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14 ottobre 2015

 

L’onda che verrà

di Gassid Mohammed

 

Sono una persona che riflette molto, sono un “riflettore”. Sono una persona ossessionata e ossessiva. Ho l’ossessione di riflettere, non posso farne a meno. Ho l’ossessione di immaginare cose che … che sono sgradevoli alle persone comuni. Per questo tante persone mi evitano, non vogliono che le contagi con i miei sgradevoli pensieri. La gente è troppo impegnata, e quando ha un po’ di tempo libero mica si mette a tormentare la testa con riflessioni sgradevoli. Certo no, vuole riposarsi, vuole dormire, vuole vivere in santa pace. Allora io, persona sgradevole con riflessioni sgradevoli, mi trovo sempre a riflettere da solo. A volte, per quanto penso e immagino cose … cose orrende, faccio fatica a respirare. Con ogni respiro immagino che dell’acqua salata mi stia per entrare in bocca e chiuda le vie respiratorie, come se fossi nell’abisso del Mediterraneo. Ma ho detto Mediterraneo?.

No no, non intendevo, per carità, non vorrei svegliare nessuna coscienza, non vorrei disturbare nessuno. Non c’è nulla di più bello del sonno, e io non voglio essere fastidioso svegliando la gente. Fate finta di non aver sentito nominare questo mare, di non averlo letto, anzi interrompete la lettura, subito. No no, fate finta che non ci sia proprio un mare con questo nome. Nessun mare di mezzo o di lato, insomma, nessun mare che possa disturbare i vostri pensieri con i suoi annegati, quei cosi, quegli esseri che non hanno niente in comune con voi. Si, è vero, hanno piedi e mani come voi, hanno occhi e nasi, hanno orecchie e lingue, e forse hanno anche sangue, cervelli e cuori come voi, ma chissà …! Però … mica hanno una carnagione come la vostra, eh ci mancherebbe, né hanno una cultura così sublime come la vostra! Uh, questo: se hanno una cultura. Quegli esseri che non sanno fare altro che morire. Muoiono proprio di tutto: di guerre, di fame, di malattie, e alcuni muoiono nel “mare vostrum” e lo infettano e lo inquinano, e vi obbligano a non nominarlo, perché nominarlo disturba i vostri pensieri, le vostre coscienze pulite, tanto pulite che non vi passa mai per la mente di pulirle, e allora le avete chiuse a chiave. Mica come la mia, sporchissima di tutto quello che le vostre coscienza non hanno mai accolto. Ma io ho pensieri sgradevoli e fastidiosi, allora voi non ascoltatemi, anzi non leggetemi, chiudete questa pagina e andate a pensare a qualcosa di bello, ai vostri passatempi, alle vostre vacanze. Si, le vacanze, ecco un argomento che interessa tutti, un argomento piacevole e gradevole, altro che i miei pensieri. Ecco l’estate si sta avvicinando, e sveglierà la voglia in voi di stare al sole, su una spiaggia pulita, con davanti un mare blu e sereno …! (di nuovo MARE). Mah, e dove andate a fare le vacanze? Io vorrei andarci, ma sapete io sono un “riflettore” che riflette su tante cose, uno ossessionato e ossessivo, penso molto e immagino tante cose. Sono quasi allucinazioni. Vorrei andare a fare le vacanze al mare, ma un’allucinazione mi impedisce di farlo. La volete sapere? Eh, lo so, non volete saperla, allora non continuate a leggere, perché io ve la dico lo stesso. Mi immagino sdraiato sulla spiaggia con davanti un mare blu e quieto, un dolce sole mi accarezza la pelle, leggere onde producono un suono rasserenante. Ad un certo punto il mare si agita, si infuria e diventa nero. Le onde diventano violente, e cominciano a buttare su di me, e su tutti voi insieme a me, dei vestiti logori e delle scarpe consumate: camicie con alghe addosso, pantaloni con qualche ossa, scarpe con dei piedi dentro, vestiti femminili coloratissimi, con alcuni capelli attaccati. Poi le onde si infuriano di più e ci lanciano addosso degli organi: teste con occhi che ci puntano lo sguardo addosso, mani impugnano il vuoto, gambe e piedi, cuori mangiati a metà … Poi dal fondo del mare escono delle grida sordi, degli ululati. Poi vedo innalzarsi migliaia e migliaia di spettri oscuri, con bocche aperte a fondo oscuro, bocche che si allargano sempre di più. Poi vedo unirsi tutti questi spettri e fanno un’onda nera gigantesca, con una sola bocca aperta, una bocca gigantesca a fondo oscuro. L’onda si ingigantisce sempre di più, vedo le acque ritirarsi, salire verso l’onda che assorbe tutta l’acqua del mare, vedo il mare asciugare tutto. Sale su l’onda, sale fino a coprire il cielo, con la sua gigantesca bocca aperta, che vuole ingoiare tutto il mondo, tutta la terra e tutti voi. A mandarvi giù nell’abisso buio delle sue viscere. Ma voi, ovviamente, non mi avete sentito dir nulla, non avete letto niente, o forse, come sempre, leggete ma dimenticate. E andrete a fare le vacanze sul mare, starete sulla spiaggia, e vi godrete il mare sereno, e non vi sarà nessuna onda. Probabilmente anch’io avrò smesso di immaginare quell’onda e sarò tra di voi, a guardare il mare sereno, e, forse, spererò, in cuor mio, che l’onda non arrivi.

 

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