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31 dicembre 2015

 

Nel 2015, 3.771 morti nel Mediterraneo e 997mila sbarchi

 

Il 2015 risulta essere l'anno più tragico: ad aprile il numero più alto di vittime. La rotta più sicura per chi fugge da guerre e condizioni di vita disumane è quella verso la Grecia, la più pericolosa quella verso il Golfo del Bengala

 

Il 2015 è l'anno più tragico per i migranti, con 3.771 morti e dispersi nel Mediterraneo. È questo il drammatico bilancio reso noto dall'Oim (Organizzazione mondiale per le migrazioni). Nel 2014 i morti furono 3.279. Gli arrivi via mare quest'anno sono stati 996.645. L'Oim stima che quest'anno i migranti morti nel mondo siano stati 5.350.

 

Aprile mese peggiore. Il mese più tragico del 2015 è stato aprile con 1.244 morti, di cui circa 800 in un solo tragico naufragio al largo delle coste libiche (in quell'episodio sopravvissero solo in 28). Nel Mediterraneo la rotta più rischiosa è quella tra la Libia e l'Italia. Nel 2015 ci sono stati 2.892 morti contro 152.864 arrivi.

 

È la Grecia la rotta più sicura... Più sicura la rotta verso la Grecia con 805 morti contro 839.561 arrivi. Poco battuta la rotta verso la penisola iberica e la Francia (74 morti contro 3.845 arrivi). In Italia sbarcano soprattutto eritrei (37.882), nigeriani (20.171), somali (11.242), sudanesi (8.766) e siriani (7.387). In Grecia siriani (455.363), afghani (186.500), iracheni (63.421), pakistani (23.318) e iraniani (19.612).

 

... quella del Golfo del Bengala la più pericolosa. Dopo il Mediterraneo, la rotta più rischiosa per i migranti è quella nel Golfo del Bengala, mare di Andaman verso Malaysia e Thailandia (circa 800 morti nel 2015). Tra Usa e Messico i morti sono stati almeno 330.

 

L'ppello dell'Oim alla comunità internazionale. Il direttore generale dell'Oim, William Lacy Swing, commenta: "Non ci sono scuse per questi migranti disperati che hanno perso le loro vite. La comunità internazionale deve agire per fermare questo trend. Nel corso dell'anno abbiamo più volte ricordato che la mobilità degli esseri umani non è volontaria, ma causata da conflitti e povertà

 

acuta. Molti non hanno scelta e lasciano la loro patria per cercare una vita migliore e più sicura". Per l'ambasciatore statunitense Swing "va cambiata l'attuale tossica narrazione sulle migrazioni. Non si tratta di un fenomeno negativo, ma largamente positivo".

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