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http://www.maannews.com/ august 18, 2015
Allan si sveglia dal coma e sceglie di continuare la protesta
L’Hunger striker palestinese Muhammad Allan si è svegliato dal coma Martedì, dopo quattro giorni e subito si è impegnato a riprendere il digiuno se Israele non risolve il suo caso entro 24 ore, lo hanno riferito i funzionari palestinesi. La Società del Prigioniero Palestinese ha detto che Allan "ha dichiarato di fronte ai suoi medici che se non vi è alcuna soluzione al suo caso entro 24 ore chiederà che tutte le cure vengano sospese e sospenderà anche l’acqua potabile." Il Comitato del’Autorità Palestinese per gli Affari dei Detenuti ha confermato che Allan ha comunicato la sua intenzione di portare avanti il suo sciopero della fame, che è giunto alla 64° giorno. L’avvocato 31enne del sud di Nablus ha ricevuto le cure mediche salvavita, ma minacciato di porvi termine se Israele non risolve la sua detenzione amministrativa rilasciandolo. Ha confermato che non era disposto ad essere deportato all'estero per quattro anni, l'offerta che lo Stato di Israele ha fatto Lunedi, durante l'udienza della Corte Suprema e durante l'ascolto degli argomenti sull'opportunità di liberarlo. "Stiamo rifiutando categoricamente la proposta," l'avvocato di Allan, Jamil al-Khatib, ha detto dopo che l'offerta è stata fatta. Il tribunale ha infine rinviato la decisione di un'altra udienza a Mercoledì, sostenendo che volevano studiare la cartella clinica di Allan. Al-Khatib ha detto all’AFP, dopo aver visitato il suo cliente in ospedale, che Allan è apparso determinato ad andare fino in fondo, anche se c'era ancora speranza che la magistratura trovasse una soluzione. All'udienza di Lunedi, uno dei medici curanti di Allan ha detto che se dovesse riprendere il suo sciopero della fame potrebbe andare in un declino fatale. Allan, che è stato tenuto in custodia israeliana dal novembre, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione amministrativa, che permette alle persone di essere detenuti senza accusa per intervalli di sei mesi e che può essere rinnovata a tempo indeterminato. Dopo esser scivolato in coma, i medici israeliani lo hanno collegato alle attrezzature usate per la respirazione artificiale, fluidi e vitamine per tenerlo in vita. La protesta di Allan ha sollevato interrogativi sul fatto che, Israele potrebbe di invocare una legge, approvata il mese scorso, che permette di sottoporre i detenuti ad alimentazione forzata quando le loro vite sono in pericolo. I medici e gli attivisti si oppongono con forza alla legge, compresi quelli che sostengono che la pratica s’iscriva ad una forma di tortura e deruba i palestinesi di una forma legittima di protesta. La legge impone alle autorità di cercare un ordine del tribunale per consentire l’alimentazione forzata, cosa che non hanno fatto.
http://www.maannews.com/ august 18, 2015
Hunger striker wakes from coma, vows to continue protest
Palestinian hunger striker Muhammad Allan on Tuesday woke from a coma after four days and immediately pledged to resume fasting if Israel did not resolve his case within 24 hours, Palestinian officials said. The Palestinian Prisoner's Society said that Allan "declared in front of his doctors that if there is not any solution to his case within 24 hours he will ask for all treatment to stop and will stop drinking water." The Palestinian Authority Committee for Prisoners' Affairs confirmed that Allan had communicated his intention to carry on his hunger strike, which is now in its 64th day. The 31-year-old lawyer from southern Nablus has been receiving life-saving medical treatment, but threatened to have this brought to an end if Israel does not end his administrative detention and release him. He confirmed that he was not willing to be deported abroad for four years, an offer the Israeli state made Monday during a Supreme Court hearing while listening to arguments on whether to release him. "We are categorically refusing that proposal," Allan's lawyer, Jamil al-Khatib, said after the offer was made. The court ultimately postponed a decision to another hearing on Wednesday, claiming that they wanted to study Allan's medical file. Al-Khatib told AFP after visiting his client in hospital that Allan appeared determined to go all the way, although there was still hope the judiciary would find a solution. At a hearing on Monday, one of the doctors treating Allan said that if he were to resume his hunger strike he was likely to go into a fatal decline. Allan, who has been held in Israeli custody since November, went on hunger strike to protest his administrative detention, which allows people to be held without charge for six-month intervals that can be renewed indefinitely. After he slipped into a coma, Israeli doctors used artificial breathing equipment, fluids and vitamins to keep him alive. Allan's protest has raised questions over whether Israel will seek to invoke a law passed last month allowing prisoners to be force-fed when their lives are in danger. Doctors and activists strongly oppose the law, including those who say the practice amounts to torture and robs Palestinians of a legitimate form of protest. The law requires the authorities to seek a court order to allow for force feeding, which they have not done. |