Arabia Saudita gioca un ruolo chiave nella propagazione di un Islam duro nel mondo, specialmente con l’intermediario dei petrodollari, utilizzati abilmente nel quadro di progetti d’islamizzazione. Perfettamente integrata nel sistema capitalista, essa ne utilizza tutti gli ingranaggi, tanto e così bene che i capitali sono ormai divenuti indispensabili al buon andamento dell’economia mondiale. Riserva energetica di primaria importanza, il regno saudita vede le sue attività di proselitismo protette dalla superpotenza del momento, gli Stati Uniti. appare quindi poco probabile che sia apportato un freno, a breve o medio termine, alla propagazione del fondamentalismo islamico, sul quale si appoggiano gruppi di estrema violenza, come Hamas in Palestina, i talebani in Afghanistan o il GIA in Algeria. Osama Bin Laden è stato in qualche modo il prodotto o l’emanazione di questa politica.”

 

Il fatto è che in Arabia Saudita la famiglia regnante dei Saud ha delegato da lungo tempo il magistero morale ai discendenti di Mohammad bin Abd al-Wahab, i wahabiti, che propugnano una interpretazione letterale della Sharìa.

Quindi, dove mettono piede i sauditi, non vi è certo da attendersi un Islam moderato. Aspettiamoci invece uno Yemen patria di estremisti islamici sostenuti dall’Arabia Saudita.

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