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14 agosto 2015

 

Arrivano i profughi!

di Andre Vltchek

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Davvero non so, non capisco come ci si senta a vivere in un paese europeo ricco che è ricco prevalentemente perché ha direttamente saccheggiato nazioni povere di tutto il mondo. O le è andate saccheggiando indirettamente, attraverso la sua appartenenza a qualche organizzazione estremista come la NATO. Viverci rifiutandosi di riconoscere perché è ricco, come è diventato ricco.

Palazzi, teatri, ferrovie, ospedali e parchi di quel paese ricco sono costruiti su scheletri spezzati e fantasmi senza pace, su laghi di sangue e furti svergognati.

Poi, quando un paese saccheggiato dietro l’altro cominciano ad affondare, quando non c’è rimasto nulla, quando i bambini cominciano a morire di fame e quanto gli uomini cominciano a combattersi tra loro per quattro sassi e luridi pezzi di territorio, barche patetiche, o gommoni, cominciano ad attraversare le vie d’acqua, portando profughi mezzo morti di fame, mezzo impazziti sui lungomare europei decorati di marmo.

Che vista orribile! Come se una donna, con i capelli arruffati disordinatamente, le labbra spezzate, venisse a implorare un uomo che l’ha violentata dopo aver ucciso suo marito, a implorarlo di un riparo e di almeno un po’ di lavoro e di un pezzo di pane. Ha deciso di rinunciare a tutto il suo orgoglio, perché i suoi figli sono malati e muoiono di fame, perché o è così o è la morte.

E’ così che hai ridotto il mondo, Europa, tu e la tua grande, insaziabile progenie, l’America del nord!

Troppo egocentrica, troppo crudele, hai perso la capacità di giudicare, di provare sentimenti. Ogni riferimento morale è crollato. Non ci sono principi più elevati, non più; solo egoismo.

A Calais e Kos, a Parigi, Londra, Stoccarda e Praga o sentito le stesse domande, poste con volti assolutamente impassibili: “Come faremo ad assorbire tutte queste orde di immigranti?”

Quasi nessuno in occidente si sta chiedendo ad alta voce: “Come sono riusciti gli abitanti di altri continenti a sopportare quei lunghi secoli di colonialismo e neocolonialismo, di saccheggio svergognato, di schiavismo, di carica a mo’ di locuste di orde imprenditoriali e neoliberisti cannibali? Non sarebbe un paio di chiavi consegnate a ogni cittadino di paesi derubati, colonizzati in passato o attualmente, il simbolo più piccolo, più elementare di giustizia?

E’ moralmente accettabile che a un ladro, un piromane, uno stupratore, un mentitore, un assassino seriale, il tutto riunito in un unico soggetto, sia consentito di vivere in una villa, circondato da baracche che ospitano le sue vittime?

Nell’occidente, nell’occidente cristiano, nell’occidente fondamentalista, tale soluzione è evidentemente tollerabile.

***

La maggior parte dei cittadini d’Europa è del tutto incorreggibile. Solo alcuni sono capaci di cogliere il nesso tra la ricchezza del loro continente, quelle centinaia di miliardi di vite rovinate in tutte il mondo e la più recente ondata di immigranti.

Alcuni mesi fa, il mio compagno e collega filosofo, Milan Kohout, ha perso la pazienza, dopo aver ascoltato gli ospiti ferocemente razzisti, contrari all’immigrazione in uno studio della televisione ceca a Praga. Ha cominciato a urlare, in diretta, sia contro il moderatore sia contro gli intolleranti.

Immediatamente hanno cominciato a piovere lettere di insulti: “Perché non ti ficchi nella tua camera da letto un po’ di quei negri, stronzo?” Oppure, più minacciosamente: “Dovresti essere impiccato per questo, bastardo!”

