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settembre 4, 2015

 

Rifugiati, il mondo ha fallito

 

I siriani non sono stati tutelati, denuncia un rapporto Onu in cui si danno le cifre di una tragedia di cui non si vede la fine: 2.000 morti nel Mediterraneo, oltre 4 milioni di rifugiati e oltre 7 milioni di sfollati interni. Pinheiro: apriamo canali legali per la fuga dalla guerra.

 

Roma, 4 settembre 2015, Nena News – Del fallimento della cosiddetta comunità internazionale in Siria si parla ormai da tempo, ma adesso che i siriani premono alle porte dell’Europa e muoiono a decine insieme con gli altri migranti in fuga dalle violenze, o dalle conseguenze economiche dei conflitti, sulle rotte marittime e terrestri, questo fallimento è entrato con prepotenza nelle nostre case.

I numeri snocciolati negli ultimi anni dalle agenzie delle Nazioni Unite, adesso hanno i nomi di uomini, donne e bambini i cui corpi senza vita spiaggiano sulle nostre coste, destando ondate di indignazione che costringono i governi a spartirsi quote di rifugiati, non senza resistenze.

Il fallimento politico delle potenze internazionali che operano nel conflitto siriano è accompagnato dal loro fallimento anche sul fronte umanitario: i rifugiati e gli sfollati siriani non sono stati tutelati, denuncia un’inchiesta dell’Onu. L’appello di Paulo Sergio Pinheiro, a capo della commissione d’inchiesta Onu sulla Siria, ad agire con “umanità e compassione” è stato accompagnato dalla pubblicazione di un report in cui non si salva nessuno: né la cosiddetta comunità internazionale né alcuna delle parti in guerra.

I numeri sono sufficienti a dare la dimensione della tragedia in corso, di cui non si vede la fine. Sono oltre duemila i siriani annegati nel Mediterraneo, sono i caduti in una fuga che ha portato fuori dal Paese oltre quattro milioni di persone. E a dispetto degli allarmismi scattati in Europa, la maggioranza dei rifugiati siriani si è riversata nei Paesi limitrofi, soprattutto in Turchia (circa 1,9 milioni) e in Libano (circa 1.1 milioni), non senza problemi. I numeri si riferiscono ai siriani registrati dalle agenzie Onu ed è plausibile che siano inferiori alla realtà. Alle porte dell’Europa, invece, hanno bussato 250.000 siriani. Ma certo gli arrivi continueranno, finché continuerà la guerra in Siria e ancora a lungo dopo che finirà, come accaduto per gli afgani -altro popolo vittima degli interessi nazionali, internazionali e di estremisti- che continuano a fuggire da un Paese instabile e pericoloso.

 

Chi è rimasto in Siria è intrappolato sotto il fuoco incrociato dei gruppi ribelli, delle varie sigle della galassia jihadista, delle truppe di Assad e dei suoi alleati. Un campo di battaglia senza regole, con porzioni del Paese occupate dall’uno o dall’altro gruppo, in un equilibrio precario che però ha determinato uno stallo nel conflitto. I belligeranti hanno canali di approvvigionamento (di uomini e soldi) e capacità belliche sufficienti a combattere a lungo. Dunque, il Paese potrebbe restare in guerra ancora per anni, senza vincitori, ma con 7.6 milioni di sfollati interni che vivono in condizioni precarie, senza prospettive, in costante pericolo e in molti casi alla costante ricerca di una via di fuga. E poiché non c’è un corridoio legale per andare via dalla Siria, bisogna affidarsi ai trafficanti che lucrano sulla guerra e sull’emergenza umanitaria. È questo che Paulo Sergio Pinheiro ha proposto alla comunità internazionale: una via di fuga legale e controllata.

La fuga, d’altronde, è l’unica soluzione per molti siriani. Il rapporto della commissione Onu ha infatti sottolineato come questa sia una guerra in cui tutte le parti in lotta stanno commettendo crimini di guerra e contro l’umanità. “La competizione tra le potenze regionali”, si legge nel rapporto, “ha esacerbato la dimensione settaria del conflitto” e l’arrivo in Siria di centinaia di mercenari stranieri e di predicatori fanatici ed estremisti ha peggiorato le cose. Gli uomini dell’Isis commettono abusi di ogni sorta sulla popolazione e lo stesso accade nelle zone controllate da altri gruppi, come a esempio i qaedisti di Al Nusra nella provicnia di Iblid. Il governo fa la sua parte con bombardamenti indiscriminati, che stanno mietendo vittime tra la popolazione.

“Il fallimento globale nella tutela dei siriani adesso si sta traducendo in una crisi in Europa e la responsabilità di difendere i diritti umani di questi rifugiati non è stata adeguatamente condivisa”, ha detto Pinheiro. Nena News

 

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