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Aprile 20, 2015

10:11

 

Fondazione Migrantes: L’Europa Fermi le Stragi

 

“Il Mediterraneo deve diventare un canale umanitario” dice alla MISNA monsignor Giancarlo Perego, il direttore della Fondazione Migrantes, dopo l’ultimo naufragio e le centinaia di vittime a largo delle coste libiche. Il primo impegno, che è necessario assolvere subito, è quello della ricerca e del soccorso. Non lasciando sola l’Italia, ma coinvolgendo l’Europa nel suo complesso. Perché, sottolinea monsignor Perego, i fondi ci sono e il diritto dei migranti a chiedere aiuto deve essere garantito. A tutti i costi, senza “discrezionalità”.

Monsignore, cosa dobbiamo fare?

“Anzitutto bisogna mettere in discussione Triton, la missione di pattugliamento dell’agenzia europea Frontex, del tutto inadeguata per fare del Mediterraneo un canale umanitario, a protezione delle migliaia di persone che continuano a fuggire. È necessario che oggi l’operazione italiana Mare Nostrum divenga europea. I paesi dell’Ue non possono giustificarsi sostenendo che costa troppo. In Europa i fondi ci sono. Se l’Italia ha potuto sostenere l’operazione per oltre un anno, certo lo possono fare i Ventotto. Guardando al nostro paese, poi, bisogna sottolineare che ha cominciato tardi a sviluppare una politica per i richiedenti asilo e i rifugiati. Oggi è fondamentale che il diritto alla protezione di chi fugge non sia più visto in modo discrezionale. Non si può subordinare il rispetto di questo diritto essenziale alle decisioni dei presidenti delle Regioni. Oggi la Sicilia accoglie un numero di migranti tre volte superiore rispetto a quanto non fa la Lombardia, la Puglia il doppio del Veneto”.

E nel lungo termine?

“Le istituzioni internazionali devono impegnarsi in azioni di pace nel Medio Oriente, in Siria, in Palestina, nel Nord Africa e nel Corno d’Africa. In queste regioni del mondo, in questi paesi nostri vicini, ci sono situazioni drammatiche di guerra. Serve un ‘Piano Marshall’ che favorisca la ricostruzione in Nord Africa e aiuti il Corno d’Africa. Il principio deve essere quello della cooperazione internazionale che torni a essere strumento di sviluppo secondo le linee indicate nella ‘Populorum Progressio’”.

C’è chi sostiene che per evitare nuove tragedie del mare bisogna impedire le partenze a tutti i costi. È d’accordo?

“Non ha senso pensare di fermare persone che fuggono. Bisogna semmai accompagnarle, garantendo il loro diritto fondamentale di chiedere aiuto. Negare questo vorrebbe dire negare la democrazia e la dignità delle persone”.

 

8.29

Il dolore e l’ingiustizia

 

Tutti e 390 i Comuni della Sicilia sono oggi in lutto dopo il naufragio della notte tra sabato e domenica nel Canale di Sicilia, tragedia dei migranti con il bilancio più grave di sempre, più di 700 vittime, 950 secondo un sopravvissuto.

“L’Europa smetta di comportarsi come Ponzio Pilato e di lavarsi le mani di fronte a queste stragi di innocenti” ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando dopo la strage, avvenuta a 70 miglia dalla costa libica, a 160 da Malta e a 180 da Lampedusa. Sulla base delle prime ricostruzioni, un barcone di circa 30 metri era salpato dalla Libia, a una cinquantina di chilometri da Tripoli. La tragedia è avvenuta mentre un mercantile portoghese, il King Jacob, stava avvicinandosi al natante alla deriva. Centinaia di naufraghi si sarebbero spostati per essere tratti in salvo e il barcone si è rovesciato. I corpi recuperati finora sono 24, le vittime centinaia, molte di più delle 366 che persero la vita di fronte a Lampedusa nell’ottobre 2013. L’unico sopravvissuto che ha raccontato del naufragio è un ventenne del Bangladesh, ricoverato in un ospedale di Catania. “Molti – ha detto – sono rimasti prigionieri nelle stive del barcone perché i trafficanti avevano chiuso i portelloni per impedirgli di uscire”.

Sgomento di fronte all’ennesima tragedia del Mediterraneo è stato espresso da tante associazioni, laiche e religiose. “L’Europa si assuma finalmente la responsabilità di dare risposte politiche e operative al dramma dei migranti” ha chiesto il Consiglio italiano per i rifugiati: “Deve essere immediatamente istituita un’operazione Mare Nostrum europea per permettere una efficace opera di ricerca e salvataggio”. Cariche di commozione le parole pronunciate da Papa Francesco, ieri, in Piazza San Pietro: “Rivolgo un appello accorato perché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simile tragedia abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore… Cercavano la felicità…”