Diverse settimane dopo l’apparizione in televisione ho ricevuto questa email:

“Solo per farti sapere che ho ricevuto così tante minacce di morte che sto cominciando a prenderle sul serio. Persino i vicini del paese dove ho la casa per l’estate ci stanno minacciando. Non so se dovrei prendere sul serio tutto questo o no, ma immagino di dover stare attento …”

Sull’isola greca di Kos, che ora sta ospitando diverse migliaia di profughi dal Medio Oriente e dall’Asia, ma che non ha né accampamenti né strutture per loro, una coraggiosa dottoressa volontaria (ho deciso di non fare il suo nome, poiché è già stata minacciata) ha descritto gli sviluppi recenti:

“La situazione a Kos è del tutto fuori controllo. Gli estremisti [di destra] di Alba Dorata – alcuni di loro armati di tutto punto – hanno scatenato pogrom contro i profughi. Qualcuno deve denunciare con forza le responsabilità del sindaco … che ha sabotato ogni sforzo di solidarietà e ogni soluzione possibile, sin dall’inizio”.

Dall’altra parte dell’Europa il primo ministro britannico sta pensando di impiegare l’esercito, lamentando fastidi avvertiti da vacanzieri britannici. Il traffico nell’Eurotunnel è lento, spesso interrotto, mentre migliaia di profughi disperati che vivono in un orribile accampamento soprannominato “la giungla”, all’esterno della città francese di Calais, stanno cercando di raggiungere l’Inghilterra, alcuni morendo nel tentativo.

La Gran Bretagna, responsabile della perdita di centinaia di milioni di vite umane in tutto il mondo (attraverso i suoi genocidi coloniali e carestie scatenate/orchestrate) sta ora pretendendo di essere di fronte a una “crisi dei rifugiati”, mentre sul suo territorio ci sono solo 25.000 richiedenti asilo.

Come ha commentato il Morning Star:

“Secondo il Consiglio per i Rifugiati fino al 74 per cento dei richiedenti asilo si vede rifiutata la residenza in Gran Bretagna. Anche se le cifre sono aumentate dal 2008, le domande di asilo nel 2014 sono state inferiori alle 25.000, con il numero più elevato dei richiedenti tra quelli che fuggono conflitti in Afghanistan, Siria ed Eritrea.”

In Germania, Olanda, Scandinavia, Grecia, di fatto in tutta Europa, gruppi e movimenti xenofobi di destra sono impegnati ad aggredire e intimidire profughi inermi.

Gli immigranti sono dipinti come una minaccia, o una peste, non come un gruppo di essere umani disperati, vittime dell’Impero.

La causa è principalmente il crollo dell’integrità nelle élite politiche, i media di massa nonché gli accademici e il mondo artistico occidentale.

Oggi la maggior parte di quelli che parlano a favore dell’accettazione di immigranti lo fanno ipocritamente, “per carità”, non perché riconoscono che accettare le vittime della crudeltà del loro continente è un obbligo morale; non perché sono convinti che abbattere i cancelli della “fortezza Europa” sarebbe almeno un minuscolo risarcimento del debito mostruoso nei confronti del mondo che è stato devastato e saccheggiati per tanti secoli.

***

Non è solo ciò che si vede in Europa, quella punta dell’iceberg, quella minuscola frazione di miseri che sono riusciti ad approdare sulle coste italiane, greche e maltesi.

E’ il mondo a essere in movimento. Gli sfollati sono decine di milioni.

La schiacciante maggioranza dei profughi è costretta a lasciare la propria patria a causa dell’imperialismo politico ed economico dell’occidente.

Siriani, libanesi, iracheni e afgani sono stati bombardati fino a essere riportati all’età della pietra, solo perché hanno cercato di dar da mangiare, dare una casa e istruire la propria gente. Agli occhi dell’Impero quello è stato il crimine più grande, come se tutte le risorse dovessero essere utilizzate per alimentare le industrie, le banche e i complessi militari occidentali.

Gli eritrei sono stati debilitati da sanzioni ed embarghi appena dopo la loro lunga guerra per l’indipendenza. Dieci milioni di congolesi sono morti dal 1995, macellati dagli alleati dell’occidente – Ruanda e Uganda – affinchè Washington, Londra e Parigi potessero godersi un libero afflusso di uranio e coltan. Molti congolesi stanno oggi cercando di fuggire inimmaginabili orrori in patria. Alcuni somali stanno cercando di fuggire, dopo che Washington ha destabilizzato il loro paese, dopo che il Kenya ne ha invaso la parte meridionale agli ordini diretti dell’occidente, dopo che la UE ha scaricato rifiuti tossici sulle sue coste.

Persino l’emergenza del popolo Rohingya in Birmania può essere fatta risalire al mostruoso “divide et impera” dell’impero britannico in Asia.

Per decenni e secoli l’occidente ha continuato a rovesciare governi progressisti, uno dopo l’altro. Ha assassinato grandi leader politici, come Patrice Lumumba, liquidando ogni tentativo di costruire oneste società socialiste.

Poi diceva: “Quei negri non sono in grado di governare i loro paesi … Tutto ciò che quella gente vuole è venire da noi a rubarci il lavoro, a danneggiare i nostri sistemi sociali”.

Superfluo dire che, se lasciati in pace, quei paesi che ora fanno sanguinare milioni dei loro stessi cittadini, “esportando profughi”, sarebbero molto probabilmente ricchi quanto l’occidente o forse anche di più. Vale per Iran e Iraq, Siria e Libia e forse persino per Congo e Indonesia.

La continua “crisi dei profughi” non è un “problema di cui deve occuparsi l’Europa”. L’Europa sta creando la crisi. L’Europa non si sta “occupando” di niente. Come sempre, inganna, mente e conta i centesimi dopo aver rubato miliardi. Quelli che non lo capiscono sono ciechi o condizionati, o pagati per non vedere.

Se la madre terra fosse colpita possentemente, con un’enorme forza distruttiva, i suoi pezzi volerebbero in tutte le direzioni. Lo stesso vale per i paesi, per le nazioni. Se lasciati stare gli stati troveranno il modo di prendersi cura dei propri popoli.

La situazione attuale è in realtà solo un minuscolo riflesso, uno straripamento degli orrori che il mondo colonizzato e saccheggiato deve sopportare. E’ solo un frammento di quell’incubo che ha luogo all’interno di Africa, Medio Oriente e numerose parti dell’Asia; un pezzettino rimandato in faccia agli europei; portato e depositato sulla loro soglia di casa.

***

Com’è che “loro” non lo capiscono? Com’è che quasi tutti i media di massa occidentali tacciono? Com’è che la maggior parte dei filosofi del giorno d’oggi non affronta, non somma i temi del neocolonialismo e dell’immigrazione?

Ciò che sto dicendo in questo articolo è filosoficamente chiaro. Sarebbe difficile contestarlo. Il filosofo francese Jean-Paul Sartre arrivò a diverse conclusioni simili nel suo “Colonialismo e neocolonialismo”, alcuni decenni fa. Ma questo accadeva “allora”. Oggi sommare il saccheggio del Pianeta commesso dall’occidente e la piaga dei profughi pare essere un tabù.

Ma io non credo ai tabù, così come non credo a un sapere che sia strettamente “teorico”.

Negli ultimi anni ho documentato le miserie umane in innumerevoli campi di battaglia e in campi profughi che ospitano esiliati dalla Repubblica Democratica del Congo, da Somalia, Afghanistan, Siria, Iraq, Bangladesh, Libia e da molti altri luoghi distrutti.

Vedo spesso, di prima mano, quando è grottesca, insostenibile, rivoltante la situazione: mentre il piccolo Libano oggi accoglie più di due milioni di profughi siriani, uno dei maggiori teppisti globali, la Gran Bretagna, ha meno di 25.000 richiedenti asilo registrati sul suo territorio!

Persino gli intellettuali dell’aggressivo paese NATO, la Turchia, scrivono apertamente e onestamente sui giornali: “Abbiamo voluto agire come una specie di piccoli Stati Uniti regionali e perciò dovremmo pagare per quegli 1,8 milioni di profughi che sono stati costretti ad attraversare il confine e a sistemarsi nei nostri campi”. La Turchia sta pagando. Per quanto aggressiva sia, le è almeno rimasta un po’ di dignità in confronto con l’occidente.

C’è qualcosa di semplicemente orrendo, ipocrita, distorto, profondamente non umanistico nel modo in cui l’Europa affronta la sofferenza delle sue vittime.

Naturalmente “questo” non è nulla di nuovo. “Questo” ha radici profonde sia nei dogmi sia nel fondamentalismo culturale cristiano, gli elementi che stanno inflessibilmente controllando la mente della maggioranza degli europei. Tale fondamentalismo ha contribuito ad accettare e promuovere, persino glorificare, il colonialismo e il neocolonialismo, nonché l’”eccezionalismo”.

Fondamentalismo ed eccezionalismo hanno posto su un piedistallo le loro religioni (anche nei paesi che sono apparentemente divenuti ‘laici’), le loro culture, razze e stili di vita. Considerano irrilevanti “quegli altri”. La sofferenza degli “altri” è futile, insignificante. O semplicemente “non esiste”.

Orwell definì i non cristiani, non bianchi e non occidentali come “non persone” agli occhi dell’occidente.

In Europa, dovunque si vada, si può leggere tra le righe:

“Se milioni di ‘loro’ muoiono di fame, così sia, fintanto che Germania e Francia possono conservare marciapiedi e ospedali puliti e fintanto che le scuole non hanno troppi elementi e influenze stranieri indesiderabili.

Distruggere il mondo, uccidere e affamare milioni, è un prezzo triste ma necessario da pagare per l’elevato tenore di vita del buon popolo bianco, cristiano, eletto dell’Europa e dell’America del nord. Che il massacro resti contenuto in luoghi remoti! Non appaia sugli schermi televisivi! Non fateci vedere le vittime.

E quegli esseri sporchi e non civilizzati restino a casa loro. Non vogliamo incontrarli nei nostri luoghi di vacanza e nelle nostre capitali. Non vogliamo vedere le loro piaghe, le loro ferite e il loro pus.

Che tutto resti fuori fuoco, quanto più confuso possibile, e a un volume estremamente basso.”

Come mi è stato detto in California, durante una conferenza: “Non mostrarci immagini di africani sofferenti … Qui la gente è molto sensibile!”

Neocolonialismo? Schiavismo moderno? Non ci piacciono questi termini. Appartengono all’era della guerra fredda. Sono morti con l’Unione Sovietica, giusto?”

***

Fintanto che l’Impero regna, fintanto che l’occidente governa il pianeta, i profughi attraverseranno vie d’acqua pericolose a bordo di fragili gommoni.

Alcuni moriranno; altri ce la faranno.

Quelli che ce la faranno saranno processati. Quello che hanno fatto è definito “illegale”. Dovranno dimostrare di essere stati perseguitati in patria, che le loro vite erano minacciate.

Una partita complicata … un gioco molto schifoso … Come in quei giorni dell’Inquisizione in cui uomini, donne e bambini di fronte alla “giustizia” cristiana occidentale dovevano mentire al fine di sopravvivere.

Non potranno dire: “Ho dovuto fuggire perché il vostro paese ha ucciso la mia famiglia”. Oppure: “Il vostro continente mi derubato dei mezzi per vivere”.

Paura di persecuzione … Un profugo “vero” dovrà inventarsi una propria storia immaginaria, il proprio torturatore: qualcosa di approvato dall’Impero.

Allora, e solo allora, un profugo avrà almeno una minima possibilità di ricevere asilo, un tetto e un pezzo di pane; una briciola di ciò che già è stato rubato alla sua terra natale.

 

Andre Vltchek è un filosofo, romanziere, regista e giornalista d’inchiesta. Ha seguito guerre e conflitti in dozzine di paesi. I suoi libri più recenti sono “Exposing Lies of the Empire” [Smascheramento delle menzogne dell’Impero] e “Fighting Against Western Imperialism” [Lotta contro l’imperialismo occidentale]. La sua discussione con Noam Chomsky “On Western Terrorism” [Sul terrorismo occidentale]. Point of No Return[Punto di non ritorno] è il suo romanzo politico acclamato dalla critica. Oceania – un libro sull’imperialismo occidentale nel Pacifico meridionale. Il suo libro provocatorio sull’Indonesia: “Indonesia – The Archipelago of Fear” [Indonesia, l’arcipelago della paura]. Andre realizza documentari per teleSUR e Press TV. Dopo aver vissuto per molti anni in America Latina e in Oceania, Vltchek attualmente risiede e lavora in Asia Orientale e in Medio Oriente.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Originale: http://www.counterpunch.org/2015/08/14/the-refugees-are-coming/

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